di Luca Fiorino (@LucaFiorino24)
I record sono fatti per essere superati ma qui, forse, si esagera. Perché diventare il primo giocatore del 21° secolo ad ottenere punti Atp a soli 14 anni e 7 mesi o essere il più giovane vincitore nella storia dell’Eddie Herr U18 è qualcosa di straordinario. Se a ciò aggiungiamo una coincidenza particolare, ovvero festeggiare il compleanno l’8 agosto, stesso giorno di nascita di Roger Federer, i vari accostamenti con i risultati colti in giovanissima età dai più grandi della storia del tennis sorgono inevitabilmente. Ma di chi parliamo? Félix Auger-Aliassime, ovviamente. I numeri oramai parlano per lui e non c’è più quasi bisogno di menzionarlo vista la popolarità che ha riscosso negli ultimi mesi, anche agli occhi di gente meno avvezza al mondo juniores o challenger.
Félix nasce a Montreal nel 2000, da padre togolese e madre canadese. Impugna la prima racchetta all’età di 4 anni per volere del papà Sam, maestro di tennis fuggito dall’Africa e dalla miseria nel 1996. Anche la sorella, Malika, due anni più grande di lui, pratica lo stesso sport ma il talento non sembra minimamente paragonabile a quello del fratellino. Cresciuto a L’Ancienne-Lorette, un quartiere difficile vicino all’aeroporto di Quebec City, ha iniziato ad allenarsi all’Académie de Tennis Hérisset-Bordeleau per poi trasferirsi lo scorso autunno a tempo pieno al National Tennis Centre di Montreal, luogo che, solo recentemente, ha sfornato tennisti del calibro di Milos Raonic e Eugenie Bouchard.
Il pericolo più grande è che diverrà un tennista professionista troppo in fretta, non tanto termini di classifica quanto di mentalità. Ad un’età in cui il primo pensiero è avere il motorino, uscire con gli amici o prendersi le prime sbandate per una ragazza, lui, al momento, sembra essere focalizzato solo sul tennis e lo studio. Avete capito bene.
“Ho buoni voti e voglio continuare a studiare perché amo farlo e non sai mai cosa possa succedere in futuro” ha confessato recentemente. Parole da ragazzo più che maturo accompagnate anche dai fatti, visti gli ottimi risultati sia sul campo da tennis che tra i banchi di scuola. Il suo idolo è Roger Federer ma ama particolarmente anche Gael Monfils e Jo-Wilfried Tsonga per il loro modo spettacolare di intrattenere le grandi folle. Ciò non fa di lui un potenziale “pagliaccio” ma anzi, è già oggi un giocatore piuttosto concreto e pragmatico. “È un gran lavoratore ma soprattutto è un ragazzo umile“, ha detto Simon Larose, ex giocatore del circuito Atp e allenatore presso il National Tennis Centre di Montreal. E la sua caratteristica migliore, qual è? Senza dubbio la forza mentale. All’Eddie Herr, settimana scorsa, ha annullato sei match point, tre al terzo turno e altri tre nella finale vinta contro Alex De Minaur. E non solo. Nella celebre partita di ottavi di finale vinta contro Darian King nel torneo challenger di Granby, è stato autore e vincitore di uno scambio da 43 colpi. Non un caso.
Un 2015 da ricordare, in cui si è diviso tra tornei juniores e pro. I primi punti a marzo nel challenger di Drummondville attraverso cui il canadese è entrato nella storia qualificandosi al tabellone principale (battendo tra l’altro un certo Chris Guccione) senza però poi scendere in campo al primo turno per via di un affaticamento muscolare agli addominali. Dopodiché da sottolineare l’ottimo quarto di finale a Granby, in cui è uscito stremato dal campo battuto dal più esperto Yoshihito Nishioka, e le tante vittorie nei tornei del circuito juniores che l’hanno portato al best ranking attuale di numero 18 del mondo. Senza dimenticare la vittoria in doppio agli Us Open in coppia col connazionale Denis Shapovalov.
“Continuo a usare la parola incredibile per descriverlo. Vorrei che ci fosse uno migliore ma non c’è.” ha rivelato pochi mesi fa il capitano canadese di Coppa Davis Martin Laurendeau. Effettivamente parlavamo prima della forza mentale come caratteristica migliore, ma anche dal punto di vista tecnico ma soprattutto tattico è francamente sorprendente. È dotato di un discreto servizio, sa usare perfettamente tutte le rotazioni e copre già il campo splendidamente. Ha due fondamentali tra loro piuttosto equilibrati, spesso cerca di girarsi sul diritto per giocare l’inside out e manovrare il gioco ma anche con il rovescio non di rado gli capita di giocare risposte vincenti o di aprirsi il campo con delle accelerazioni improvvise. Il tutto è corredato da un’ottima lettura tattica del gioco, che gli permette sovente di verticalizzare il gioco e di chiudere nei pressi della rete o con degli smash a rimbalzo o con delle comode volée.
Precocità non è sinonimo di sicuro avvenire. Di esempi, anche recenti, ne abbiamo a bizzeffe, per cui piano con i giudizi. Se siamo di fronte ad una futura stella del tennis mondiale o ad una meteora è ancora presto per dirlo. Le qualità tecniche e mentali per sfondare ci sono tutte, ma le variabili in questo mondo sono così tante che fare previsioni, vista la giovane età, è quanto mai azzardato e controproducente.
Félix Navidad
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