Atp: Il 2010 in Numeri


di Luca Brancher (articolo in partnership con Tennis.it)
Chi ha vinto più partite? Chi ha ottenuto più qualificazioni? Chi è stato ripescato più volte? Qual è stato il tennista ad essersi fermato più volte ai quarti di finale? Questo e molto, ma molto di più vi verrà svelato nell’articolo seguente
Roma4.487: un numero enorme, un numero ingente, un numero che così, di primo acchito, non vi può dire molto, oltre al fatto che, come potete notare, è composto da quattro cifre. Questo articolo però ha l’intento di regalarvi molti, troppi mi verrebbe da aggiungere, numeri, ma nessuno senza un significato, per cui quel 4.487 ha una sua ragione d’essere se è stato utilizzato come introduzione al pezzo stesso. 4.487, infatti, è il numero di partite, tra qualificazioni e tabelloni principali, che sono state giocate nei tornei ATP nel corso del 2010.
Il tutto distribuito in 64 tornei – non abbiamo voluto considerare il Master di fine anno – di cui 4 Slam – ma questo, immagino, sia ai più noto – 9 Masters 1000 – pure questo numero è piuttosto risaputo – 11 ATP 500 e 40 ATP 250. 15 sono stati giocati indoor e 49 all’aperto, di cui 22 sul veloce, 21 sulla terra battuta e 6 sull’erba. 47.490 i punti distribuiti nei tornei Slam, un quantitativo di poco superiore a quanto hanno riservato ai propri partecipanti le manifestazioni “1000” (45.493), mentre i pochi “500” non hanno garantito più di 22.466 contro i 39.300 dei “250”. Ben 36 i tennisti che si sono fregiati di almeno un titolo nel corso della stagione, con Rafa Nadal a guidare la classifica grazie alle 7 perle – Roland Garros, Wimbledon, U.S Open, Montecarlo, Roma, Madrid e Tokyo – davanti a Roger Federer – Melbourne, Cincinnati, Basilea e Stoccolma – spalleggiato curiosamente da un tennista di secondo piano come Sam Querrey, la cui stagione sorprendente gli ha consentito di entrare nei top-20. A questo risultato ci è giunto invertendo anche il suo ruolino di marcia nelle finali, visto che nel 2009 il buon Sam aveva chiuso con all’attivo ben 5 atti conclusivi, di cui soltanto uno vittorioso (Los Angeles), mentre in questa stagione, oltre alla vittoria in terra californiana, Querrey si è saputo guadagnare anche le corone delle manifestazioni del Queen’s, di Belgrado e di Memphis, a fronte di un’unica finale persa, a Houston. Nel 2010 si sono celebrate le prime volte di una serie di giocatori, ovvero l’eroe serbo di Davis Viktor Troicki, a segno in autunno nel torneo di Mosca, i kazaki acquisiti Andrey Golubev (Amburgo) e Mikhail Kukushkin (San Pietroburgo), il record-man John Isner (Auckland) e il lettone Ernests Gulbis (Delray Beach), ma quella che si sta concludendo è stata anche la stagione in cui si sono spezzati diversi digiuni pluriennali, come quello di Juan Ignacio Chela, a segno a Houston e a Bucharest dopo tre stagioni di buio totale, quello di Stanislas Wawrinka, che a Casablanca ha riassaporato il gusto della vittoria che gli mancava da quattro anni, e Feliciano Lopez, vincitore a Johannesburg del secondo titolo della sua carriera ad oltre cinque anni di distanza dalla sua prima volta (Vienna 2004).
Se Nadal, qualitativamente, non ha davvero rivali, come confermano, oltre il totale delle vittorie ATP, anche il numero di successi assoluti, ben 67, 6 in più di quanto non fatto dal suo rivale per eccellenza Roger Federer, in termini quantitativi la stagione del 24enne di Manacor è accostabile a quella di un suo connazionale, ovvero David Ferrer, che con 78 partite giocate gli toglie lo scettro del giocatore più impegnato, a livello ATP, nel corso dell’intera stagione. Il 28enne valenciano, che non era apparso in buonissimo stato di forma nelle annate immediatamente precedenti, si è concesso una stagione ad alto livello, soprattutto sulla terra battuta, dove in otto tornei ha disputato ben 36 partite, cogliendo ben due titoli e tre finali. Prima di tornare su quest’ultimo dato, e non dimenticando di approfondire un altro aspetto fondamentale che ha permesso a David di cogliere questo primato, mi spingo a sottolineare altre performances poco preventivabili. Ad esempio, il quarto posto nel suddetto ranking di Jarkko Nieminen, che è tornato su livelli accettabili giocando ben 72 match ATP in stagione.
