Diario di Bordo da Napoli


(Filippo Volandri – Foto Nizegorodcew)

da Napoli, Mattia Capone

DIARIO DI BORDO

Giorno 1

Come spesso accade nelle migliori storie, anche io parto dalla fine. Sul pullman che mi riporta, finalmente, a casa cerco di mettere ordine a idee e appunti per scrivere quello che ho visto oggi alla Napoli Cup, torneo challenger da 30.000 dollari. Esausto e con una probabile insolazione, provo a fare chiarezza su alcune domande come: perché ogni anno la settimana del torneo ci sono più di 30 gradi nonostante siamo ad Aprile, e perché io puntualmente dimentico il cappello? O perché i pullman a Napoli passano solo a salire e mai a scendere, lasciandomi aspettare per 35 minuti sotto il sole cocente? Probabilmente, a queste domande non avrò mai risposta, forse perché fin troppo semplici. Ad altre invece sono stesso io a poter rispondere e una di queste domande è: perché Volandri, è andato cosi vicino alla sconfitta, sulla sua superfice preferita, con un giocatore più scarso, almeno in classifica? Per rispondere però faccio un passo indietro e torno a questa mattina. Dopo 2 ore di diritto degli enti locali all’università, posso finalmente scappare al Tennis Club Napoli per assistere ai match. Dopo circa 20 minuti il pullman 151 mi lascia a pochi metri dai cancelli di ingresso del circolo e, una volta dentro, mi dirigo subito alla club house, adibita per l’occasione ad ufficio stampa per ritirare il mio accredito. Dopo alcuni disguidi e diverse mail, riesco a farmi accreditare e inizio il mio giro dei campi. Aprendo una piccola parentesi sul circolo, c’è da dire che il posto è davvero magnifico, si trova proprio sul lungo mare di via caracciolo (lo stesso che ha ospitato pochi giorni fa l’american’s cup di vela, e la coppa davis lo scorso anno) ed è ai piedi di tutta la collina napoletana, che si erge con tutte le sue architetture di diverse età storiche e che regalano una vista mozzafiato da fare invidia anche a Monte-Carlo (provare per credere). Inoltre, la storia ultracentenaria del circolo da un senso di grande prestigio; il tutto però rischia di stonare con l’evento che, secondo il sottoscritto, rischia di atteggiarsi ad un evento un po’ troppo elitario e che tende a chiudersi a riccio non permettendo una degna apertura all’intera cittadinanza. Chiusa questa parentesi e arrivando al tennis giocato, la prima partita alla quale assisto è quella tra Giacalone e Cacic, ultimo turno di quali. Giacalone, classe ’92, è davvero in forma e grazie ad un rovescio molto solido e ad una buona aggressività riesce a strappare il biglietto per il main draw contro un Cacic decisamente sotto tono. Tantissimi gli errori gratuiti del serbo, che a causa di un tennis molto remissivo permette al suo avversario di imporre il proprio gioco e terminare la partita per 6-4 6-4. Sento dire che sui campi secondari si sta allenando Alessandro Giannessi, e cosi vado a dare un’occhiata, anche per sfuggire ad un caldo torrenziale e ripararmi sotto qualche albero. Quando arrivo trovo Alessandro in campo con il suo nuovo allenatore Fabrizio Fanucci, e devo dire che lo vedo bene (spero di averne la conferma domani). Dopo un panino al prosciutto crudo, un po’ triste a dire il vero, torno sul campo centrale per assistere all’esordio di Filippo Volandri contro lo spagnolo Samper-Montana. All’inizio Filippo parte  bene (2-0 con break) e sembra quello di sempre sulla terra rossa: solido da fondo, fa correre tantissimo il suo avversario per poi punirlo con rovesci vincenti o palle corte, tuttavia dopo poco la partita inizia a prendere una strana piega e il livornese, dopo essere stato in vantaggio per gran parte del primo set, si innervosisce e permette il rientro dello spagnolo, che a suon di diritti carichi e potenti riesce a vincere la prima frazione (6-4). Approfitto del cambio di campo e mi reco sulle tribune di fianco per assistere a quella, che almeno sulla carta, era sicuramente la partita della giornata: Golubev-Reister. Il kazako esprime un tennis a mio avviso fantastico, fatto di potenza e accelerazioni improvvise, degne di un top 20 e a vederlo giocare cosi, si fa davvero fatica a capire come non riesca a tornare a livelli del 2010. Reister, dal canto suo gioca un ottimo tennis, aiutato soprattutto da un bellissimo rovescio ad una mano, un diritto potente e una buona intelligenza tattica. La partita scorre veloce con Golubev che gioca praticamente sulle righe e non conosce mezze misure, purtroppo proprio sul più bello  6-4, 5-4 e servizio escono fuori tutti i limiti di Andrey che regala letteralmente il gioco al suo avversario con 3 pallate fuori rimettendo in partita il tedesco. Arrivati al tie-break del secondo set, sul 3-2 in favore di Golubev, una palla leggermente fuori chiamata sulla linea fa inalberare Reister che, innervosito,  lancia alle ortiche il suo recupero nel punteggio e da li in poi riesce a portare a casa solo un punto concedendo set e incontro all’avversario. Tutto questo per la gioia di un tifoso napoletano che sottolinea la vittoria con un “e co sti sordi stongo buono tutt’ a settiman” (traduzione: con questi soldi sto bene tutta la settimana) riferendosi alla sua vincita per una scommessa, arrivata proprio grazie alla vittoria del kazako. Faccio in tempo a tornare sul campo centrale per assistere all’ultimo e decisivo set fra Volandri e Montana (Filippo vince il secondo set per 6-4) e mi accorgo di come  il numero degli spettatori sia salito. Tutto il pubblico locale, ovviamente, fa il tifo per Volandri e forse proprio grazie a questo Filippo trova la forza di reagire davanti ad una situazione davvero complicata. Il livornese, infatti, si è trovato sotto per 5-3 nel terzo set, prima di inscenare una splendida rimonta a suon di palle corte e vincenti di rovescio. Dopo quasi 3 ore di gioco e un match point salvato, l’italiano riesce a chiudere la partita con l’iberico piegato in due dalla fatica. 4-6 6-4 7-5, questo il risultato finale che ha evidenziato tutta la tenacia e l’esperienza del nostro giocatore, il quale però dovrà nei prossimi giorni obbligatoriamente alzare il livello di gioco se vuole andare avanti nel torneo. Il Volandri visto oggi è stato un giocatore diverso dal solito, molto falloso da fondo soprattutto con il diritto (innumerevoli i gratuiti con questo fondamentale) che faceva fatica a prendere le misure del campo e dell’avversario, anche se alla fine è riuscito a risollevarsi da una situazione molto critica, non demordendo e lottando fino all’ultimo. Una parola va spesa però anche per lo spagnolo, il 23 enne numero 249 del mondo, ha instaurato una bellissima battaglia mettendo in mostra un grande diritto e una buona manualità grazie alla quale ha dato vita a punti stupendi che hanno infiammato il pubblico. Terminato il match faccio l’ultimo giro dei campi  prima di andare via e faccio in tempo a vedere alcuni game di  Vagnozzi-Mertens. L’italiano non è il tipico giocatore estroso o bello da vedere, però riesce sempre ad essere competitivo a questi livelli grazie ad una grande intelligenza tattica e una solidità da fondo di altissimo livello. Mertens invece è un giocatore che, a mio modo di vedere potrebbe esprimere un tennis ancora migliore di quello che già esterna oggi, ha una semplicità di colpi difficile da vedere ma non sempre riesce ad essere concentrato e attento sul da farsi (saprò in seguito che il match è finito 6-3 6-2 per Vagnozzi). Terminata una giornata molto lunga torno a casa, ansioso di assistere ai tanti match di domani, e consapevole, che anche a Napoli, si inizia a sentire tra il pubblico il nome di un certo Quinzi…

