di Gianfilippo Maiga
Chi vincerà Wimbledon?
In un tennis ormai da tempo sostanzialmente dominato da 4 giocatori, (Djokovic, Federer, Murray e Nadal), ci innamoriamo ogni anno di qualche outsider, augurandoci che ci possa portare il brivido della novità, che possa rimescolare le carte dei mostri sacri.
Anche quest’anno tuttavia, temo fortemente, i pronostici pendono notevolmente dalla loro parte. Complice di un pronostico così banale è anche un erba che sembra aver perso molte delle sue specificità e permette rimbalzi sempre più simili alla terra battuta.
Eppure mai come quest’anno la forma dei quattro è ammantata di incognite. Forse il cavallo più sicuro resta Djokovic. Nadal ha appena vinto il Roland Garros, ma è “prosciugato” da questa fatica al punto da aver deciso di rinunciare ai due tornei di preparazione, (che invece disputano tutti gli altri), Halle in Germania e il Queen’s in Inghilterra. Murray è assente da molto tempo per infortunio e riesordisce al Queen’s, ma naturalmente dovrà scontare una certa desuetudine agonistica. Il più grande punto interrogativo è però Federer. Sarà quello travolgente visto nei primi turni del torneo parigino, o la sua controfigura incontrata nella finale di Roma e, direi, contro Tsonga ( e a tratti contro Simon) a Parigi? Anche se lo Svizzero non parla mai dei suoi problemi, sembra accreditabile quanto riportato da alcuni articolisti, e cioè che soffra di un ricorrente mal di schiena, per il quale avrebbe addirittura rischiato di disertare la finale di Roma.
Quindi, forse, c’è spazio anche per altri primattori.
Alcuni sono ovvi, come Tsonga, autore di un brillante Roland Garros, e Del Potro, uscito prematuramente a Parigi, ma pur sempre un fuoriclasse, la cui velocità di braccio si adatta all’erba. Credo però che la rosa di quelli che possono ben figurare sia più larga, in un torneo che a me piace, in contraddizione con quanto ho detto prima, pensare particolarmente incerto: sogno innanzitutto la nuova primavera del tedesco Haas, che a 35 anni a fatto vedere a tutti a Parigi cos`è la classe. Mi aspetto anche un grande torneo dall’americano John Isner, che in teoria a Londra dovrebbe trovare le condizioni ideali per esprimersi. Sono anche convinto che la finale di Ferrer al Roland Garros non sia stata un caso e che, anche se molti ti lo vedono come il tipico giocatore spagnolo, adatto alla terra, un tipo che corre come una motocicletta e con una mano come la sua può ben farsi rispettare anche qui. Credo che potrà finalmente mantenere le aspettative Dimitrov, che molti accostano a Federer nella gestualità, (però al momento non andrei oltre).
Vedo gli altri su un piano leggermente inferiore. Per quanto riguarda i francesi Gasquet e Monfils, il primo sembra più terraiolo, con il suo rovescio in rotazione e il secondo si dice afflitto da parecchi mali. Paire, piuttosto, cresce di torneo i torneo e andrà osservato attentamente. Quanto agli italiani mi sembra scontino, con l’eccezione di Fognini, un mediocre momento di forma, a cominciare da Seppi. Fognini ha classe da vendere e ha giocato bene il Roland Garros: sorteggio permettendo, potrebbe cavarsi qualche soddisfazione. Spero che Bolelli, giocatore sicuramente adatto a una superficie relativamente più veloce, possa finalmente avere una sorte benigna e conoscere l’agognata resurrezione.
Leggi anche:
- None Found