da Bucarest, Gianluca Dova
La primavera di Bucarest è alterna e bizzosa a dir poco come il carattere delle donne rumene. Si passa dal freddo, al caldo, dalla pioggia al sole, al vento nel arco di qualche minuto senza soluzione di continuità. Questa breve introduzione è per spiegarvi come sia complicato organizzare un torneo di tennis nella capitale rumena.
Avevo in programma di seguire gli italiani sul centrale, Garcia-Lopez contro Giustino e Fabbiano contro Tipsarevic, e conoscendo l’alterna situazione metereologica mi sono attrezzato alla bisogna, maglietta a maniche corte (utile nei momenti di sole, 20 minuti circa quest’oggi), pullover (necessario nei momenti di freddo medii circa un paio di ore o a supporto delle fasi di molto freddo), giubbotto di jeans con cappuccio (assolutamente indispensabile nei momenti di molto freddo o di pioggia, un paio di ore circa). Così ce l’ho fatta: le condizioni non sono difficili solo per i giocatori, ma anche per noi spettatori. Chiaramente bisogna essere anche bravi ad alternare gli indumenti nelle varie fasi, se no rischi di andare in ospedale, ma ormai ho una certa dimestichezza ed un forte spirito di sopravvivenza dopo 20 anni in Romania. Arrivato proprio per la partenza del match tra Giustino e Garcia Lopez con pioggia leggera, ho vissuto il momento migliore del match a metà primo set, ho preso un po’ di sole e Giustino ha fatto un paio di game. Il resto dell’incontro purtroppo è stato un dominio di Garcia Lopez che mi è sembrato molto in palla, dritti e rovesci carichi e pesanti, pochissimi errori, costante al servizio, un rullo compressore. Giustino per la verità è apparso molto bloccato fin dall’inizio, sicuramente non si è espresso al meglio, non è facile al primo torneo Atp dopo una vita tra Futures e qualche Challenger, ma lo spagnolo sembrava realmente ingiocabile. Non è durata molto, è finita 6-2 6-0, e sono rimasto sinceramente dispiaciuto per il nostro che pure a fine partita si è unito letteralmente al pubblico per applaudire il suo avversario. Un bel gesto, naturale e sportivo che in qualche modo come italiano mi ha fatto sentire orgoglioso. Perdere male e mostrare rispetto per l’avversario credo sia un gesto di grande civiltà, sarebbe da spiegare agli ultrà calcistici allo stadio. Proprio per aumentare il divario già evidente di civiltà tra i due sport, Giustino è stato comunque applaudito all’uscita. Propongo un corso di aggiornamento tennistico a chi insulta madri che soffrono o minaccia e picchia professionisti.
Il secondo match, tra Fabbiano e Tisparevic, è stato invece bello. C’è stata pioggia leggera alla fine del palleggio per una decina di minuti e poi un freddo medio costante per tutta la partita, condizioni comunque umane. Il match è stato bello, perché giocato in maniera brillante da Tommy che si è portato 3-1 40-15 ha fatto pensare probabilmente al serbo che aveva anticipato troppo il rientro dal infortunio. Tommy ha dominato da fondo con il dritto, ha giocato vincenti e colpi spettacolari con una produzione industriale. Da lì però Tipsarevic, che si è evidentemente ricordato del giocatore che era prima di farsi male, ha giocato un paio di gran punti con rincorse spettacolari e il suo rovescio lungolinea a far da cornice finale. Sulla parità Tommy ha pensato che stava vincendo, e ha concesso due errori in palleggio con il rovescio che finisce a metà rete: colpi che in altri momenti non avrebbe probabilmente sbagliato così. Da lì Janko comincia servire meglio e Fabs infila una striscia negativa di 4 games con il servizio perso per un paio di dritti aggressivi da metà campo, tatticamente giusti ma forse sbagliati di un po’ troppo. Questi errori hanno fatto la differenza nel set, visto che Tipsarevic, trovandosi sotto 5-4 e con due palle break da annullare, ha servito solo ace e servizi vincenti. Il serbo è sicuramente lontano dai suoi standard migliori ma ha ancora la dote dei campioni di giocare bene i punti importanti. Tecnicamente è sembrato efficace da fondo solo con il rovescio, soprattutto in lungolinea con cui qualche coniglio l’ha tirato fuori dal cilindro nei momenti importanti, mentre con il dritto è stato più falloso e spesso corto.
Il secondo set inizia come il primo con Fabs che gioca un gran bel tennis ed è dominante da fondo ma è sempre il servizio a salvare Tips su le due palle break contro. Lo stesso Tommy commenta spiritosamente: “Possibile che giochi le palle break meglio che se stesse 0-0 ogni volta…”. Ma probabilmente i campioni questo fanno, parafrasando la famosa réclame della birra, ed il “probably” è un di più. Con il passare del match Tips cresce leggermente anche da fondo dove comunque ha sempre limitato i dati grazie alle doti atletiche e all’esperienza. Il match è ormai in equilibrio e sul 3 pari Fabbiano al servizio si fa scappare un dritto aggressivo che lo fa andare a palla break contro. Il serbo come da spartito ancora non perdona, chiude il game e il punto più bello della partita con una volée sulla riga che Tommy cerca di riprendere con un difficile passante tra le gambe. La partita finisce più o meno lì, ma a me come a tutti gli spettatori presenti sarebbe piaciuta vederne ancora un altro po’, perché comunque divertente malgrado qualche errore da entrambi le parti. Ha un gioco complicato Tommy, che ama spingere e fare gioco su tutte le palle, ma ha bisogno di grande fiducia e convinzione per farlo con costanza e senza avere qualche dubbio. Comunque oggi ha dimostrato che non è fuori posto a livello Atp. Alla fine della partita Fabbiano mi ha confermato le stesse sensazioni che avevo avuto durante il match: “Ho giocato bene ed ho fatto io gioco ma ho fatto qualche errore di troppo in alcuni momenti mentre lui ha giocato benissimo nelle fasi importanti del match. Penso di aver giocato meglio di lui in buona parte del match ma poi quando era necessario, lui faceva dei gran numeri o serviva molto bene. Un po’ di rammarico c’è ma comunque è stata una bella esperienza”. Non sono riuscito a vedere nulla della partita tra Golubev e Bolelli, ma conosco Andrei per averlo visto giocare e perdere al primo turno in un Future rumeno da bambino. Perse 6-0 6-3 con lo sconosciuto mancino rumeno Bolanu e quando l’ho incontrato altre volte mi ha sempre detto scherzando che a Bucarest non sarebbe venuto finché non si fosse ritirato Bolanu. Bolanu si è ritirato da qualche anno ma Golubev in Romania è sempre a zero match vinti anche dopo aver giocato oggi contro Simone. Ad maiora.
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