Che bello quando anche solo per poche ore si può staccare dalla quotidianità, silenziare il telefono, spegnere il computer, dimenticarsi le menate e dedicarsi a se stessi!
Questo penso mentre, raccogliendo l’invito di un amico supporter quinziano, percorro l’oretta di autostrada che separa Milano da Vercelli, dove siamo diretti per assistere agli incontri della seconda giornata del 2° Torneo ATP Challenger “Città di Vercelli” – Trofeo Multimed (doveroso omaggio a chi ancora investe nel tennis), montepremi 50.000 dollaroni.
Fiancheggiamo la zona Rho Fiera dove si sta lavorando alacremente per completare le strutture che serviranno per l’ormai imminente EXPO (chissà se ce la faranno nei tempi previsti……), proseguiamo fino al bivio per la A26, con le Alpi a fare da sfondo, per immetterci in una semideserta “tre corsie” circondati da sterminate risaie.
La giornata è di quelle strepitose, a cavallo tra primavera ed estate; una temperatura ideale, direi 23/24 gradi, ci accoglie al Circolo ed il dubbio è se portarsi appresso una giacca leggera o rimanere direttamente in camicia.
L’ambiente è piacevolissimo, l’organizzazione precisa e così, about ten o’clock, dopo un buon caffè e la seconda sigaretta di giornata esploriamo il territorio.
In uno dei due campi adibiti al training, sta praticando i servizi il giocatore per il quale principalmente ci siamo mossi, e mi riferisco a Gianluigi Quinzi da Porto San Giorgio. Non lo vedevo da oltre un anno e subito mi colpisce come sia fisicamente molto “tirato”: l’impressione che abbiamo è che sia un tantino dimagrito ma ancora più tonico, il capello è più corto e dal vivo si nota quanto sia fisicamente imponente. Si è fatto decisamente più uomo, se così si può dire.
Nel campo attiguo ci sono invece Stefano Napolitano che sta allenando il gioco a volo con Navarra come sparring e il padre Cosimo “in pigiama” come ball-boy. Nonostante sia più “vecchio” di un anno rispetto a GQ, ho l’impressione che la sua maturazione fisica non sia ancora completata, mi sembra ancora un po’ “bambinone” (e da un certo punto di vista è sicuramente un bene). Quel che è certo che manovra molto bene l’attrezzo e che la sua manualità nel gioco di volo è tutt’altro che banale.
Alle 10,30 inizia il programma sui tre campi riservati al torneo, tutti dotati di tribunette con seggiolini per una capienza di circa 200 posti per ogni court. E’ evidente come i responsabili dell’organizzazione prendano le cose seriamente: numerosi raccattapalle in divisa su tutti i campi nonostante il giorno feriale e giudici di linea molto precisi e non solo nel look. Nell’attesa consulto la brochure del torneo per scoprire che dopo cinque anni di future, dall’anno scorso hanno deciso di fare il salto organizzando un challenger: tra i partecipanti alla prima edizione tre giocatori hanno compiuto in dodici mesi un significativo progresso nel ranking: Goffin che nell’aprile scorso era 98 è oggi 20, Cuevas da 156 è diventato 21 e Bolelli che rientrava con una classifica 332 ha scavallato i top 50 a distanza di un anno.
Vanno veloci i tre incontri inaugurali, e mi divido tra Marcora (uno dei ben 8 italiani che si avvicenderanno oggi incredibilmente per le leggi della statistica senza che sia un solo derby) che vince facile in un oretta di gioco mostrando una buona regolarità ed in particolare il suo elegante rovescio e l’inglesino (solo di età perché di fisico ed anche come movenze assomiglia in maniera impressionante a Berdych) Kile Edmund, già fiero avversario di Quinzi nelle competizioni junior ed in particolare in occasione della vittoria del nostro a Wimbledon 2013 il quale supera, dilagando dopo un primo set lottato, un altro giovane francese e di colore, il qualificato Hamou.
A questo punto mi piazzo sul centrale per il match clou di giornata, almeno per me: Quinzi-Sijsling (Ned).
Il ventisettenne e tds 3 avversario di Gianluigi ha un ranking di tutto rispetto (129, best 52) ed un prize money in carriera di quasi due milioni di dollari, una parte dei quali ottenuti giocando il doppio ; è un giocatore tipicamente da veloce ed ha ottenuto risultati significativi sull’erba in virtù di un eccellente servizio e di un diritto molto penetrante. Gioca un rovescio ad una mano assai elegante ma non altrettanto efficace specie sulla terra anche se parecchio fastidioso quando lo colpisce utilizzando uno slice che rimbalza parecchio basso.
Quinzi parte forte mettendo a segno un parziale di 6 a 0 che gli vale un break in apertura prima di sbagliare un rovescio incrociato, che diventerà 8 a 1 per confermarlo.
