di Salvatore Petrillo
Nell’arco di questa stagione, oltre ai grandi nomi che sono venuti fuori o che sono rinati grazie a grandi prestazioni negli Slam o nei 1000, come possono essere Wawrinka, Cilic, Nishikori e Federer, abbiamo potuto assistere parallelamente al circuito maggiore ad un interessante 2014 nel circuito Challenger, frequentato, e anche con successo, da svariati tipi di giocatori, dai giovani emergenti a quelli più esperti in cerca di gloria, da quelli di media classifica che frequentano abitualmente questi tornei ad altri che puntano a posizioni di ben altro livello e che utilizzano il Challenger Tour come trampolino di lancio per ben altri traguardi.
Della prima categoria fanno parte ragazzi del calibro di Nick Kyrgios, Alexander Zverev, Jiry Vesely e Borna Coric, tutti capaci di vincere almeno un torneo nel circuito durante il 2014. Tra questi però, il protagonista indiscusso è sicuramente il tennista “Aussie”, che prima di stupire il mondo eliminando Rafa Nadal a Wimbledon ha conquistato la terra verde americana, vincendo tue tornei consecutivamente, a Sarasota e Savannah, per poi passare all’erba inglese di Nottingham, torneo nel quale ha battuto in una finale tra giganti Sam Groth, avversario non proprio banale su queste superfici. Una menzione particolare va fatta per Jason Kubler, del quale abbiamo parlato approfonditamente, che in barba alla sfortuna è riuscito a conquistare il Challenger di Sibiu, in Romania.
La seconda categoria è altrettanto ricca, ma ci sono due nomi che hanno lasciato un segno importante nel circuito. Il primo è senza dubbio Victor Estrella Burgos: il 34enne dominicano ha disputato una stagione da sogno, e il fatto di essere esploso a questa età non fa altro che aumentare i meriti di un giocatore capace di battere anche Gasquet e far soffrire con tre tie break Milos Raonic a NY, in un campo in cui il tifo per il centro-americano sembrava quasi calcistico. E, come se non bastasse, ha portato a casa due trofei nell’amata America Latina, con le vittorie in Colombia ed Ecuador. Merita poi una citazione Robby Ginepri: l’ex numero 15, tra una WC e qualche tentativo di qualificazione nel circuito maggiore, è riuscito anche a vincere il Challenger di Tallahassee, nel quale ha eliminato anche Ward e Dancevic, in un torneo giocato alla perfezione.
Tra le abitué del circuito ci sono tanti nomi che hanno raggiunto ottimi risultati e possono essere annoverati tra i plurivincitori di questa stagione, come possono essere Falla, Lorenzi, Carreno-Busta, Kavcic, Mannarino e nel finale di stagione anche Querrey si è distinto, ottenendo tre belle vittorie, ma chi ha stupito è sicuramente l’argentino Diego Sebastian Schwartzman, capace di portare a casa ben 4 tornei (Aix en Provence, Praga, Campinas, San Juan), due finali perse da Berlocq e Arguello e anche due semifinali, oltre ad altre 3 vittorie anche in doppio, autentico “mattatore” quindi del circuito e, viste le premesse, uno dei favoriti per il Master di fine anno, nel quale solitamente, per ubicazione e collocazione del calendario, ci sono diverse defezioni, con alcuni tennisti che preferiscono preparare adeguatamente la stagione seguente.
Tra questi ci sono sicuramente ci sono coloro che possiamo racchiudere nell’ultimo sottogruppo, quello dei rientranti. E non è un caso che i grandi protagonisti di questa piccola “categoria” siano i quattro candidati per il “Comeback Player of the Year Award”, che va a premiare i migliori rientranti del circuito. Il primo è Gilles Muller, risalito dalla 182sima posizione fino alla 53sima e capace di portarsi in vetta alla Race dedicata al Challenger Master, grazie a ben 5 tornei vinti (Guadalajara, Shenzen, Taipei, Gimcheon e Recanati) nella prima metà della stagione, prima di rientrare nel circuito ATP. C’è poi David Goffin (sesto nella Race) che ha conquistato 3 tornei (Scheveningen, Poznan, Tampere) prima di tornare nel circuito maggiore a stupire tutti, per arrivare alle porte della Top-20. Settimo è Simone Bolelli: il tennista di Budrio è salito addirittura dalla posizione 244 fino alla 75, soprattutto grazie ai 4 tornei Challenger (Bergamo, Vercelli e Tunisi in back-to-back, Oberstaufen) e alle bellissime prestazioni negli ultimi due Slam della stagione. Il quarto candidato al trofeo è Pablo Cuevas, che sembrava addirittura lontano dal tennis due anni fa e ora è tra i primi 40 del mondo, che è riuscito a conquistare il torneo di Barranquilla e quello di Mestre, entrambi sia in singolare che in doppio, e issarsi anche al 12simo posto della Race.
Di questi ultimi quattro, difficilmente ne vedremo anche solo uno a San Paolo per le “ATP Challenger Tour Finals” per succedere a Filippo Volandri. Tutti penseranno molto probabilmente a preparare un 2015 in cui dovranno consolidare delle posizioni comunque di vertice. Solitamente in questa classifica si scalano molte posizioni prima di trovare dei giocatori disposti a partecipare, quindi molto probabilmente troveremo i sudamericani Schwartzman, Joao Souza, Maximo Gonzalez, quasi sicuramente Burgos e Soeda, ma trovare sicurezza nei nomi è molto difficile per un torneo il cui appeal non è sicuramente all’altezza per molti dei giocatori che ne avrebbero diritto.
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