Di Giulio Gasparin (@GiulioGasparin)
Si sa, Pordenone non è nota per la secchezza del suo clima, ma nel cuore di un’estate calda ed asciutta come quella di questo 2015, pochi si potevano aspettare un’edizione dell’ATP Challenger di Cordenons così vessata dalla pioggia. La giornata di ieri è stata infatti del tutto segnata da essa, tanto da non aver visto nemmeno un 15 in tutto il giorno. L’odierna mattinata di sole ha aiutato gli organizzatori che hanno comunque aspettato fino al primo pomeriggio per poter far scendere in campo i giocatori in condizioni di sicurezza.
Nemmeno i campi lenti però hanno potuto aiutare Alessandro Giannessi, opposto al temibile francese Kevin De Schepper: lo statuario transalpino, pur non arrivando a questa occasione forte della stessa condizione e sicurezza nei propri mezzi dello scorso anno, ha imposto la sua potenza sia con i colpi da fondo, che con il suo celebre servizio. Giannessi, non nuovo a momenti di poco controllo del proprio temperamento, ha faticato a farsi apprezzare dal pubblico, mentre dava dimostrazione di poca calma ed autocontrollo, specie nel primo set, quando è stato preso a pallate dal suo avversario. Trovatosi avanti 6-0 e di un break anche nel secondo parziale, De Schepper ha mollato la presa quel tanto che è bastato all’italiano di rientrare in partita, ma una volta arrivati al tiebreak, non c’è stata partita: 7-2 per il francese, che si è cosi guadagnato per primo quest’oggi il pass per i quarti di finale.
Mentre a poco a poco il circolo si riempiva, Filip Krajinovic ha letteralmente asfaltato Erik Crepaldi, cui ha rifilato un doppio 6-0 in 44 minuti. Sembrava destinato ad una sorte simile anche il match tra Gianluca Naso e Adrian Ungur: l’esperto rumeno ha iniziato il match in sordina, sempre in difficoltà sul proprio servizio, complice soprattutto una prima latente e poco incisiva, e senza infastidire l’azzurro in risposta. In poco tempo, Naso si è aggiudicato il primo set per 6-1, mentre sul campo centrale si apprestavano ascendere in campo due azzurri: Thomas Fabbiano e il favorito dei pronostici Paolo Lorenzi.
Con l’inizio del derby la maggior parte del pubblico si è radunata sulle tribune del campo principale e con loro anche io, non rimanendo deluso dalla scelta fatta: il primo set tra i due azzurri si è dimostrato di altissima qualità ed intensità, soprattutto grazie ad un Fabbiano molto ispirato e che ha incantato gli spettatori con una moltitudine di magnifici dritti vincenti. Lorenzi però è un’animale da battaglia e pur subendo spesso le accelerazioni dell’avversario romano, ha fatto quanto gli riesce meglio: lottare su ogni punto, senza lasciare un punto facile a chi sta dall’altra parte della rete. Nonostante lo sfavorito della vigilia abbia avuto diverse chance di portarsi avanti di un break nei primi giochi, l’andamento del parziale ha seguito quello dei servizi fino all’undicesimo game. Fabbiano ha subito un leggero passaggio a vuoto, di cui ha subito fatto tesoro Lorenzi, che si è preso il break ed assicurato la possibilità di servire per chiudere il set al cambio campo. Proprio sulla palla break, il romano ha dovuto servire quattro volte la seconda di servizio, complici tre let, che hanno scatenato un divertito vociare tra il pubblico. Lorenzi non è però riuscito a chiudere i conti ed il tiebreak ha segnato le sorti del primo set: Fabbiano ha sbagliato troppo, irrigidito dalla situazione di equilibrio, mentre con esperienza Lorenzi raccoglieva i frutti della sua perseveranza in difesa, aggiudicandosi il primo set.
Contrariamente a quanto successo più di un’ora addietro, il più giovane dei due tennisti in campo ha preso subito un break di vantaggio, ma con un game sciagurato l’ha perso, ritrovandosi contutto da rifare sul 3-3. A quel punto, i due hanno ingaggiato uno scambio di break, ma è stato sempre Fabbiano a condurre, sia nel gioco, sia nel punteggio, costringendo Lorenzi a rincorrere, soprattutto quando il romano riusciva a scaricare tutta la potenza del suo dritto. Inversamente a quanto successo nel primo parziale, il tennista che si è trovato a servire per il set, questa volta non ha fallito e con un game spettacolare, Fabbiano ha conquistato il secondo set e l’ammirazione di gran parte del pubblico, che da quel momento ha sperato nell’impresa.
Le due ore di gioco e le tante energie spese, soprattutto a livello mentale, sono sembrate richiedere il loro dazio sul tennista romano, che all’inizio del set decisivo è subito scivolato sotto di un break, ma soprattutto ha dovuto chiedere l’intervento del fisioterapista per un problema alla gamba destra, che di lì a poco avrebbe purtroppo messo fine all’incontro. Sul 4-1 in favore di Lorenzi, Fabbiano ha gettato la spugna e anzitempo ha stretto la mano al suo avversario, uscendo comunque tra gli applausi di un pubblico che ne ha apprezzato la combattività e il sontuoso dritto lungo linea.
A sorpresa, mentre il match dei due azzurri si svolgeva in tutta la sua stupenda intensità, sul campo 11 Ungur ha ritrovato la fiducia che gli era mancata nel primo parziale e ha messo a segno un’inaspettata rimonta ai danni di Naso e sullo stesso campo si sono sfidati la prima testa di serie, Albert Ramos Vinolas, e Michael Linzer. Nonostante il divario enorme in classifica tra i due, con più di 200 posizioni a separarli, il match è stato di qualità, con molta più lotta di quanto non suggerito dal doppio 6-2 che mostra il tabellone. L’austriaco, già protagonista di una bella prova nella prima giornata, si è fatto apprezzare dal pubblico presente in gran numero sul campo secondario, merito del suo gioco potente ma vario, che ha dato molto da pensare al numero 55 del mondo e favorito del seeding.
Nel frattempo, sul campo centrale, Matteo Trevisan ha affrontato il croato Antonio Veic, dando vita ad un match duro e lottato, dove anche le condizioni meteo avverse hanno reso il compito più difficile ad entrambi: un forte vento, poca pioggia e luce fioca hanno fatto da cornice all’incontro del toscano. Trevisan ha dato sfoggio di grandi giocate, ma dopo aver rimesso in piedi un primo set che sembrava perduto, è rimasto intrappolato dalle trame del gioco vario e carico di tagli di Veic, che con facilità ha chiuso il tiebreak. Trevisan ha lottato, ma pur trovando le forze e la solidità per conquistare il secondo parziale, nulla ha potuto nel terzo e decisivo set, chiusosi in favore del croato.
Spero poi non me ne vogliano Matteo Viola e Filippo Volandri, ma infreddolito e affamato ho preso la via di casa, perché come si dice in lingua friulana: “Al è gnot e scûr di ploe.” (è notte e il cielo è scuro per la pioggia)
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