Nel successivo e combattuto game in risposta, stecca un paio di rovesci (“campo di merda! rimbalza di merda!”), ma poi non concederà più un solo gratuito per dominare un set dove dimostra una inattesa sicurezza nel servizio.
Stessa falsariga nel secondo set nel quale coglie il break nel terzo gioco ed andrà ad issarsi fino al 53, non concedendo una singola situazione di vantaggio sul proprio servizio; neppure una volta per essere più chiaro si è trovato in svantaggio di punteggio sul suo servizio neppure 0/15 fino a questo momento.
Gianluigi ha servito la prima ad una velocità costante tra i 170/180 km/h con rare variazioni ed una seconda decisamente più lenta(media intorno a 130 ma con picchi al ribasso di 110/115) ma molto lavorata che non ha consentito quasi mai al suo avversario di entrare specie perché rimbalzava sempre alta. Ha servito due ace, ma un gran numero di servizi vincenti e non ha commesso un solo doppio fallo in tutto il match.
A dire il vero Sijsling ha mostrato diverse lacune e indubbiamente la terra rossa non è il suo habitat, ma ha dapprima cercato di spingere specie con un diritto spesso strappa-applausi trovandosi davanti “the wall” e poi, specie a partire da metà del secondo, provando a giocare una palla più complicata sul rovescio di Quinzi che però non sbagliava mai cercandola con un opportuno piegamento sulle gambe e dirigendola con un acume tattico che denota una certa intelligenza. I gratuiti si contano sulle dita di una mano e i soli errori tattici che gli si possono imputare nel match odierno si riferiscono al rifiuto di approcciare la rete anche quando gli si è presentata l’opportunità.
Eravamo rimasti sul 53, quindi 54 e la possibilità di servire per il match; in questa circostanza ha giocato un brutto game di servizio, si è incazzato, ha gettato la racchetta, maledetto i santi e per un momento è sembrato perdere la concentrazione. Ma invece ha cambiato la racchetta (dirà a fine match che la tensione era diminuita e voleva spingere) ed hanno (anche Sijsling) disputato un bellissimo nonché il più lungo e spettacolare game dell’incontro, che il nostro ha portato a casa per chiudere poi con il suo servizio in modo autoritario.
Direi che i progressi intravisti nell’ultimo mese hanno oggi trovato conferma; mi è piaciuto sia quando ha dovuto difendersi che quando il suo avversario ha provato a lasciargli il pallino in mano.
Mi ha molto colpito il numero esiguo di punti concessi senza una vera fatica o una prodezza del suo avversario, insomma una consistenza da rimarcare e soprattutto da riconfermare.
L’altro match a cui ho dedicato una certa attenzione è stato Napolitano – Cervantes (ESP).
Stefano conduceva per 4 giochi a 1 prima di essere rimontato e perdere al tiebreak il primo set, ma ha poi dimostrato una buona tenuta mentale contro un avversario rognoso e, utilizzando i colpi sopra la testa che gioca con molta sicurezza, lo ha domato con autorità.
Una statistica fatta a spanne dice che quando gli scambi duravano 5 colpi o meno il punto andava perlopiù al nostro rappresentante, mentre se lo scambio si allungava sopra gli 8 colpi era lo spagnolo a marcare il 15. Il servizio del piemontese è indubbiamente il colpo che gli potrebbe spianare la strada verso posizioni di classifica interessanti e lo smash è di livello assoluto. Ha capito che il “serve and volley” o in alternativa “servizio e diritto” gli avrebbero fruttato punti e li ha cercati con buona regolarità per domare un avversario ostico. Anche il rovescio mi sembra più sicuro anche se non ancora sufficientemente incisivo.
Prima di lasciare il Circolo non ci siamo fatti mancare qualche scambio del folcloristico tedesco di Jamaica o jamaicano di Germania Dustin Brown (tds 2)che però leggo essere uscito sconfitto dopo lunga battaglia aumentando il numero dei favoriti già fuori gioco considerando anche il ritiro della tds 1.
La giornata è terminata con un complessivo 6 a 2 per i colori azzurri: le uniche sconfitte hanno riguardato Mager, assistito all’angolo da Diego Nargiso, opposto al trentasettenne Ramirez Hidalgo che correva come un ragazzino e che è in forma fisica stile Zanetti negli ultimi anni di carriera (a dimostrazione che quando si conduce una vita da atleta i limiti del “pensionamento” si allungano sensibilmente), sconfitta meno netta peraltro di quel che dice il punteggio, ed il lucky loser Giacalone mai in partita opposto all’interessante bosniaco Basic.
Vittorie nette anche per Volandri, Caruso e Cecchinato per portare il numero degli italiani ancora in corsa a 7 includendo Matteo Viola che ieri ha battuto nettamente Arnaboldi.
Da segnalare che in uno dei quattro spot sono in corsa quattro italiani: quindi il winner del match Cecchinato – Napolitano affronterà in un comunque interessante derby chi uscirà vincitore dell’incontro tra Quinzi e Caruso per un ambito posto in semifinale.
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