di Emanuele De Vita
Prima era stato l’ex numero uno del mondo Marcelo Rios, poi sono arrivati i campioni olimpici Nicolas Massu e Fernando “Mano de Piedra” Gonzalez a infiammare l’appassionato pubblico cileno. Oggi, a raccogliere l’eredità di questi campioni, spicca il giovane Christian Garin, classe 96, già numero 383 della classifica Atp.
Nato a Santiago del Cile il 30 maggio del 1996, Garin, soprannominato Tatan, è un altro dei baby fenomeni predestinati del tennis. Si segnalò nel dicembre 2012 quando, sconfiggendo in finale il serbo Laslo Djere, vinse l’Eddie Herr International Junior Tennis Championships. Attualmente è numero 3 a livello junior e può vantare nella sua bacheca la vittoria al Roland Garros junior (superato Alexander Zverev in finale) oltre alla semifinale raggiunta agli Us Open junior (persa in tre set dall’australiano Thanasi Kokkinakis).
Garin, seguito dall’argentino Martin Rodriguez, in passato anche coach di “Fenia” Gonzalez, si sta già affacciando con ottimi risultati anche nel circuito maggiore. Nell’ultimo challenger a Lima ha raggiunto i quarti di finale, sconfitto dal brasiliano Ricardo Hocevar. Ma non è l’unico risultato di rilievo conquistato nella sua giovane carriera da pro. Al suo attivo anche un altro quarto di finale raggiunto al challenger di Rio de Janeiro (sconfitto da Eduardo Schwank), più una finale raggiunta a livello futures nella sua Santiago, persa dall’australiano James Duckworth. Ma il vero exploit nel circuito maggiore l’ha realizzato a febbraio quando è stato capace di superare un turno nel torneo Atp 250 di casa di Vina Del Mar, diventando il quinto giocatore under sedici ad essersi aggiudicato un match ATP dal 2000 dopo Rafael Nadal, Richard Gasquet, Ryan Harrison e Bernard Tomic. In quell’occasione superò in due set il serbo Dusan Lajovic, sfortunato protagonista dell’ultima finale di Coppa Davis. Proprio la più importante competizione a squadre del tennis è sicuramente nel destino del 17enne di Santiago, dalla forte personalità e dal temperamento incandescente.
Garin debuttò in Davis appena sedicenne, seppur a risultato già acquisito, a Napoli nel playoff per la permanenza nel World Group contro L’Italia. Quel giorno fece partita pari contro un discreto Simone Bolelli, e mi fece un’ottima impressione, anche perché ebbi la possibilità di vederlo dal vivo. È un giocatore dal tennis moderno, aggressivo con tutti i fondamentali, dotato anche di un buon servizio. La terra è sicuramente la sua superficie preferita, ma deve certamente migliorare nel gioco di volo e soprattutto dal punto di vista mentale. A tratti sembra troppo nervoso e anche fuori dal campo non le manda certo a dire, nonostante la giovane età. Infatti, in occasione dell’altro suo match giocato da protagonista in Coppa Davis fuori a casa a Manta contro l’Ecuador, rispose a muso duro al compagno Paul Capdeville, colpevole di aver detto che era un rischio far giocare un ragazzo così giovane in una partita così importante. Per la cronaca, Garin in campo non ebbe alcun timore reverenziale, ma fu sconfitto, dopo un’incredibile maratona, per 9-7 al quinto set dall’ecuadoregno Julio Cesar Campozano. Il giorno dopo perse anche dal figlio d’arte Emilio Gomez in quattro set. Nonostante queste sconfitte Garin può essere considerato già un punto fermo per la sua nazionale ad appena 17 anni, e questo certamente fa capire il potenziale di cui è dotato, e soprattutto quanto puntino su di lui il nuovo capitano della squadra cilena di Coppa Davis Nicolas Massu e il suo assistente Marcelo Rios. Una sorta d’investitura ufficiale tra il vecchio e il nuovo che avanza nella nazionale cilena. Chissà se un giorno anche il giovane Christian Garin sarà capace di vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi…