Sotto un cielo velato e tinto dai colori del tramonto, si è giocata la finale dell’ATP Challenger di Cordenons, dove si sono affrontati Filip Krajinovic, terza testa di serie, e Adrian Ungur. I due si erano affrontati già due volte a livello Challenger, con una vittoria per parte, ma con entrambi i match troppo datati per aggiungere qualcosa all’attesadi questa finale. Il favorito per ranking e per le minor energie spese nella settimana era sicuramente il serbo, ma Ungur si presentava forte di una performance di livello assoluto nella prima semifinale disputatasi ieri, sicché le aspettative per una finale di qualità erano condivise dai più. Un po’ a sorpresa è stato il tennista rumeno ad uscire più forte dai blocchi, similarmente a quanto fatto da Usain Bolt nella finale dei 100m dei mondiali di oggi pomeriggio a Pechino: non era il favorito e d era chiamato ad una buona dimostrazione e l’ha fatto, iniziando il match con il piede tutto premuto sull’acceleratore. Krajinovic, forse sorpreso da questa partenza, ha subito i continui tentativi di accelerazione del tennista di Pitesti, sbagliando anche molto nel tentativo di ribaltare gli scambi. Dopo 20 minuti, Ungur si è trovato a servire sul 4-0, ma lì qualcosa è cambiato: il numero tre del tabellone si è fatto sentire maggiormente con risposte più potenti e profonde, trovando infine il break al termine di un game lungo e lottato.
Il braccio del rumeno si è quindi irrigidito, con troppi errori, mentre specularmente si alzava il livello del serbo, deciso a rimettere in piedi il set, nonostante Ungur si trovasse a servire per chiudere il primo parziale sul 5-3: grazie ad ottime risposte ed un Ungur troppo teso, ha trovato il break. Nel game successivo il rumeno ha avuto una palla per chiudere il set, ma il passante non troppo complicato che ha avuto a disposizione è finito lungo e Krajinovic ha agguantato la parità. È stato dunque bravo Ungur a mantenere la calma, trovatosi sotto 0-30 sul proprio servizio, e a mettere a segno due splendidi vincenti con la palla corta, per poi assicurarsi quantomeno il tiebreak, che però non è arrivato. Nel successivo game in risposta, il rumeno ha spinto con grinta, forzando un paio di errori del serbo emettendo a segno una risposta di rovescio in salto da manuale. Con il break si è dunque chiuso il primo set per 7-5 in poco più di un’ora, ma il match sembrava lontano da un epilogo.
Ungur è partito nuovamente forte nel secondo set, issandosi subito avanti di un break, ma sulla palla del 3-0 il suo favore, il serbo ha trovato un punto fenomenale, riacquisendo la fiducia persa e rimettendo in piedi un match che sembrava compromesso trovando il break e poi addirittura il sorpasso, con un filotto di 4 giochi consecutivi. Ungur è riuscito a tamponare l’emorragia, ma pur trovando il più bel punto della finale (e forse del torneo) con un passante di polso all’indietro, non è riuscito a trovare contromisure ad un Krajinovic sempre più solido da fondo ed efficiente in fase di attacco. Senza problemi il serbo ha tenuto il servizio e chiuso il secondo set 6-4, presentandosi al terzo parziale come favorito.
La stanchezza del match di ieri, anche se non soprattutto mentale, ha da subito messo alle corde il tennista rumeno, che è sembrato in balia del suo avversario già dal primo quindici, scivolando 2-0 sotto in pochi istanti. Anche infastidito da un problema alla coscia destra, Ungur ha chiamato il fisioterapista dopo aver trovato un game al servizio alquanto insperato. L’ intervento del trainer non ha però sortito l’effetto sperato e il rumeno si è visto costretto a stringere la mano al suo avversario anzitempo. Krajinovic vince così il quarto Challenger in carriera, il terzo in Italia.
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