di Alessandro Mastroluca
Aspettando Palito. Un po’ come Godot. Si allontana ancora il rientro di Juan Martin Del Potro, che molto probabilmente salterà il torneo di Brisbane, già penalizzato dal forfait di Cilic annunciato qualche giorno fa. I suoi tifosi hanno sperato a fine anno di vederlo in campo per gli ultimi appuntamenti della stagione, a Basilea, dove difendeva il titolo vinto in finale su Roger Federer dodici mesi fa, e a Bercy, ma l’argentino aveva rimandato tutto al 2015.
Delpo è fermo dal mese di febbraio. A marzo, poi, si è sottoposto a un intervento chirurgico al polso sinistro alla clinica Mayo di Rochester, in Minnesota. Qui il chirurgo Richard Berger ha scoperto che il danno ai legamenti era peggiore di quanto potesse apparire dalle radiografie. I più attenti, scriveva il nostro Marco Marangoni, “sicuramente immaginavano che Del Potro alla fine avrebbe rinunciato ai tornei europei: nei costanti aggiornamenti che il campione argentino affidava, con cadenza quasi settimanale, alla sua pagina Facebook, si potevano sempre notare immagini di durissimi allenamenti in palestra. Mai una foto sul campo, mai una foto con la racchetta in mano. Inevitabile il pensiero che proprio sull’aspetto della partita il tennista di Tandil non si senta pronto”.
Il 2015 parte dunque con tante ombre e tante incertezze per Del Potro, che solo lo scorso dicembre era quinto al mondo con quattro titoli vinti in stagione, e ha iniziato il 2014 con il successo a Sydney, così da mantenere aperta una striscia positiva che l’ha visto conquistare almeno un titolo all’anno dal 2011.
Già nel maggio 2010, Del Potro si era operato al polso, ma quello destro. E non è l’unica differenza rispetto all’intervento dell’anno scorso. Allora, infatti, tornò in campo dopo quattro mesi, a fine settembre. Adesso, invece, i tempi per il recupero si avvicinano ai 12 mesi, e ancora l’argentino sente dolore. In questo mese, durante gli allenamenti, non è ancora apparso in condizione di colpire il rovescio bimane con la massima potenza, ha fatto ricorso a infiltrazioni e limitato più volte l’esecuzione di diversi esercizi per le condizioni del polso. Il suo addetto stampa Jorge Viale ha dovuto ammettere che Palito è stato anche costretto a interrompere una sessione di allenamento con Leonardo Mayer per i forti dolori al polso operato. I medici però hanno fatto sapere che è comune sentire dolore in una situazione come la sua di pieno allenamento, dopo mesi di riposo.
Del Potro stava solo palleggiando con il numero 28 del mondo, insieme al coach Franco Davin e agli junior Manuel Peña López e Augusto Stodart. E questo non fa che aumentare le incertezze sui tempi di rientro del tandilense al tennis competitivo. Ieri, in un’intervista telefonica con il quotidiano La Nacion, Viale ha ammesso che “la situazione di Del Potro non è facile” e ha spiegato che il giocatore “ha tempo fino a giovedì per decidere se andare o no a Brisbane”. E’ chiaro che un Del Potro incerto sulla sua presenza a Brisbane non prenderà parte nemmeno agli Australian Open. Al momento, dopo la stagione australiana, nella sua schedule compaiono Delray Beach e Acapulco, sul duro, dal 16 febbraio. E il 6 marzo ci sarebbe la Davis, sulla terra battuta, contro il Brasile, per il debutto del neo capitano Daniel Orsanic. Ma al momento, sul futuro di Palito-Godot rimangono solo domande. E nessuna risposta.
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