di Michele Galoppini (@MikGaloppini), in collaborazione con Giulia Rossi e Luca Fiorino
Foto copertina e foto principale di Giulio Gasparin
La sveglia suona, suona, si lamenta e gracchia il suo metallico risveglio quotidiano, ma non c’è verso di interrompere il mio sonno letargico. La conseguente rincorsa sui tacchi nulla può contro la disarmante puntualità del FrecciaRossa per Milano, così perdo il mio treno direzione Brescia, dove ho programmato di passare il mio unico giorno di ferie dopo un intenso periodo di lavoro. Il treno successivo accumula 20 minuti di ritardo nel percorso che lo conduce verso Torino, sua destinazione finale. Raggiungo la piccola stazione bresciana con quasi due ore di ritardo sulla tabella di marcia e grazie alle accurate indicazioni del buon Galoppini (e non di certo a quelle fornitemi dalle autorità municipali) l’autobus numero 3 mi scarica nei pressi del palazzetto dello sport, circa 4 ore dopo la mia partenza da Padova. Sfinita ancora prima di cominciare la mia meritata giornata di tennis trovo un barlume di pace seduta di fronte a Basic-Kuzmankov. In mezz’oretta Basic fagocita il primo set ed è già ora di pranzo: ecco comparire Herr Director Nizegorodcew assieme al resto della combriccola. Panino versus piadina è il vero big match del giorno, giusto in tempo per vedere Lucone Vanni scendere in campo contro Benjamin Becker.
Queste le parole di introduzione della nostra Giulia Rossi, collega di SpazioTennis che oggi si unirà a noi nel palazzetto che ospita il torneo bresciano. Ma meglio non è andata a me, Michele Galoppini, ed al compare di tennistici disastri, Giulio Gasparin. L’idea era quella di recuperare all’hotel dove risiedono i vari boss e colleghi ed andare a goderci un po’ di tennis, giocato da noi e non dai campioni del torneo. Incontro previsto: ore 8:35; incontro effettivo: ore 9:20. Perché? Beh, in perfetto orario sulla nostra tabella di marcia, io e Giulio lasciamo casa mia per raggiungere l’autostrada A21 e quindi il capoluogo; peccato che un incidente tra mezzi pesanti in autostrada ha causato la chiusura del casello in entrata e l’obbligo d’uscita per la chiusura del tratto da casa mia a Brescia. Risultato? Una marea infinita di automobili e TIR hanno intasato letteralmente la statale che collega casa mia a Brescia e solo tanta pazienza e la pace dei sensi ci hanno fatto andare avanti.
Quando finalmente tutta la truppa di SpazioTennis è riuscita a riunirsi, è potuta cominciare anche la SpazioTennis Cup, nella sede dei campi in terra rossa indoor del Club Azzurri di Brescia. Potrete ammirare le gesta dei partecipanti molto a breve: il boss Alessandro Nizegorodcew ed i colleghi Stefano Berlincioni, Giulio Gasparin (nella veste anche di fisioterapista), Luca Mattek-Sands-Fiorino (impeccabile telecronista), Luca Brancher (tutto fare: tennista, giudice di linea, ball boy, pulitore righe…) più il sottoscritto si sono sfidati a colpi di dritto, rovescio e volée, in singolari e doppi, purtroppo immortalati anche dalle telecamere. Il tutto, a giorni, verrà pubblicato per rendervi partecipi delle nostre sfide al fulmicotone.
In termini di risultati, la sfida di doppio è stata portata a casa dalla coppia Berlincioni/Gasparin, che sono stati in grado di recuperare dall’1-3 e 0-40 sotto al servizio e dal 2-4, prima di chiudere 6-4 in rimonta su Galoppini/Nizegorodcew. A nulla sono valsi gli sforzi della seconda coppia, che ha sfoderato poderosi dritti per mano del boss e complicati (e confusi) colpi tattici del giovane – lo so, non è minimamente plausibile – Galoppini.
Il triangolare di singolari si è poi giocato con supertiebreak: Gasparin è stato in grado di recuperare un pesante svantaggio nei confronti di Galoppini e chiudere 12-10, dopo essersi ritrovato sotto per 2-6 e per 6-9. È stato un rocambolesco ultimo scambio, con riga sfiorata dal vincitore, a determinare le sorti del match. Galoppini ha alzato bandiera bianca anche nel secondo match, nuovamente dopo essersi visto annullare due match point, l’ultimo da una ficcante ed angolata risposta di dritto del Berlincioni, che in un match altalentante è prima salito 5-2 e poi dal 7-9 ha chiuso 11-9. Pregevoli le discese a rete precise ed efficaci del Berlincioni, così come l’unico rovescio in top di tutta la sfida del Galoppini, per un passante al corpo di rovescio rivelatosi vincente. La sfida decisiva ha visto trionfare Berlincioni, con un nettissimo 10-2 contro Gasparin: le variazioni (e la terra rossa per nulla digerita dal friulano in bresciana trasferta) del vincitore hanno messo in crisi il lato del rovescio di Gasparin, che nulla ha potuto.
