Malek Jaziri, il primo tunisino che nell’era Open raggiunge il terzo turno di uno Slam, è il prossimo avversario di Nick Kyrgios.
È una sfida importante per tutti e due, in quanto non solo giocano entrambi per accedere ad un turno importante di uno slam, ma soprattutto perché andranno a best ranking. Con il solo quarto turno conquistato, infatti, Nick Kyrgios potrebbe arrivare alla piazza n.43, mentre Malek Jaziri al n.51 del ranking mondiale.
Kyrgios lo abbiamo già conosciuto a Wimbledon 2014 per le sue doti di giocatore spregiudicato e senza paura di vincere con i big. Nell’occasione fu Nadal a farne le spese e a dover soccombere alla prepotenza tennistica dell’australiano. Si presenta alla sfida con credenziali sicuramente migliori rispetto a Jaziri, accresciute dopo la vittoria al secondo turno ai danni di un giocatore davvero ostico come Ivo Karlovic, notoriamente uno da battere, con tennis e con carattere. Il ragazzone dai completini sgargianti, quasi a rischio di perdita di diottrie, rappresenta le speranze future del tennis australiano, insieme al suo grande amico Kokkinakis, rispetto al quale ha già dimostrato di poter competere tra i top-50 da subito. Probabilmente è l’australiano di punta all’Open di casa Aussie.
Malek Jaziri, nonostante una carriera già matura, è nuovo all’ambiente dello slam e difficilmente si è affacciato nei tornei Atp. I più attenti lo avranno già notato nel 2012, durante il Torneo Atp di Dubai, quando vinse il primo set contro Roger Federer con il punteggio di 75, per poi perdere secondo e terzo nettamente. Dalla sconfitta con Federer era però emersa una forte personalità in campo per Jaziri, insieme a colpi piuttosto solidi e potenti, specialmente con il dritto, suo colpo preferito, e con il servizio. C’è da considerare che Jaziri era un giocatore diverso, relegato più ai challenger, nei quali riusciva ad emergere per le sue capacità tennistiche, nonostante un fisico corpulento e dei piedi non esattamente veloci. Malek è anche un ragazzo di cultura e di carattere e lo ha dimostrato quando la la sua federazione gli impose di non giocare contro l’israeliano Dudi Sela, per solidarietà nei confronti del popolo palestinese. Fu una pagina molto brutta per lo sport e non solo. Il tunisino ha operato una scelta per la sua carriera, spostandosi in Spagna, a Barcellona, per continuare la sua vita tennistica senza pressioni esterne. Oltretutto, dopo la vicenda politica che lo aveva coinvolto, Jaziri ha deciso di darci dentro con il tennis, puntando ad alleggerire una struttura fisica importante e cercando di migliorare dal punto di vista della resistenza in campo, suo tallone d’Achille per molto tempo. Anche nel match di secondo turno contro Roger Vasselin si è notato un calo fisico a set alterni, ma Jaziri è riuscito a recuperare energie per la volata finale.
Tra i due giocatori vi è un solo precedente, che risale agli U.S. Open 2013, terzo turno di qualificazione. Nell’occasione vinse un giovanissimo Kyrgios, in tre set abbastanza tirati, ma Jaziri non era deciso come oggi a dare una svolta alla sua carriera, mentre l’australiano ancora non aveva i mezzi fisici che oggi gli consentono un tennis potente. Non è quindi un precedente attendibile.
La partita può essere bella oltre che equilibrata. Le variabili del match sono collegate alla tenuta fisica del tunisino, vera chiave della partita, oltre alla tenuta mentale di Kyrgios, che però sta dimostrando buona continuità e anche una certa capacità di contenere l’esuberanza del servizio a favore di un tennis meno strappato. Se volessimo metterla in percentuale, parleremmo di 70% Kyrgios e 30% Jaziri, ma con tanto champagne!
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