di Emanuele De Vita
“Le albe non sono che l’illusione della bellezza del mondo” scriveva Jean Claude Izzo in “Casino Totale”, il primo capitolo della stupenda trilogia con protagonista Fabio Montale. E di albe ad Umago ne abbiamo viste molte, ma non con l’illusione, piuttosto con la consapevolezza che il “Konzum Croatia Open” non è un torneo come gli altri. L’atmosfera che si respira appena si varcano le soglie del villaggio-circolo è un qualcosa di unico, spettacolare, inimitabile, e una volta entrati, non si vorrebbe uscire più. Come ogni meta agognata nella via vita, ho dovuto conquistarla dopo innumerevoli ostacoli, approdando a Itaca(Umago) dopo un lungo peregrinare che mi ha portato nel giro di tre giorni(dal sabato al lunedì) a cambiare 7 treni e a percorrere 3000 km. Per questo questo diario di bordo non potrà partire dall’analisi delle qualificazioni(tral’altro molto proficue per i nostri giocatori Trevisan e Fabbiano) perché sono approdato in Istria, raggiungendo i miei 3 amici Marco, Alessandro e Francesco, solo nella serata di lunedì, non passando per l’appartamento e fiondandomi direttamente per il primo serale della settimana che ha visto opposto il nostro Fabio Fognini al ceco Jiri Vesely. Si è trattato di un match giocato in maniera molto solida dall’estroso nostro giocatore di Arma di Taggia, e, alla luce di questo e dell’altra bella partita vinta negli ottavi contro il bosniaco Damir Dzumhur, mi ha fatto ancora più male sapere della rocambolesca sconfitta di oggi contro il portoghese Joao Souza, già giustiziere di Andreas Seppi negli ottavi di finale.
La giornata di martedì è stata un tourbillon di emozioni tennistiche e non, che rimarranno a lungo impresse nella mia memoria. Una delle peculiarità del torneo di Umago, come tutti voi sapete, è che si inizia a giocare alle 17:30 del pomeriggio, sia per cercare di eludere le problematiche relative alle condizioni al limite dell’ingiocabilità per il caldo torrido, sia per permettere agli spettatori di godere delle bellezze del mare e del centro storico della città e delle attrazioni “a tutto tondo” del villaggio. Io, con i miei tre amici, non ci siamo smentiti e abbiamo scelto di passare le ore antecedenti all’apertura del programma del giorno, seguendo spasmodicamente i risultati dal mondo, nel mitico “Sportska Kladionica” , un centro-scommesse dove abbiamo potuto usufruire anche del wi-fi. Si è passati dal seguire le gesta dei uno dei giovani terribili del circuito Alex Zverev, impostosi in rimonta nel derby con Julian Reister in terra svedese, per poi passare per i classici “drama” in salsa wta, dal suicidio sportivo della bella russa dal rovescio sinuoso Margareta Gasparyan contro la bulgara Tvetava Pironkova, all’incredibile match vinto dalla nostra Camila Giorgi contro Dominika Cibulkova, nonostante gli oltre 20 doppi falli commessi. Dopo tutte queste emozioni vissute in streaming, ci siamo diretti al villaggio più carichi che mai con la brama di provarle anche dal vivo. L’oop prevedeva un non irresistibile(eufemismo) match sul centrale tra Joao Sousa e Toni Androic(vinto con agio dal giustiziere dei nostri giocatori), quindi ci siamo divisi tra i campi secondari 1 e 2 e il Grandstand. Su quest’ultimo campo, ho assistito purtroppo a una brutta prestazione di uno dei miei giocatori preferiti in assoluto, ma che ha inevitabilmente e tristemente imboccato il “Sunset Boulevard”: Mikhail Youzhny. Dimagrito, svuotato di ogni energia, spento, Misha il pittore, si è arreso in tre set all’austriaco Bastian Trinker proveniente dalle qualificazioni, e al primo match Atp vinto in carriera. Dopo essermi intristito non poco, anche perché tutti i miei giocatori preferiti si sono ritirati o lo faranno a breve(vedi James Blake, Xavier Malisse, Fenia Gonzalez, e ora Misha e Poto), mi sono fiondato sul campo due per assistere alla furibonda lotta nel derby tra Matteo Trevisan e Pablito Lorenzi.
