di Sergio Pastena
Non è straordinario, è oltre.
Quello che in questi giorni ha combinato Fabio Fognini a Monte Carlo va al di là di ogni più rosea previsione e, ci sia permesso di dirlo, supera tranquillamente i quarti di finale del Roland Garros 2011. Un quarto Slam, intendiamoci, è sempre un quarto Slam, ma è vero che all’epoca il ligure non dovette superare nemmeno un Top 30 e beneficiò di un tabellone-scivolo: Istomin, Robert, Garcia-Lopez, Montanes. Non proprio gente terrificante.
A Monte Carlo, invece, è stato l’esatto contrario: partito contro un Top 20, il nostro Seppi, Fabio ha poi passato Ramos ma, a seguire, ha dovuto incrociare la racchetta con due Top Ten, Berdych e Gasquet. E li ha fulminati entrambi in due set. Alla stessa maniera: primo parziale combattuto, secondo nel quale il ligure ha trovato il break al terzo servizio dell’avversario e ha finito col dilagare.
Colpi belli, decisi, precisi. Una valanga di vincenti per annichilire l’avversario (alla fine saranno ben 37) e una solidità mentale mai vista prima, proprio lui che nella tenuta mentale aveva sempre avuto uno dei propri limiti. Una solidità che gli ha permesso di passare i momenti difficili del match, con Gasquet che nel primo parziale è arrivato al set point annullato con una splendida volèe di rovescio. I colpi, già: quelli ci sono sempre stati e ancora oggi li ha messi in mostra, pur avendo di fronte uno che in quanto a classe ha ben poco da inviare anche ai migliori, ovvero Richard Gasquet. Uno che, per giunta, giocava pure in casa.
Il degno sigillo di chiusura della partita, nonché la sua immagine, è racchiuso nel cross di rovescio che ha portato Fabio al secondo e decisivo match point: buon servizio del francese, ma Fabio è concentrato e la rimanda profonda. Poi corre, tanto, e arpiona la palla nel punto più alto. Traiettoria gobba, velenosa, che rimbalza all’incrocio delle righe del servizio e vola verso la tribuna laterale.
Al punto successivo Gasquet lotta, ma sbaglia. Così Fognini vola in semifinale e verso il proprio best ranking: ora gli toccherà uno tra sua maestà Djokovic, non al meglio, e Nieminen. Probabilmente sarà il serbo e batterlo sarà difficilissimo, ma poco conta. Come detto ieri, comunque vada sarà un successo.
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