La giuria di esperti nelle persone di Fiorino e Brancher hanno poi assegnato gli award: miglior dritto al boss Nizegorodcew, premio forza bruta e premio rovescio a Gasparin, mentre il padrone di casa Galoppini si è guadagnato l’intelligenza tattica award (peccato che comunque non ne abbia vinta una…). Non ci siamo nemmeno fatti mancare un MTO, date un’occhiata qui sotto…
I tried my best as a physio but I could not help @alenize82 win his match pre #atpbrescia have I been that bad? https://t.co/uUWDUuxsJ2
— Giulio Gasparin (@GiulioGasparin) 18 Novembre 2015
Archiviata la pratica tennis giocato, apriamo la pratica tennis giocato-da-altri-e-molto-meglio-di-noi, quando torniamo al Centro San Filippo per la giornata degli ottavi di finale del torneo. Arriviamo giusto in tempo per il primo risultato di giornata: Basic batte Kuzmanov 6-3 6-4 ed accede ai quarti, come vi ha raccontato la Giulia.
Secondo match che prevedeva il nostro Lucone Vanni affrontare Benjamin Becker sul campo centrale, match che si è poi rivelato combattutissimo, ottimamente giocato e ricco di numerosi scambi divertenti, nonché di momenti drama per colpa di giudici di linea e giudici di sedia disattenti. Dagli spalti, tutto il team SpazioTennis ha assistito e tifato, soprattutto la nostra Giulia, in trepidante attesa del match Arnaboldi vs Marchenko e speranzosa che non cominci troppo tardi, pena il perdersi buona parte della sfida per colpa del suo treno di ritorno, che riporterà a casa anche il nostro Gasparin, il quale termina la sua trasferta bresciana proprio oggi (così come Stefano, appena partito per la sua Empoli).
Il primo set va via liscio, Luca Vanni controlla ottimamente i suoi turni di servizio e se non c’è un ace l’azzurro riesce comunque ad imporre il suo gioco. Anche il tedesco riesce a fare lo stesso nei suoi turni di servizio, ma in uno fallisce e concede all’azzurro il break che sarà poi decisivo per il 6-4. I disastri cominciano nel secondo parziale, quando in un momento molto delicato, su una palla break per Vanni, il giudice di linea non chiama “out” una palla chiaramente fuori su un attacco lungolinea di dritto del tedesco. Il giudice di sedia fa lo stesso e Vanni nemmeno ci fa caso, tanto è ovvio quanto la pallina è fuori. Chiamato il punteggio, il deuce, l’azzurro capisce la situazione e giustamente partono anche le lamentele; peraltro lo stesso giudice di linea aveva commesso un grave errore anche ieri, proprio a sfavore di Vanni, scatenando nell’azzurro un’occhiataccia ed un “ti sto antipatico?!”.
Chiamata discutibile su delicata palla break. Vanni non la prende bene.Si va al terzo #atpbrescia (by @Carretero77) pic.twitter.com/MLWNxHpji9
— SpazioTennis (@SpazioTennis) 18 Novembre 2015
Per la serie “quando i buoni s’arrabbiano” Luca Vanni perde le staffe al #atpbrescia pic.twitter.com/qSXWnTAOf7
— SpazioTennis (@SpazioTennis) 18 Novembre 2015
La risposta di Lucone non si fa attendere ed arriva un game perfetto segnato da 4 ace, ma raggiunto il tiebreak il match gira a favore del tedesco e si va al terzo set. Anche nel tiebreak c’è un momento di imbarazzo, quando il giudice di sedia chiama un “let” a Vanni su una seconda: sicuramente è sfuggito alle telecamere, ma un giudice di linea ha guardato quello di sedia, facendogli capire l’inesistenza del let appena chiamato, ricevendo in risposta uno sguardo corrispondente ad un “ops, troppo tardi”.