Si diceva delle finali di David Ferrer, 3 – Roma, Pechino e Buenos Aires – che lo relegano al secondo posto nella classifica specifica, al pari di Robin Soderling (Roland Garros, Barcelona e Bastad), di Mikhail Youzhny (Dubai, Rotterdam e San Pietroburgo), di John Isner (Memphis, Atlanta e Belgrado) e di Gael Monfils (Parigi Bercy, Tokyo e Stoccarda), comunque alle spalle di Roger Federer, sconfitto negli atti conclusivi delle manifestazioni “1000” di Madrid, Toronto e Shanghai, oltre che ad Halle da un redivivo Lleyton Hewitt. Per quanto concerne l’onnipresente Ferrer, permane notevole la quantità di semifinali ottenute nella stagione, ben 6 (Montecarlo, Madrid, Barcelona, Johannesburg, Bastad e Kuala Lumpur), una in più di quelle colte da Novak Djokovic (Wimbledon, Montecarlo, Toronto, Shanghai e Rotterdam). Robin Soderling, Jurgen Melzer, Tomas Berdych e Nikolay Davydenko sono invece i tennisti che detengono il record di quarti di finale, 7, mentre spetta al tedesco Benjamin Becker il peculiare titolo di giocatore ad essersi fermato più volte al secondo turno, essendo stato sconfitto a questo livello ben 14 volte nel corso delle sue 29 presenze ATP . Sono invece 16 le bocciature all’esordio che hanno accomunato il 2010 dell’argentino Horacio Zeballos e del teutonico Simon Greul: per entrambi a fronte di 26 partecipazioni a livello ATP, ma Greul, a differenza di Zeballos, in un caso non ha preso parte al tabellone principale – bocciatura nelle qualificazioni di Cincy – per cui la corona d’alloro, per una migliore (o peggiore, visto il caso) media di sconfitte al primo turno, spetta a lui.
Aver preso parte a ben 26 tornei ATP in una stagione è segno di una programmazione piuttosto intensa, che non a caso permette al duo sudameri-europeo di ricoprire la quindicesima piazza nel ranking delle kermesse giocate, distanti 5 tacche dal leader, l’uzbeko Denis Istomin (31). Il 24enne nato ad Orenburg, odierna Russia, ha vissuto un’annata che ne ha definitivamente messo in luce le qualità – attualmente è il quarantesimo giocatore della classifica – ben emerse nella finale di New Haven, nelle semi di Eastbourne, San Josè e Mosca, sebbene la chiusura di stagione, con ben cinque eliminazioni al primo turno su sei tornei, poteva essere di ben altra caratura. Nel ranking lo segue Jarkko Nieminen, con 30 prove, poi Serra, Seppi e Becker a quota 29. In totale sono 792 i tennisti che, nel corso del 2010, hanno giocato, o a livello di tabellone principale oppure nel torneo di qualificazione, almeno un incontro ATP.
Se vogliamo invece rintracciare il nome del tennista che meglio si è comportato nei tabelloni qualificativi, non dobbiamo impegnarci molto perché c’è stato un giocatore che nel corso del 2010 si è assolutamente distinto su tutti gli altri, ovvero il sudafricano, di stanza in Illinois, Kevin Anderson. Con 9 percorsi netti il 24enne ha saputo guadagnarsi l’accesso a ben 5 tabelloni di tornei Masters 1000 (Indian Wells, Miami, Madrid, Toronto e Shanghai), di uno Slam (Australian Open) del torneo 500 di Memphis e di due competizioni rientranti nel circuito inferiore, ovvero Delray Beach e Houston. Non male se si pensa che le volte in cui Kevin è stato costretto alle qualificazioni sono state soltanto 15, con una percentuale di successo che tocca quindi il 60%. Alle sue spalle troviamo il turco Marsel Ilhan, fermatosi a quota 6 (Rotterdam, Miami, Barcelona, Wimbledon, Shanghai, Vienna), appaiato all’ucraino Ilya Marchenko (Australian Open, Miami, Nizza, Toronto, Pechino, Bercy). Le singole partite vinte da Anderson in qualificazione sono ben 22 – anche questo un record – contro le 21 di Ilhan e le 20 dell’indiano Somdev Dev Varman, che gli sono valse, però, solo 4 qualificazioni: per l’ex studente dell’Università della Virginia di Charlottesville, però, la consolazione di aver centrato per la prima volta l’accesso nella top-100 mondiale.
