Di Giulio Gasparin
La prima semifinale di questa edizione dell’ATP Challenger di Cordenons ha visto come protagonisti due specialisti della terra come Adrian Ungur e la sesta testa di serie Roberto Carballes Baena. I due non si erano mai affrontati prima di oggi, fatto che rendeva questo incontro ancora più imprevedibile, nonostante il divario in classifica tra i due: Ungur, più esperto e dal passato da top 100, che ha raggiunto questo penultimo atto del torneo friulano eliminando due teste di serie (Gianluca Naso e Kevin De Schepper) e Carballes Baena, fautore dell’eliminazione della prima testa di serie, Albert Ramos-Vinolas.
Il primo set è stato di un livello altissimo, deciso da pochissimi punti: il contrasto di stili ne è stato il fil rouge, con il rumeno più aggressivo e più fantasioso (per poco nel corso del primo set non metteva a segno un passante in tweener), mentre il giovane spagnolo più conservativo, solido ed impenetrabile. Ungur ha iniziato il suo incontro con i fuochi d’artificio, mettendo a segno nel primo punto uno spettacolare smash in salto, a cui ha fatto seguire il primo break della partita. Il tennista di Tenerife non si è lasciato sorprendere per più di un game e ha iniziato a macinare punti da fondo campo, allontanando Ungur dalla linea di fondo con dritti carichi e incrociando bene di rovescio, per togliere tempo al rovescio ad una mano del suo avversario. Il braccio di ferro si è protratto a strappi fino al decimo game, quando Ungur si è trovato a servire per rimanere nel set: al termine di un game lunghissimo in cui il rumeno ha avuto molte chance di portarsi sulla parità, Carballes Baena ha trovato il break e con esso il primo set per 6-4.
Con un andamento quasi speculare, anche nel secondo set una serie di break ha aperto il parziale, ma con il passare dei punti e dei giochi, Ungur è sembrato trovare più sicurezza nel suo rovescio lungolinea, con cui ha messo a segno una serie di vincenti che hanno fatto saltare dal proprio posto i molti appassionati giunti questa sera a Cordenons. Carballes Baena ha provato a spingere sull’acceleratore, ma più spingeva, più Ungur sembrava poter appoggiarsi e spingere a sua volta. Anche la palla corta, seppur in alcuni casi prevedibile, si è dimostrata un’arma importante per il rumeno, che grazie a questi colpi ha trovato un fondamentale break nel nono gioco e poi, pur non senza qualche problema, ha chiuso il secondo set con uno splendido serve&volley. Con un 6-4 a favore del tennista non dotato di testa di serie, il match si appestava ad un terzo e decisivo parziale.
Dopo due set di altissima intensità ed elevata caratura tecnica, sugli spalti ci si chiedeva se lo stesso si sarebbe potuto dire della partita decisiva e la risposta è arrivata tempestiva: i primi due giochi sono durati all’incirca 20 minuti, con scambi lunghissimi decisisi quasi esclusivamente da colpi vincenti. Il secondo game, soprattutto, ha visto Ungur costretto a salvare innumerevoli palle break, prima di trovare la via per un cruciale 1-1. Come evidenziato dallo stesso rumeno a fine partita, quel game è stata la chiave di volta dell’incontro: “se lui avesse fatto il break avrebbe preso fiducia, mentre io sarei potuto calare, anche perché ero stanchissimo.“
Da bordo campo, però, l’impressione era che d’un tratto Carballes Baena avesse finito le energie, soprattutto quelle mentali dopo ore chiuso in difesa, lontano dalla riga di fondo, mentre il tennista rumeno trovava accurate e potenti accelerazioni vincenti con tutti i colpi, volando sul 5-1 a suon di vincenti e palle corte. Lo spagnolo ha dunque trovato una reazione di orgoglio nel settimo gioco, servendo a tutto braccio per allungare il match, ma è stato cinico Ungur, che ha subito chiuso i conti, guadagnandosi la prima finale stagionale.
Dopo lo spettacolo eccezionale della prima semifinale di giornata, era difficile pensare che anche la seconda si sarebbe potuta ripetere ad uno standard altrettanto elevato; purtroppo non solo ciò non è avvenuto, ma in generale il match non è stato all’altezza di una semifinale challenger tra due giocatori che sono stati tra i migliori del mondo. È stato soprattutto il serbo Filip Krajinovic, tristemente noto in Italia per gli insulti ricevuti da Fabio Fognini, a non mostrare il meglio del proprio repertorio, in una partita piena di tensione, segnata dai troppi errori gratuiti, in particolare nei pressi della rete. Anche Paolo Lorenzi, suo avversario e maggior favorito al titolo dopo l’uscita di scena della prima testa di serie, non ha giocato al meglio delle sue possibilità, ma ha comunque combattuto con la solita ammirevole tenacia, pronto a trarre vantaggio dai possibili passaggi a vuoto del serbo. L’azzurro, aiutato da un pubblico quasi completamente in suo supporto, ha iniziato l’incontro alla grande, portandosi avanti di un break ed avendo una chance del 3-0 e servizio. La reazione del terzo favorito del tabellone non si è fatta attendere, così, con un rapito capovolgimento di fronte, il serbo si è trovato al servizio sul 5-3 in proprio favore e 30-0 nel gioco. Non è comunque bastato, perché Lorenzi non ha mollato e a suon di difese e aiutato da scellerate discese a rete del suo avversario ha portato il primo set al tiebreak. Lì, però, è stata la volta dell’italiano di sprecare una posizione di vantaggio, perché con un Krajinovic infuriato per una chiamata arbitrale che aveva consegnato un mini-break al suo avversario, Lorenzi ha perso 3 punti consecutivi, cedendo il primo set.
Nonostante il set di vantaggio, non ha trovato la tranquillità per esprimersi con continuità e al meglio il serbo, che anzi ha rischiato il warning dopo aver urlato oscenità in italiano su una palla uscita di poco ad inizio secondo set. Lorenzi però ha faticato a trovare un’alternativa al gioco in difensiva, in attesa dell’errore del serbo, riuscendo a far male veramente solo quando questi accorciava e lui riusciva a prendere la rete. Suo malgrado, Krajinovic è riuscito a diminuire il numero di gratuiti portandosi avanti di un break per ben due volte. Lorenzi ha avuto la miglior occasione per rientrare sul 4-2, con due palle break a suo favore, ma il serbo le ha salvate prima di chiudere il gioco con due smorzate vincenti. Chiamato a servire per il set, Krajinovic non si è intesito come nel primo set, quando aveva servito per il set, e con uno stupendo passante di dritto si è guadagnato l’accesso alla finale di questa sera.
Leggi anche:
- None Found