di Daniele Sforza
Le pazzie si possono compiere soltanto se si ama veramente qualcosa. Il mio amore per il tennis arriva al punto che interrompo il mio soggiorno in una delle città più belle del mondo (Parigi) per spostarmi a San Marino dove si disputa uno degli ultimi tornei challenger su terra rossa. Nonostante una levataccia, rischio di perdere il volo per Bologna, il successivo treno e il pullman per San Marino, dove incontro una famiglia di appassionati, diretti anche loro a vedere il torneo. Dopo aver sistemato il tutto in hotel mi dirigo a piedi, nello splendido paesaggio sanmarinese verso il luogo dove si disputa il torneo, fuori da San Marino ed immerso nella natura.
Arrivo per le 19.30 e Gaio è sotto nel punteggio contro Krajinovic per 4-3 con break. Mi siedo vicino alla ragazza del serbo e al coach che non riconosco. Filip è sostenuto da loro in ogni punto (si sentono sempre : Bravo, ajde, aggressive,come on, ecc.) e non sembra avere cali mentali. Tutto va per il meglio e Gaio esce dal match sconfitto per 64 62. Netta superiorità del serbo in tutti i fondamentali, soprattutto con il servizio con cui, invece, Gaio ha regalato tanto (diversi i doppi falli nel secondo set) ed è parso più stanco ma soprattutto molto più nervoso (si lamentava spesso con se stesso in quanto voleva, senza riuscirci, spingere di più con i fondamentali durante lo scambio, dominato sempre da Krajinovic) Mi accorgo di come il coach parli tranquillamente italiano e riesco a capire che si tratta di Diego Nargiso. Gli chiedo se può lasciarmi Krajinovic per 5 minuti dopo il match, accetta ma mi invita ad aspettare un po poiché devono fare “ cool down”. Aspetto fuori dal campo da calcio in cui si svolge questo allenamento post match e finalmente riesco a parlare con il serbo. Mi parla dei suoi inizi con la racchetta da tennis presa in mano a 5 anni per volere dei genitori, anch’essi tennisti. Da junior era considerato uno dei migliori, poi ha subito uno stop di due anni quindi possiamo dire che è in perfetta regola per quanto riguarda l’età, considerando come i 94’(lui è un 92’) presenti nei top 100 siano pochi. Dice di trovarsi molto bene in Italia, un posto fantastico dove sta ottenendo i risultati migliori della sua carriera (vittorie a Vicenza e a Cortina) e si auspica per il futuro di continuare così. In programma ci sono gli Us Open, dove giocherà su una superficie non prediletta quanto la terra ma in cui, secondo quello che gli dicono, esprime il suo miglior tennis. Parla del rematch con Gaio affermando di come siano cambiate diverse cose rispetto alla scorsa settimana (aveva giocato due match nello stesso giorno, a San Marino ha giocato un’ottima partita, concentrato fin dall’inizio, mentre Gaio è apparso stanco e falloso). Infine chiude con la notizia del giorno, appunto il cambiamento di coach, avvenuto la scorsa settimana.
Lascio il buon Filip (mi era stato raccomandato di non tenerlo troppo a lungo visto l’orario) e mi dirigo verso il campo di Giannessi che gioca contro il brasiliano Leite, vedo un game e Giannessi sembra in controllo del match. Prendo qualcosa da mangiare al volo (non mangio dal giorno prima per la cronaca) e vado a seguire il match più atteso: Montanes-Starace. Sicuramente la più bella partita delle tre guardate per livello di gioco e anche per divertimento con le infinite palle corte di Potito. Il primo set fila liscio per lo spagnolo che chiude con il punteggio di 6-2 senza regalare niente al napoletano e arrivando su ogni palla. Anche il secondo set sembra filare liscio con il break di Montanes che lo porta sul 5-3 e servizio. Nervosismo per Starace che lancia 3 palline fuori dal campo volutamente e afferma: Non ci vinco mai con questo, oh… le prende tutte. Improvvisamente cala lo spagnolo e grazie ad alcuni vincenti di dritto Starace risale, portandosi sul 5-5, evitando situazioni difficili (5-4 15-30 sul servizio di starace) . Si va al tie break dove Montanes conquista subito il minibreak e non lascia scampo a Starace uscito tra gli applausi del pubblico per l’ottima partita giocata.
Si riprende subito dopo con Bolelli-Basilashvili,incontro che sembra essere di livello inferiore rispetto al precedente. Break e contro break nei primi 4 giochi con diversi errori da entrambe le parti. A seguire i due giocatori cominciano a servire meglio e chiudono i propri game di servizio quasi sempre a 0 fino al 5-4 Bolelli, in cui il bolognese arriva a due punti dal set senza riuscire a brekkare il georgiano. In questi giochi comincia ad alzarsi notevolmente il livello di gioco con Basilashvili che non molla niente, tirando vagonate di dritto ma soprattutto di rovescio, imprendibili per l’italiano (una in particolare sul 6-5 Bolelli 0-15 servizio Basilashvili da vedere e rivedere). Nonostante lo splendido punto Bolelli brekka e conquista il set continuando la striscia positiva e andando sul 3-0* (tenendo i servizi ai vantaggi). Sul 40-30 Basilashvili inventa la prima e unica palla corta del match, ributtata nell’altro campo da Bolelli. Siamo 3-0 40-40. Sembra essere finito il match ma il georgiano rientra incredibilmente nel match con un tennis aggressivo, con risposte sulla linea e sui piedi di Bolelli e si porta sul 5-4 40-30 e servizio. Bolelli annulla il set point grazie a un errore dell’avversario e risponde a uno del pubblico che dice: Muoviti che vogliamo andarcene a casa, con : chi è sto coglione? Arriva il break e Bolelli si porta sul 65 0-30 servizio Basilashvili. Sembra finita per l’ennesima volta ma con autorevolezza (vincenti su vincenti) il georgiano arriva al tiebreak. Si scambiano i minibreak fino al 6-4 Bolelli. Annullato il primo con un vincente, il secondo (serviva Bolelli) viene deciso dalla rete che da il punto al georgiano portando la pallina a rimbalzare nel campo dell’italiano(in precedenza Bolelli aveva breakkato proprio grazie a un nastro fortunoso). Finalmente al 3 match point(sul 7-6) , il bolognese chiude il match approdando al secondo turno.
Sono le 00.30 e con un passaggio di fortuna, rientro in hotel distrutto. A domani per la seconda puntata.
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