Sono lo statunitense di chiare origini sovietiche Alex Bogomolov jr. e il monegasco Benjamin Balleret i giocatori ad aver fallito il maggior numero di tentativi di accedere ad un tabellone principale: ben 13 le loro esperienze sfortunate, su 14 partecipazioni. Un’altra circostanza curiosa che li lega è che per entrambi il mese di febbraio ha riservato l’unico accesso ad un tabellone. Johannesburg per Balleret, San Josè, invece, per Bogolomov, la sua prima kermesse stagionale, che gli consente così di avere ancora aperta una striscia di 13 sconfitte consecutive nei tornei di qualificazione: vediamo se nel 2011 riuscirà a porvi rimedio, oppure a proseguire il suo infausto percorso. Più fortunati, senza ombra di dubbio, sono stati l’iberico Santiago Ventura e il francese Paul Henri Mathieu, dal momento che, in ben 3 occasioni, entrambi sono stati ripescati come lucky loser dopo sconfitte all’ultimo turno di quali. Ventura deve baciare in maniera particolare la Dea Bendata, perché gli ha garantito di prendere parte, con questa modalità, a ben due tornei dello Slam (Roland Garros e Wimbledon), oltre che al torneo di Bucharest – in tutti e tre i casi lo spagnolo è poi stato sconfitto al primo turno – mentre Paulo ha avuto un ruolino poco migliore tra Mosca, Toronto e Basilea – un successo in terra elvetica.
L’anno di nascita con più vittorie, grazie all’apporto di Rafa Nadal, è stato il 1986, che con la doppietta di Sergey Stakhovsky e le singole imprese di Viktor Troicki, Richard Gasquet e Gael Monfils si attesta a quota 12, una in più della classe 1987 – 4 di Querrey, 2 di Djokovic e di Murray, 1 di Bellucci, Golubev e Kukushkin – e due rispetto al 1981 – poker di Federer, doppietta di Fish e acuti di Davydenko, Hewitt, Lopez e Melzer. Dieci le annate a segno, le consecutive dal 1979 al 1988, con Ivan Ljubicic (19 marzo ’79) a ricoprire il ruolo del trionfatore più anziano e Marin Cilic (28 settembre 1988) quello del più giovane: peculiare il fatto che siano entrambi croati nati in Bosnia (Medjugorje la patria di Cilic, Banja Luka quella di Ivan)
Soderling a Rotterdam, Fernando Verdasco a Barcelona e David Nalbandian a Washington: sono questi gli unici tre tennisti ad essersi aggiudicati un torneo dopo aver beneficiato di una wild card. Non trascurabile il fatto che questi giocatori siano tutti di un rango non esattamente secondario e che le loro sortite da invitati abbiano portato in dote titoli in manifestazioni “500”. Andy Murray (Los Angeles) e Mardy Fish (Cincinnati) i due accreditati giunti fino in finale, anche se, in genere, le corse delle wild card non sono state poi così fortunate, così come emerge dalle 124 sconfitte al primo turno sulle 220 totali (56,4%). Il giocatore a cui sono stati elargiti il maggior numero di inviti, anche in virtù del suo tour d’addio, è stato James Blake, 7 tra Los Angeles, Washington, Cincinnati, New Haven, U.S. Open, Vienna e Stoccolma, davanti al connazionale Ryan Harrison (6), a Donald Young, Bernard Tomic, Carlos Moya e Carsten Ball (5).

(Marcel Granollers – Foto Nizegorodcew)
Il calar della stagione ha infine regalato le maggiori gioie ai lucky loser: l’ultima settimana di ottobre, a Vienna, le luci della ribalta sono state rivolte verso Andreas Haider Maurer, che ha ceduto solo all’atto conclusivo al cospetto del più esperto connazionale Jurgen Melzer, mentre sette giorni più tardi è toccato all’allievo di Fernando Vicente, Marcel Granollers, venire sconfitto allo stesso turno, a Valencia, sempre contro un atleta proveniente dalla stessa nazione, David Ferrer. In totale sono stati 59 i casi di ripescaggi nelle 64 manifestazioni ATP del 2010 e le altre migliori prestazioni, dopo le due finali, sono state frutto degli sforzi di Radek Stepanek, quarto di finale a New Haven, Ilya Marchenko, quarto a Marsiglia, e Ivan Navarro, terzo turno a Barcelona.

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