(Il pubblico di Caltanissetta – Foto Lo Cascio)
da Caltanissetta, Piero Emmolo
Non poteva avere epilogo migliore la XVI edizione del torneo Challenger di Caltanissetta. Ben 1500 gli spettatori presenti per assistere alla finale, i quali hanno riempito in ogni ordine di posto le gradinate. Sensazionale il colpo d’occhio, visibile soprattutto dalla televisione grazie alla copertura di Supertennis. Provvidenziale la decisione degli organizzatori di costruire un’ulteriore tribunetta smontabile da un centinaio di posti, sulla quale è stato impiantato un monitor di ultima generazione per il livescore. La tv federale, presente “solo” all’atto conclusivo, ha contribuito a dare quella cassa di risonanza ulteriore all’evento, già ottimamente reclamizzato con un’ottima sloganistica pubblicitaria tra le vie della città nissena. Anche la finale del torneo ha confermato la sensazione, condivisa da molti spettatori coi quali ho avuto modo di interagire nella settimana, dell’affascinante clima che si respira tra i viali del circolo di Villa Amedeo. É, per usare un’analogia debitamente proporzionata, qualcosa di similare a quell’aria di positività tennistica che si respira tra i viali del Foro Italico, contestualizzata in una realtà più “intima” e familiare. L’accoglienza che ho avuto modo di ricevere dal cordiale e affabile Michele Trobia, presidente del circolo, penso sia emblematica in tal senso. Nella riuscita di un’ottima manifestazione queste doti umane sono anch’esse di importanza fondamentale per lasciare una buona impressione a chi visita l’impianto. Positiva l’organizzazione anche nel fronteggiare una settimana meteorologicamente incredibile per il tradizionale mese di giugno siciliano, nel quale, a memoria d’uomo, non ho mai registrato una piovosità così frequente. Il torneo di singolare ha visto lo spagnolo Carreno Busta rispettare i favori della vigilia, prevalendo solo al terzo set sull’albiceleste Facundo Bagnis; 4-6 6-4 6-1 lo score finale in favore del ventiduenne di Gijon. Buono comunque il torneo dell’argentino finalista, che conferma la sua indole di giocatore non eccellente in alcun fondamentale, ma capace di cimentarsi in un tennis qualitativamente totalizzante e senza punti deboli particolari. Nel terzo set è emerso eloquentemente il divario di classifica, nonché la maggiore attitudine dell’asturiano a palcoscenici di miglior livello tennistico. Settimo sigillo nel challenger tour per Carreno Busta, che eguaglia gli altrettanti titoli già conquistati nel circuito future. Rimpianti per il palermitano Cecchinato, fuori al secondo turno per mano del finalista Bagnis. In entrambi i set, il siculo ha avuto ottime chances di prendere il largo, non riuscendo tuttavia ad assestare l’allungo decisivo. Un nervoso Volandri ha lasciato il torneo al secondo turno per mano di Mate Delic. Il croato, dal tennis solido e regolare, ha messo in mostra i progressi mostrati nella prima tranche di stagione, conseguiti grazie al connubio tecnico con coach Cristian Brandi. Ho avuto modo di ammirare la grande correttezza ma soprattutto il grande atteggiamento mentale di Delic. Dote, quest’ultima, che, in un tennis sempre più appiattito, ritengo sarà un’arma decisiva per l’approdo a zone più alte del ranking. Buon primo turno per la wild card Matteo Donati. Il tennista classe 1995 ha costretto al terzo set proprio Delic, confermando i progressi delle settimane scorse. Nel torneo di doppio ad imporsi è stata la coppia azzurra formata da Potito Starace e Daniele Bracciali. Gli italiani hanno prevalso con un periodico 6-3 sulla coppia iberica formata da Carreno Busta e Lopez Perez. Importante vittoria specie per l’aretino, fermamente determinato al raggiungimento della pensione ventennale che l’ATP eroga a coloro i quali sono stati per cinque anni consecutivi tra i primi 100 nel singolo e tra i primi 40 nel doppio. Un’annata sfortunata conclusa al numero 41 ATP ha impedito che Daniele maturasse il diritto a ricevere il contributo previdenziale suddetto, portando comunque il toscano a non demordere per raggiungere l’obiettivo. Per Poto, complessivamente, un buon torneo. Dopo i quarti nel singolare, miglior piazzamento italiano, arriva la vittoria nella specialità del doppio. Durante la premiazione del torneo di singolo, i vertici di Villa Amedeo hanno ringraziato, dal primo all’ultimo, tutti i componenti dell’entourage organizzativo della manifestazione. É stato premiato il simpaticissimo chair umpire Nicholas Stellabotte, col quale ho avuto modo di scambiare due parole, cadenzate dall’irresistibile tono romanesco che tradisce le sue origini capitoline. É stato ringraziato in particolare il main sponsor c.m.c., ditta edile ravennate che si sta occupando della costruzione di un’importante arteria stradale sicula, la Caltanissetta-Agrigento. Un esponente dell’impresa, tra le fondamentali artefici dell’aumento del prize money, scusandosi per i disagi arrecati alla viabilità del popolo nisseno, s’è augurato di rinnovare la partnership anche per il prossimo anno. Il presidente Trobia, con grande sincerità, desumibile da un tono di voce quasi emozionato, ha promesso l’assoluta volontà di riproporre l’evento in futuro, ma precisando che senza l’ausilio economico delle istituzioni e degli sponsor, le difficoltà saranno insormontabili. Dopo l’ATP e il WTA di Palermo, rimossi dal calendario a pochi anni di distanza l’uno dall’altro, Caltanissetta rimane un evento da coccolare e preservare per il bene del tennis, in quanto importante occasione di maturazione per giovani tennisti in rampa di lancio verso il circuito professionistico maggiore.