di Alessandro Nizegorodcew
Il diario di bordo del primo giorno a Vienna non poteva non iniziare con il viaggio in treno che ha condotto me e il prode Nicola Corrente (inizialmente sprovvisto di qualsiasi tipo di biglietto), dopo onestissime 14 ore, nella capitale austriaca. “Salpati” dalla Capitale (con la “c” maiuscola stavolta) alle ore 19.05 siamo giunti a Vienna solamente alle 9.35, con un’ora di ritardo che ha dato quel senso di impresa in più. A parte gli scherzi avevamo delle oneste cuccette da 4 e con noi ha dormito una coppia di ragazzi austriaci. Dopo tre ore tutti seduti si è deciso di prendere posizioni sui “letti” (quelli di sotto comodissimi appannaggio degli austriaci e quelli sopra, strettissimi, per noi due. Cosa non si fa per risparmiare…) Dopo aver visto una puntata di Newsroom (nuova serie tv americana che vi consiglio) decido di andare in bagno prima di provare a dormire. La mia scelta però si rivela totalmente errata perché il treno si ferma nell’istante in cui esco dalla cabina e i bagni automaticamente si chiudono. Attendo quindi la riapertura insieme a John, un rugbista di San Diego, in viaggio in Europa con la fidanzata austriaca e con i genitori di lei che non parlano una parola di inglese. Un gruppo divertentissimo. Inizio a parlare con John attendendo la riapertura dei bagni, scopro che gioca a rugby e iniziamo a parlare di sport, mi racconta delle domeniche negli States tutti ubriachi nei pub a seguire ogni singola gara di Nfl e io invece spiego di come da noi il calcio monopolizzi ogni momento delle nostre giornate. Riesco a liberarmi del simpatico (ma logorroico) John e tento di dormire… Quando finalmente prendo sonno, non so a causa di quale movimento maldestro, il mio cellulare si infila in un buco e vola letteralmente di sotto, colpendo prima il malcapitato austriaco, di colpo risvegliatosi, e subito dopo il pavimento. Telefono illeso, austriaco illeso, Nizegorodcew illeso.
Finalmente arriviamo a Vienna, non prima di aver dormito un’oretta e mezzo sui letti dei due austriaci scesi qualche fermata prima. Non ricordo se lo abbiamo fatto di proposito ma il circolo di tennis (Stadthalle), l’appartamento affittato e la stazione ferroviaria sono sulla stessa linea metro, precisamente la U6. In pochi minuti ritiriamo le chiavi dell’appartamento, assistiamo ad un litigo tra una vecchietta e un camionista e ci incamminiamo verso il torneo.
Nei giorni precedenti, grazie all’aiuto di Claudio Pistolesi, mi ero messo in contatto con il Manager Atp Konstanstin Haerle, che si era offerto di dare una mano per la ricerca di un biglietto per Nicola Corrente, visto che io potevo entrare con l’accredito de Il Tennis Italiano.
Mi stampano l’accredito e cerco Konstantin, che mi consegna subito il biglietto giornaliero. Veramente una persona simpatica e gentile e non lo dico per far sì che ci dia altri biglietti, perché per fortuna l’ottimo e incommensurabile Paolino Lorenzi ha donato un pass all’altrettanto ottimo Nicola Corrente.
Forse sarebbe anche il caso di parlare di tennis. Diamo uno sguardo al bellissimo centrale mentre Tipsarevic e Waske superano Ebden e Matosevic. Ma è tempo di recarsi al Campo B per Fabio Fognini vs Donald Young. Nonostante il ligure abbia palla game praticamente ad ogni occasione, dopo pochi minuti il punteggio recita 4-0 e poi 5-2 per lo yankee. Fognini a questo punto inizia a giocare un po’ meglio sino a mettere il turbo dal 3-5 al 6-5 e servizio in suo favore. Da ricordare il particolare un punto vinto in difesa da “Fogna” che ha recuperato una quantità infinita di accelerazioni di Young, cadendo anche rovinosamente a terra, prima di portare a casa il punto. Il match sembra girato e Fabio serve per il primo set, andando 30-15. Qui arriva un brutto errore col rovescio, seguito da due numeri clamorosi di Young che prima mette a segno una demi-volée stoppata di diritto di difficoltà inaudita e poi tira un diritto lungolinea a tutto braccio sulla riga. Bravo lui. Nel tie-break però Fognini spreca troppo. Sale 4-1 con due servizi a disposizione ma perde entrambi i punti e ancora sul 5-4 arriva il doppio fallo. Young si aggiudica il tie-break in rimonta e poi nel secondo set approfitta di un Fognini in giornata “no” al servizio e chiude il match con un nastro vincente. Il punto del giorno però lo regala lo sconfitto ligure, che gioca un passante di rovescio ad una mano bloccato ma allo stesso tagliato da 3 metri fuori dal campo in corsa….. peccato sia servito a poco.
Seguiamo altri incontri, tra cui il doppio sfortunato di Fognini-Marrero contro Knowle-Polasek. Knowle tra l’altro non fa una piega sino al punto che consegna il primo set alla coppia italo-spagnola, poi, di colpo, mette il piede sulla racchetta e la spezza in due!
Incontriamo Paolino Lorenzi per il badge e lui come sempre è disponibilissimo e gentilissimo, oltre che molto simpatico, ci porta a fare l’accredito. Domani saremo in prima fila sul campo B per seguire Paolo contro il forte canadese Pospisil. A proposito di Campo B, parliamo veramente di un campo anomalo. Se guardi in alto vedi canestri da basket appesi al soffitto, il tabellone segna punti è anch’esso da basket, in curva si sta in piedi. Uno dei miei campi preferiti nel mondo! (nella foto qui sotto)
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Tra una schnitzel e l’altra intervisto Fabio Fognini, mi chiamano due volte per collegamento da Radio Manà Manà Sport, faccio un salto in sala stampa e raggiungo Nicola che sta vedendo Del Potro-Brands. Alzi la mani chi si sarebbe aspettato un match così bello ed esaltante! Beh io pensavo ad un classico 63 63 per l’argentino e tutti a casa. Invece Brands gioca il match della vita, purtroppo perso, e impegna per 3 ore Delpo sino a consegnare l’incontro nelle mani dell’argentino a causa di uno sfortunato “occhio di falco”. Il tedescone gioca una partita veramente encomiabile, non di solo servizio, anzi, ma coraggiosa, ricca di attacchi a rete e accelerazioni vincenti. Del Potro a tratti non brilla, ma gioca comunque una partita da 7/8 in pagella. Nonostante i 62 ace in totale (32 per Brand e 30 per Del Potro) la partita è bellissima e appassionante. La viviamo dietro ai genitori di Brands. Se mamma Ingrid appare più tranquilla, il padre (non abbiamo scoperto il nome) è più agitato e si lascia andare ad alcuni “Iaaaaaa” ad alta voce piuttosto notevoli. Bravo Brands, bravo come detto anche nei fondamentali, a rete, ma ovviamente soprattutto con il servizio. Dei 32 ace 8 sono stati consecutivi: il tedesco ha realizzato infatti 2 perfect game di seguito! Applausi per entrambi, un match che ricorderò a lungo. Povero Brands…
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Sarebbe il momento di seguire Gulbis-Devvarman ma siamo distrutti. Tutti a casa! Domani si riparte, con l’idea di una Sacher per iniziare la giornata nel modo giusto…
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