di Marco Mazzoni (@marcomazz)
Mentre a Monte Carlo sta andando in scena una giornata di tennis assai deludente rispetto alle aspettative (nei primi due match, mentre scrivo non è ancora iniziato Djokovic vs Cilic), a scuotere la mattinata è arrivata una notizia improvvisa da Borna Coric. C’ha pensato lui direttamente, seguendo la tendenza della comunicazione 2.0 al tempo dei social. Altro che uffici/addetti stampa… Ormai i tennisti usano Facebook e Twitter per divulgare le proprie notizie ufficiali, oltre che condividere sensazioni, foto, vittorie e delusioni. Borna Coric ha lasciato sulla propria bacheca FB un breve post, sibillino, in cui annuncia che la sua collaborazione con il coach Željko Krajan si interrotta. Pare per volontà comune, spinta dal desiderio di Krajan di viaggiare di meno. “Cari fans, voglio informarvi che non lavorerò più con il coach Željko Krajan. Lui vuole passare più tempo insieme alla sua famiglia, così abbiamo deciso di separare le nostre strade. Domani partirò per il mio prossimo torneo a Bucarest”.
Nessun altro dettaglio al momento. La notizia è così calda che è forse troppo presto per interpretazioni, o addirittura già spendere dei nomi per il futuro allenatore di Borna. Quello che è lecito immaginare, vista la giovane età del croato, è che molto probabile la scelta sarà rapida. Difficile ipotizzare che a 19 anni Coric voglia affrontare il durissimo tour Pro da solo, il tutto in un anno per lui fondamentale, quello del consolidamento e crescita dopo l’esplosione del 2014.
Leggendo i primi commenti su twitter, alcuni arrivano ad ipotizzare che questa scelta non sia stata poi così improvvisa, ma che dietro a tutto potrebbe esserci addirittura la spinta di un possibile cambio di management, che condurrebbe anche ad un nuovo team tecnico. Riporto la cosa così, come pura boutade, perché nessuna verifica o voce mi è giunta al riguardo.
Ma restando ai fatti, la cosa forse più interessante della faccenda è che questo cambio di staff tecnico potrebbe anche esser molto significativo per Borna. Infatti il talento croato si sta imponendo (è a ridosso dei top50 ATP) con un tennis ricco di qualità ma anche difetti evidenti. E’ il momento ideale per lavorarci sopra, sfruttando questa fase di assestamento tecnico ad alto livello, e quindi costruire una nuova solida base per salire ancora. Attenzione: stiamo parlando di un teenager, con ancora poca esperienza a questo altissimo livello, con margini di crescita enormi sotto tutti i punti di vista. Anche continuando il lavoro con Krajan magari avrebbe continuato la sua crescita tecnica; tuttavia il cambio di guida potrebbe essere proprio la miccia ideale a far scattare le novità, inserire elementi diversi per limare i difetti e potenziare le sue armi.
Dove lavorare? Un po’ ovunque, ma ci sono dei punti in cui è davvero indispensabile intervenire, pena trascinarsi dietro zavorre difficili da abbandonare più avanti.
La priorità deve essere il dritto: un colpo solo discreto, di manovra, e nemmeno così sicuro soprattutto quando è lui a dover imporre ritmi e traiettorie. Il suo dritto ha un difetto di fondo: il lato destro è meno sensibile, lo afferma lui stesso dichiarando che è il rovescio il suo colpo naturale. Gli errori nella spinta col dritto arrivano in tutte le situazioni di gioco, ma soprattutto quando è costretto a giocarlo sotto pressione e con meno tempo: in queste condizioni velocizza l’esecuzione ma perde controllo e potenza. Infatti l’aspetto più lacunoso dell’intera esecuzione è che Coric riesce a trovare velocità nel colpo attraverso una grande rotazione del braccio-racchetta e del busto, che si muovono in buona sincronia, ma senza esser sostenuti da una meccanica esecutiva efficiente e “in controllo” del tempo di impatto. Non è un caso che la sua palla, anche all’interno di uno stesso scambio sulla diagonale del dritto, gli esca con lunghezza instabile, a volte più corta e poi improvvisamente molto più lunga (…o troppo lunga!). Il difetto originale è l’eccesso di slancio alla ricerca della spinta, che mette in evidenza la carenza di sicurezza e sensibilità. Uno dei difetti maggiori è la tendenza a far cadere indietro il peso del corpo al momento del caricamento e quindi della spinta, addirittura con le gambe piuttosto divaricate, spesso con un solo piede a contatto col terreno. Scarso equilibrio dinamico, e vista la mancanza di anticipo sulla palla diventa difficile trovare la combinazione ideale di potenza e controllo. L’esecuzione, proprio sul piano squisitamente tecnico, non è tra le migliori. Tende a colpire la palla spesso troppo alta, o al contrario troppo bassa e lontana dal corpo e dall’anca, il punto ideale per impattare con la massima velocità e precisione. Quando al termine dell’apertura inizia la fase di avanzamento verso l’impatto, apre fin troppo il polso, dando una sorta di “schiffone” invece di entrare pienamente nella palla. Insomma, di lavoro ce n’è in abbondanza… Sul lato sinistro invece ha davvero poco da imparare. Il movimento è compatto, efficace ed efficiente. Anche se la esecuzione è diversa da quella di Djokovic, lo ricorda terribilmente per come è bravo nel colpire con forza e sicurezza da ogni posizione di campo riuscendo a trovare equilibrio dinamico. Qua potrebbe migliorare l’esecuzione ad una mano, ideale a cambiare ritmo, cosa che ancora usa ben poco o con risultati non eccellenti. Dove invece deve assolutamente lavorare è sotto rete, dove va poco e con tecnica e posizione “artigianale”. Sul piano tattico possiede il coraggio e la velocità di piedi (e di pensiero) per seguire in avanti i colpi quando la situazione lo richiede, quindi non deve trascurare il gioco di volo. Altro passaggio tecnico da affinare è la sicurezza nel chiudere da tra quarti campo: la palla spesso gli finisce in rete, perché tende ad arrivarci fin troppo sotto.
Da buon croato, nonostante la giovane età, possiede un servizio più che discreto. Non sarà mai la sua arma principale, come per gli illustri connazionali come Ivanisevic, Ancic, Ljubicic o Karlovic, ma il colpo è interessante e con ampio potenziale di miglioramento. E’ un’esecuzione solida, con pochi fronzoli, quasi “scolastica”. Per migliorare il colpo potrebbe lanciare la palla leggermente più in alto, rallentando la prima fase del caricamento e quindi accelerare progressivamente coinvolgendo tutto il corpo (piedi, gambe, schiena), soprattutto con un ribaltamento maggiore delle spalle, che oggi danno un contributo modesto in termini di spinta.
Già bravissimo in risposta e nel passare da difesa ad attacco, dove potrebbe migliorare tatticamente è nello spostare più avanti il baricentro del suo gioco, diventando sempre più produttore di tennis che contrattaccante. Infatti al salire del livello e della potenza dei rivali, finire troppo presto nello scambio in difesa potrebbe penalizzarlo terribilmente, poiché ribaltare l’inerzia sarà anche il suo pane, ma contro i top players non è faccenda semplice nemmeno per chi ha le sue gambe e la sua reattività.
In tutti questi aspetti e molto altro ancora, un nuovo coach potrebbe aprirgli strade importanti, facendo fruttare il suo talento, le qualità di base, la sua enorme capacità atletica che lo rende velocissimo e resistente. E’ impegnatissimo con Raonic, sennò verrebbe facile vederlo insieme a Ivan Ljubicic. Chissà.
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