Un match di grande intensità e furore agonistico, nel quale entrambi i contendenti nel terzo set hanno cercato di sopperire con la voglia di vincere alle energie fisiche che stavano venendo a mancare. Trevisan ha avuto la grande occasione andando avanti nel terzo 4-2 30-40 sul servizio Lorenzi, ma non ha saputo capitalizzare le occasioni e alla lunga ha prevalso l’esperienza e il cuore del nostro Pablito nazionale. Si è trattato comunque di un torneo che fa ben sperare per il futuro per Matteo “dritto fotonico” Trevisan. Sul campo 1, invece il bosniaco Dzumhur mandava in visibilio i numerosi e rumorosissimi conazionali, e in brodo di giuggiole la piacente(eufemismo) fidanzata, demolendo il fresco di nozze Lukas Rosol 6-3 6-0. Alchè è scattato su questo mitico Court 1, il Thomas “Tiger” Fabbiano time. Il giorno precendente i miei amici l’hanno sostenuto e incitato portandolo alla vittoria contro il claudicante Maximo Gonzalez. Contro l’austriaco Haider-Maurer purtoppo il nostro tifo ha potuto fare ben poco. Troppo solido, soprattutto al servizio Haider, capace di lasciare poche occasioni al giocatore pugliese. Solo una palla break al momento di servire per il match, annullata con un servizio in kick e risposta lunga di Thomas. E purtroppo l’austriaco ha chiuso 6-3 6-4. Mentre sul grandstand Philipp Kohlshreiber s’imponeva con agio su Santiago Giraldo, ci siamo appostati sul centrale per godere del tennis di un altro dei giovani più promettenti del circuito, nonché idolo di casa, Borna Coric, opposto allo spagnolo Marcel Granollers(che poi darà spettacolo in nottata al Ray Club con l’amico e compagno di doppio Carreno Busta). Avevo sempre “visionato” Borna dal pc, ma dal vivo è veramente uno spettacolo nello spettacolo vedere la carica, la grinta e l’agonismo che traspare dal suo gioco. La sua fame e la voglia di arrivare in alto è ancora più impressionante dei suoi colpi, soprattutto il dritto, che lo porteranno in breve tempo ai vertici della classifica mondiale. Credo sia anche gestito bene dal proprio entourage, essendo uno dei pochi tennisti che non ho visto la sera a divertirsi nell’arena “Stella Maris” e poi al mitico “Ray Club”. Ha veramente tutto per arrivare in alto, anche se oggi ho appena visto la sua sconfitta contro lo spagnolo Bautista-Agut. La giornata di martedì ricolma di eventi si è chiusa con il doppio quasi “di esibizione” della coppia francese Monfils-Pateme Mamata(dominatore indiscusso delle notti di Umago) contro Junaid-Rosol. Vittoria facile per i cechi, ma tanto, tanto folkrore e spettacolo da parte della coppia scoppiettante francese, già protagonista sulle piste da ballo.
Mercoledì è stato il giorno della visione di un altro futuro protagonista del tennis mondiale, Andrey Rublev, opposto allo sloveno Blaz Kavcic. Condizioni di gioco a dir poco improbe per i due giocatori, con un caldo da togliere tutte le energie. Il giovane rampante russo, proveniente anche dai match in Davis giocati sul duro contro gli spagnoli, dopo un inizio di match folgorante, ha cominciato a commettere banali errori, sia per la fatica che per l’inesperienza. Alla fine si è imposto lo sloveno per 6-3 nel terzo set, frutto di un break ottenuto grazie a un clamoroso smash sbagliato a pochi centrimeti dalla rete da Rublev, che ha anche avuto l’occasione per rientrare subito nel match nel game successivo(sullo 0-40) ma lo sloveno ha saputo resistere e portare a casa la vittoria, infiammando il pubblico a dir la verità già infiammato di suo dal sole cocente. Dopo questo match maratona, che mi ha impedito di andare sul Grandstand a vedere i due match in programma, conclusisi entrambi con dei risultati periodici a favore di Dusan Lajovic contro il qualificato Laslo Djere(periodico medio 6-3 6-3) e soprattutto a favore nettamente del portoghese Joao Sousa contro il nostro Andreas Seppi(periodico basso 6-2 6-2). Deluso, mi sono diretto sui campi secondari, in cerca di emozioni forti grazie a una disciplina troppo spesso sottovalutata, ma che