Il terzo set è una lotta durissima, segnata nuovamente dai game al servizio. La tensione si sente anche sugli spalti: la Giulia continua a sperare che il match finisca al più presto in favore dell’azzurro, ma Vanni non ha altrettanta fretta: su un errore abbastanza banale in un momento chiave le parte anche un “li mortacci tua!”; ormai la padovana collega si è trasformata in un’accanita tifosa di romane origini…
Il game decisivo, in cui arriva il break che decide il match, è proprio l’ultimo: avanti 5-4 ed in risposta, Vanni si trova sotto 40-0, ma si realizza ciò che è definita la “regola Fiorino”. ‘Se sul 40-0 fai un errore banale perché pensi di aver già vinto il game, alla fine verrai brekkato’. La regola fa sì che l’azzurro riesca proprio nel momento meno probabile a strappare la battuta a Becker e quindi a chiudere 6-4 6-7 6-4.
Mentre ci dedichiamo tutti ad un buon caffè ed a quattro chiacchiere, altri due match-maratona, il cui risultato è certamente aiutato dai potenti servizi e dalla superficie velocissima di Brescia, si concludono: Marco Chiudinelli, dalle qualificazioni, approda ai quarti di finale battendo Michael Berrer per 3-6 6-4 6-2, mentre Farrukh Dustov, finalista lo scorso anno, si libera di Lukas Lacko 6-4 6-7 7-6. Proprio in quest’ultimo match, un fatto spiacevole si è consumato nelle fasi decisive e cedo così la parola a Luca Fiorino, spettatore dell’accaduto. Tie break del terzo e decisivo set: Lacko si porta avanti 4-2 con un rovescio in corsa incrociato ad una mano (lui è bimane) ed un ace esterno. Dustov sale di livello e conquista i 5 punti consecutivi con risposta sui piedi di Lacko e grazie ad una serie infinita di gratuiti del suo avversario. Lo slovacco perde la testa, lancia il fusto della racchetta verso l’uzbeko e a malapena gli stringe la mano. Esce infine dal campo completando l’opera di distruzione dell’attrezzo e scagliandosi verbalmente contro un povero spettatore passato di lì per caso, sfiorandolo con una spallata. Fortunatamente non sentito dallo slovacco, Dustov si è poi lanciato in un simpatico commento nella nostra intervista post match: “Lacko è un rosicone”… che detto da un uzbeko (seppur italiano di adozione) fa sempre sorridere!
Luca continua ora il suo lavoro e riprendo la parola. Il secondo match con protagonista un azzurro di cui vi diamo cronaca è quello tra Ilya Marchenko, vincitore della prima edizione del torneo di Brescia dello scorso anno, ed il mancino Andrea Arnaboldi. Finalmente Giulia Rossi può dar sfogo al suo tifo ed Arnaboldi sembra poter dare ottime soddisfazioni contro la testa di serie ucraina. Andrea tiene perfettamente il ritmo dell’ucraino, concede una sola palla break in tutto il set, annullandola, ed a suon di servizi, attacchi precisi, variazioni di ritmo ed ottime difese non lascia la presa. È il tiebreak quindi a decidere il primo parziale: l’inizio è dei peggiori, con un errore arbitrale a dir poco clamoroso, a causa di una chiamata di una pallina attaccata dall’azzurro che è caduta internamente alla riga… da lì, Arnaboldi ha recuperato il minibreak e tenuto tutti i successivi servizi come Marchenko, ma sul primo ed unico set point arriva il secondo minibreak dell’ucraino ed il parziale se ne va.
Marchenko continua ad essere efficientissimo nei suoi turni di servizio (tanto da non concedere alcuna palla break in tutto il match!), mentre l’azzurro perde brillantezza nei primi game del secondo parziale, come normale conseguenza di un set perso per così poco. Questo gli costerà l’intero match: un break in apertura dell’ucraino costa lo svantaggio che sarà decisivo dopo una ventina di minuti. Per la disperazione della nostra Giulia, Arnaboldi saluta il torneo dopo un ottimo match contro la terza testa di serie… e poi i due Giulii salutano noi ed il torneo e si avviano verso Padova e Pordenone.
I risultati mancanti di giornata: ottime prestazioni di Marcora e Caruso, purtroppo non servite a superare gli avversari molto complicati. Marcora ha ceduto in tre set a Gombos, mentre Caruso ha impegnato all’inverosimile Dustin Brown. Inoltre è saltata la prima testa di serie del torneo: Stakhovsky ha ceduto in due set ad un ottimo Sijsling, che ha vinto 7-6 6-2.
Ora è tempo di cenare (sono ben le 23), la fame è immensa, la sete pure, e Mattek-Sands-Fiorino ha detto che offre la pizza… Boss Ale, lo prendiamo in parola, no?
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