Da diverso tempo a questa parte non si fa che parlare di loro nel mondo del tennis. Matteo Berrettini e Jannik Sinner sono probabilmente i talenti italiani più fulgidi degli ultimi anni. L’altoatesino rappresenta la promessa principale per il futuro di questo sport, mentre Berrettini è balzato agli onori della cronaca di recente per la sua partecipazione alla finale del torneo di Wimbledon, uno dei major più ricercati dai professionisti, nonché la manifestazione tennistica più datata. Non tutti, però, conoscono le doti e le caratteristiche specifiche dei due campioni, che sono destinate a raccogliere altri successi importanti da qui a breve.
Berrettini è noto per la potenza dei colpi e per la sua forza mentale, oltre che per il rovescio bimane che ha saputo migliorare a poco a poco negli anni. Stiamo parlando di un tennista completo, abile su tutti i tipi di superficie, che vanta al giorno d’oggi un fisico adatto per ogni tipo di spostamento o movimento. Il suo diritto stretto incrociato è diventato il suo colpo naturale e i suoi servizi sono celebri per essere rapidissimi, il che lo favorisce soprattutto sull’erba. Meno efficace è invece il suo rovescio a due mani, mentre quando si trova sotto rete sa essere letale.
Un vero peccato non averlo visto all’opera alle ultime Olimpiadi, per colpa di un infortunio muscolare. Dopo Wimbledon, Berrettini è tornato all’azione in occasione dei Masters 1000 di Cincinnati, perdendo agli ottavi di finale. Ai quarti degli US Open ha affrontato nuovamente Novak Djokovic, che lo aveva battuto proprio nella finalissima di Wimbledon: anche stavolta l’italiano si è aggiudicato il primo set, per poi cadere nei successivi. D’altro canto, anche le indicazioni per scommettere sul tennis vedono sempre il serbo come favorito assoluto, ma attualmente Berrettini si attesta comunque tra i migliori 10 tennisti al mondo. Un risultato raro per un italiano.
Jannik Sinner, invece, si è distinto da subito per una rapida ascesa. Quando era ancora minorenne ha vinto una gara in un torneo Masters 1000, attirando l’attenzione della critica. Nel 2019 era già tra i migliori 100 tennisti in circolazione e non ci è voluto molto prima che arrivasse a battere un esperto come Zverev al Roland Garros, per poi affrontare addirittura Nadal. Alcuni mesi fa Sinner ha partecipato per la prima volta al Miami Masters perdendo in finale contro Hurkacz, il tutto ancora prima di compiere i 20 anni. Solo Nadal, Djokovic e Agassi furono altrettanto precoci nel conseguire risultati simili.
Sinner preferisce le superfici rapide, ma è abile anche sulla terra battuta. Le sue specialità risiedono nei colpi da fondo campo, nel rovescio incrociato e nel rovescio bimane tanto caro anche a Berrettini. La sua stazza gli è di supporto nella spinta al servizio, che pecca però talvolta in precisione e velocità. Se c’è un punto debole in questo ragazzo, è rappresentato forse dalla scarsa varietà di soluzioni, oltre che dalla rara propensione ad andare sotto rete. Ce n’è di tempo per migliorare per chi a 20 anni rientra già tra i primi 15 tennisti del ranking ATP. Insomma, non c’è che dire: considerando che sia Berrettini sia Sinner sono ancora giovani, il tennis italiano può ben sperare per il prossimo futuro.