dal vivo è assai emozionante vedere: il doppio. E il mio mirino ha puntato dritto sul mio idolo e giocatore di casa Marin Draganja, in coppia con il finlandese Henri Kontinen contro Moser/Shamasdin. Il primo set è un’altalena di emozioni e di giocate spettacolari, e dopo set point sprecati da ambo le parti, la coppia croato-finlandese ha finito per accaparrarselo, andando subito avanti di un break anche nel secondo, e portando a casa la vittoria. Davvero delizioso il gioco di volo di Marin, anche se non è sembrato molto convinto quando, dopo avergli chiesto la foto, gli ho detto: “Marin, you are the best player for me”… La chiusura della penultima giornata per me si è avuta con il match di Fognini contro Dzumhur, vinto abbastanza in scioltezza dall’italiano, ma soprattutto con il doppio sul campo 1 tra Aliaksandr Bury/Oliver Marach opposti agli spagnoli Pablo Carreno Busta/Marcel Granollers, leoni della notte(anzi dell’alba) il giorno precedente. Non amo scrivere né menzionare le scommesse, ma leggendo in giro di match fixing tra i kazaki a Sheveningen, non posso non accennare al drastico(eufemismo) calo di quota a favore della coppia bielorussa/austriaca, partita a inizio match a quota @2.27 e poi calata a inizio match e live @1.16!!!. Forse evidentemente si era la sparsa la voce dei bagordi del giorno prima..anche se credo tutti o quasi i giocatori che disputano questo torneo, scelgono di approfittare scientemente anche delle bellezze e delle “attrazioni” del posto. Evitata altrettanto scientemente da parte mia l’esibizione sul centrale di Monfils/Bob Sinclair vs Carlos Moya/Magnus Norman, mi sono preparato con la mente e con il fisico a quella che sarebbe stata la mia ultima giornata in quel di Umago, la giornata di giovedì.
“Non è un cognac a far male” scriveva sempre Izzo in “Chourmo”, forse è stato anche altro a provocare giramenti di testa e dolori allo stomaco al serbo Dusan Lajovic, contro l’austriaco Dominic Thiem, reduce da due sanguinose sconfitte in Coppa Davis contro gli olandesi Haase e De Bakker. Dopo un terzo game interminabile nel quale il serbo ha avuto plurime occasioni per andare avanti di un break, il serbo ha cominciato a trascinarsi a fatica in campo, ritirandosi sul punteggio di 1-6 1-3. Mentre sul Grandstand Haider-Maurer aveva la meglio sullo slovacco Klizan, ho avuto un po’ di tempo per rilassarmi in laguna, prima dell’inizio della sessione serale, in cui son stati protagonisti Borna Coric(vittorioso sullo sloveno-britannico Aljaz Bedene in due set), Bautista Agut(impostosi in due rapidi set su Kavcic) Gael Monfils(due set facili contro Bastian Trinker) e Philipp Kohlschreiber, giustiziere di Pablito Lorenzi. Sono entrato sul Grandstand con Paolo sotto nel punteggio 1-6 2-3 con break per il teutonico. Ho cominciato a tifare e a incitarlo come non mai, e il senese quasi riusciva a trascinare la partita al terzo ribaltando il punteggio fino a servire per il set sul 5-3, ma purtroppo ha accusato forse un po’ di tensione e i dolori al polpaccio vistosamente fasciato, dopo l’infortunio subito nella semifinale al challenger di Mestre contro Josef Kovalik. Ultimo match del mio torneo si è svolto manco a dirlo sul mitico campo 1, con lo psicodramma targato David Marrero, capace di autobreccarsi in vantaggio 7-6 5-4 40-15 con due doppi falli e un dritto sparacchiato fuori. Tornati in partita Draganja/Kontinen, hanno avuto la meglio della coppia spagnola Marrero/Bautista con il punteggio di 6-7 7-6 10-7. Una partita ad alta tensione per colpa di un medical time out chiesto dal finlandese nel secondo set, e anche nel dopo match con il fattaccio “dell’asciugamano” di Draganja conteso tra me e un bambino. L’ultima serata, passata con la consapevolezza che l’anno prossimo dovrò per forza tornare lì, si è chiusa con la classica sfilata di “Miss Croatia Open 2015” e con una mia meditazione sulle rive del mare di Umago all’alba, perché, come scrive sempre Jean Claude Izzo, “La felicità di fronte al mare è un’idea semplice”.