La giornata di ieri, che tanto aveva esaltato è finita con l’ennesimo scroscio di pioggia che mi ha colto senza ombrello. Per non dire che, essendo Vienna in Austria, alle 10 ho faticato per trovare un posto dove servissero qualcosa di caldo da mettere sotto i denti. Bagnato e solo per le strade della capitale, ho finalmente trovato un locale aperto, dove mi sono rifocillato e riscaldato prima di tornare al mio appartamento. In tutta onestà, non mi ha esaltato la cucina siriana, ma l’ambiente era carino e alla fine mi hanno saziato le loro pietanze, ma la speranza è che oggi vada meglio, o se non altro non perda la cena (ovvero panini) offerti qui in sala stampa.
Del primo match di giornata, ovvero quello di Paolo Lorenzi, potete leggere nell’articolo a parte scritto a seguito della sua splendida vittoria su Rajeev Ram e che trovate qui. Prima di arrivare alla Stadthalle io mi sono dedicato ancora una volta a compiti mediatici, senza quindi uscire ad esplorare le bellezze della capitale, che tanto amo e tante volte ho visitato, ma che in questi giorni mi sono visto costretto a trascurare. Una volta litigato con tutte lo compagnie aeree d’Europa ed essermi visto costretto a comprare un biglietto Venezia-Ginevra con scalo a Bruxelles, mi sono portato al centro del tennis austriaco per questa settimana e mi sono goduto lo spettacolo del romano Lorenzi.
Intanto sul campo centrale si sono sfidati due giganti del tennis, nel senso meno metaforico possibile, perché John Isner e Kenny De Schepper sono tutt’altro che minuti e le loro capacità al servizio hanno dettato l’andamento dei game. Entrambi infatti hanno sfruttato al massimo le condizioni veloci del palazzetto viennese, concedendo pochissimi punti in ribattuta al proprio avversario. Senza alcuna sorpresa, il primo set è stato deciso da un sofferto tiebreak, dopo che nessuno dei due giocatori fosse riuscito ad avere nemmeno una palla break. A far proprio il parziale però è stato il numero 13 del mondo, che ha sfruttato l’unico minibreak di tutto il tie.
Anche il secondo set è stato deciso da un tiebreak, ma questa volta Isner ha sprecato un paio di occasioni per chiudere anche prima, poiché nell’ottavo gioco, sul 4-3 ha avuto tre palle break, due delle quali consecutive, ma non è riuscito a convertirle. Più pesante ancora la palla break che valeva un match point due game più tardi, ma ancora una volte non è riuscito a strappare il servizio al qualificato francese.
Lo stesso Isner ha detto a fine match: “Sono molto contento della mia performance, lui in un certo senso è una versione mancina di me. Mi piace molto il campo qui a Vienna e mi piace la città, è così piena di storia e poi anche il clima, non mi serve l’aria condizionata qui!”
Il match che ne è seguito è stato anche più lungo e combattuto, avendo visti opposti Thomaz Bellucci e Gael Monfils per oltre due ore e trenta di match intenso ma raramente di alta qualità. Il tennista francese, infatti, non ha mostrato una delle sue più splendide performance, limitandosi spesso alla sola difesa. I due precedenti erano stati entrambi lottati e anche oggi non è stato diverso, il francese ha perso il primo set al tiebreak e nel secondo set ha rischiato nuovamente, ma questa volta non si è fatto riprendere il break conquistato e poi nel terzo set ha amministrato il vantaggio preso in apertura.
Nonostante una performance sottotono, il tennista parigino ha messo a segno una delle sue magie, infilando Bellucci con un funambolico contro-smash che ha lasciato il brasiliano di stucco e fatto esplodere il palazzetto un po’ assopito fino a quel momento per un match che faticava a decollare.
Gli occhi di tutti però erano puntati al match che ne sarebbe seguito e che ha visto protagonisti il beniamino di casa, la grande speranza del tennis austriaco Dominic Thiem e l’impronosticabile polacco Jerzy Janowicz. I due si erano affrontati solo una volta prima d’ora nel lontano 2011, sempre su suolo austriaco, ma sulla terra del Challenger di Salisburgo. Allora fu il polacco a vincere agilmente, ma da allora molto è cambiato e oggi il beniamino locale voleva dimostrarlo. Sempre nel 2011, l’austriaco aveva ottenuto la prima vittoria in questo torneo battendo Thomas Muster in un match che per molti ha simboleggiato un passaggio di testimone tra il passato e il futuro del tennis d’Austria.
Era tutto iniziato nel modo migliore per il numero 19 del mondo, che sfruttando anche un avversaio non del tutto centrato ha messo in cascina il primo set giocando un tennis solido e capace di prendere spesso in contropiede il polacco. In poco più di 30 minuti Thiem chiudeva il primo set per 6-2 e sembrava lanciato per un agevole passaggio al secondo turno. Poi però qualcosa si è inceppato.
D’improvviso l’essere a casa, l’avere migliaia e migliaia di occhi puntati su di sé si è fatto un peso, il campo sembrava sempre più piccolo e il braccio lento e pesante. La prima di servizio lo abbandonava quando più ne aveva bisogno e l’avversario che prima sembrava letargico e facilmente infilabile ora sembrava poter raggiungere ogni suo colpo. Thiem ha lottato più contro di sé che con Janowicz, ma il polacco ha preso il largo e sul 5-2 ha avuto anche un set point sul servizio austriaco. Il numero 19 del mondo ha reagito d’orgoglio, ha salvato la palla set e poi è tornato a macinare punti fino alla parità e poi ad un insperato tiebreak. Lì però, un po’ proprio come nell’andamento del set, Thiem è scivolato sotto, ha recuperato ed infine ha sbagliato sul più bello, facendo volare largo un dritto altrimenti vincente che ha consegnato il set e la parità a Janowicz.
Anche il terzo set è iniziato in salita con un break subito concesso e tantissima difficoltà nel leggere il servizio del polacco, che senza fatica amministrava il vantaggio preso. Punto dopo punto, l’austriaco è sembrato perdere fiducia, affondando sotto il peso di un’intera città con gli occhi puntati su di lui. L’ultimo gioco, sul servizio di Janowicz è stato la rappresentazione di quello che non è andato per il giocatore austriaco: braccio rigido e fretta di chiudere, salvo mancare spesso la conclusione più facile. Facile a dirsi da bordo campo, ma questo purtroppo per lui è un match perso per causa sue più che per meriti dell’altro, che per una volta è stato calmo e ha raccolto gli errori di un avversario sotterrato dalla pressione.
Con l’orologio che segnava le 10.30, una parte del pubblico rammaricata per la sconfitta del proprio beniamino ha lasciato il palazzetto, anche perché il match tra David Ferrer e Albert Ramos-Vinolas non preannunciava di essere rapido ed indolore, come Thiem si aspettava sicuramente non essere la conferenza stampa in cui tutti lo aspettavano. Ciononostante, il ventenne austriaco si è presentato tranquillo in sala stampa parlando lungamente con la stampa locale e poi anche con quella internazionale.
“Non penso sia stato un problema di pressione,” ha dichiarato. “La pressione è la stessa ovunque tu giochi, non cambia essere a casa o lontano, perché la voglia di vincere è sempre la stessa. Penso lui sia salito nel secondo e non sono stato bravo ad adattarmi, perché il primo è stato fin troppo facile.”
Ramos-Vinolas ha fatto suo il primo set per 6-1, ma domani ho una colazione di lavoro alle 8 e vorrei presentarmi, almeno presentarmi ecco, quindi da parte mia è tutto per oggi. Il derby spagnolo può finire anche senza di me.
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