Francesco Merlo scrive così, su La Repubblica, nella rubrica ‘Posta e risposta’.
Non sono solito (anzi credo di non averlo mai fatto) criticare l’operato di un collega. La libertà di opinione è sacra e non siamo di certo alle prese con una reale diffamazione, ma quanto scritto è assolutamente inaccettabile ed è doveroso spiegare, a lettori non avvezzi al tennis professionistico, quanta falsità e disinformazione ci siano in queste poche righe. Credo sia necessario perché il numero di lettori di Repubblica è certamente elevato e Caruso non merita un trattamento di tale ignoranza (proprio nel senso di ‘non sapere’) che possa metterlo, senza motivo alcuno, in cattiva luce.
Premessa: quando Salvatore ha parlato di ‘lucky loser più famoso della storia’ ha ovviamente fatto una battuta, perché probabilmente non aveva mai ricevuto tante attenzioni mediatiche nella sua carriera.
Cronistoria: Novak Djokovic viene escluso all’ultimo istante dagli Australian Open 2022 e, come da regolamento, viene inserito al suo posto il lucky loser Salvatore Caruso. In questo caso specifico si trattava del terzo lucky loser a subentrare nel tabellone di Melbourne dopo Joao Sousa (poi avversario di Sinner) ed Ernesto Escobedo; sarebbero poi entrati nella medesima maniera anche Damir Dzumhur e Roman Safiullin.
Caruso non è stato preso per strada al momento dell’esclusione di Djokovic. Caruso, oggi numero 156 del mondo ma già 76 poco più di un anno fa, ha potuto giocare gli Australian Open per merito, essendo arrivato al terzo e ultimo turno di qualificazioni e avendo un buon ranking (chi ha perso all’ultimo turno di qualificazione ed è 230 ATP di certo ora non è in tabellone, poiché in posti in tabellone vengono sorteggiati tra i migliori perdenti in base alla classifica).
Merlo parla di un Caruso che ‘sapeva che sarebbe stato malamente eliminato’. E per quale assurdo motivo Caruso non avrebbe potuto giocarsela contro Miomir Kecmanovic, contro cui ha giocato un match splendido a Melbourne proprio nel 2021, perso ma in lotta con il punteggio di 7-6 5-7 7-5. Chissà se Merlo è andato ad analizzare gli sconti diretti prima di scrivere la sua risposta. Probabilmente il giornalista di Repubblica non ha studiato la carriera di Caruso, che lo scorso, al secondo turno degli Australian Open, giocò un match epico contro Fabio Fognini perso solamente al tiebreak del quinto set. E quasi certamente non si è preso la briga di scoprire che Salvatore di incontri negli Slam ne ha vinti 5, che in carriera ha guadagnato quasi 2 milioni di dollari e che in queste stagioni ha battuto ben 12 giocatori di classifica superiore a Kecmanovic.
Detto ciò, per quale motivo un tennista dovrebbe rinunciare a un assegno da circa 30.000 dollari? Perché un professionista dovrebbe dire ‘no’ quando il sistema di lucky loser funziona da anni e ha portato a volte il giocatore in questione addirittura a vincere quel determinato torneo. Fu proprio un altro siciliano, Marco Cecchinato, a conquistare il torneo di Budapest iniziando il torneo da ‘perdente fortunato’. E poi, cosa avrebbe dovuto fare ‘il tennis italiano’ per proteggerlo? Me lo immagino il presidente della FIT Angelo Binaghi chiamare Caruso: “Ciao Salvo, senti per il tuo e nostro bene sarebbe il caso di non scendere in campo e umiliarti contro Kecmanovic”, “Ah ok presidente, forse ha ragione, che gioco a fare?!”.
Per chi non conosce Salvatore Caruso, va anche sottolineato come il siciliano, dopo anni di crescita e buoni risultati nel circuito ATP, abbia vissuto un 2021 molto complicato. Un virus a inizio stagione lo ha fortemente debilitato e ne ha pagato il conto nelle settimane e mesi successivi. A quel punto, con scarsa fiducia, ha affrontato con enorme difficoltà la seconda parte dell’anno. In un paio di match addirittura ‘sciogliendo’ (gergo tennistico che significa più o meno: perdendo senza opporre alcuna resistenza e quasi di proposito), un qualcosa che in ‘Salvo’ non si era mai vista. Conoscendo le sofferenze di Caruso nella scorsa annata e quando Salvo tenga al suo tennis e al suo spirito battagliero, sono rimasto senza parole per la leggerezza con cui siano state scritte queste righe su un quotidiano di tale rilevanza nazionale.
All’inizio del 2022, dopo una lunga preparazione invernale, Caruso ha raggiunto la semifinale nel challenger di Bendigo e l’ultimo turno di qualificazioni agli Australian Open perso contro Taro Daniel che, per chi non lo sapesse, ha appena dominato Andy Murray a Melbourne e sarà il prossimo avversario di Jannik Sinner nei sedicesimi di finale. Un Caruso in parte ritrovatosi, quantomeno come voglia di tornare nei Top-100.
Chiudo spiegando a chi conosce poco o nulla del tennis, che arrivare al numero 76 ATP (ma anche essere intorno al numero 150) è un risultato di grande rilievo. Il tennis professionistico è una vera e propria giungla. In decine di migliaia provano questa avventura e in pochissimi raggiungono una posizione nei primi 100. Sia il sottoscritto che il signor Merlo, nel lavoro giornalistico, difficilmente potremmo essere considerati dei Top-100.
Caruso non ha bisogno di essere difeso, ma è dovere morale spiegare a chi non conosce questo sport che Salvatore non si è umiliato, che non è stato protagonista di alcuna ‘brutta storia’. Si è comportato da tennista professionista, provando a sfruttare il ruolo di lucky loser, semplicemente, stavolta, senza riuscirci.
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