Intervista ad Alessandro Giannessi

Nel  corso della giornata sui campi del tennis club napoli, ho avuto modo di scambiare alcune battute con Alessandro Giannessi, giocatore classe ’90 da poco approdato nella scuderia di Fabrizio Fanucci, già allenatore di Filippo Volandri:

Ciao Alessandro, per prima cosa ti ringrazio della disponibilità e ti chiedo subito come ti senti sia fisicamente che da un punto di vista tennistico  questa settimana, e come valuti questo inizio di stagione?

“Questa settimana mi sento abbastanza bene, sono due tre giorni che mi alleno qui, spero di fare un buon torneo e fare partite, che è quello che mi manca di più in questo periodo”

Da poco hai cambiato allenatore, dopo che per diversi anni ti sei allenato in federazione, sei passato sotto la guida di Fabrizio Fanucci, quando e come è nata questa collaborazione? E su cosa state lavorando maggiormente?

“ E’ iniziata da circa un mese, mi trovo molto bene! Questo cambio è stato voluto e adesso mi tocca solo lavorare sodo. Ci stiamo concentrando soprattutto sull’approccio e sulla gestione della partita che è la cosa che penso di dover ancora molto migliorare”

Inoltre allenarti con Fanucci ti permette di stare a contatto con giocatori come Volandri e Starace, ti fa piacere questo e cosa cerchi di prendere da loro?

“Assolutamente si, con Filippo e Potito mi trovo bene, sono giocatori di grande esperienza e spero che mi possano aiutare anche loro a crescere un po’ “

Hanno assegnato da poco, le wild card per il foro italico e ci sono state diverse critiche sulle assegnazioni fatte in particolare, ci sono state critiche sui nomi di Volandri e Starace, qualcuno diceva che era il caso di assegnarle a qualcuno di più giovane o più in forma. Tu cosa ne pensi?

“Io penso che vadano bene le wild card, anche perché sono 2 giocatori che hanno dato tantissimo al tennis italiano in passato e penso che possano dar ancora molto, io personalmente non vedo nulla di particolarmente strano”

Ci sarai in quali al foro italico?

“Spero di esserci! credo che parteciperò al torneo di pre-qualificazione e spero di qualificarmi

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