di Luca Fiorino
Rassegniamoci, quest’anno il Masters pare proprio non voler decollare per nessuna ragione al mondo. A parte lo spettacolo messo in scena alquanto carente, ciò che ha deluso maggiormente le aspettative degli appassionati riguarda la durata dei match. Possiamo solo immaginare lo sconforto di chi, dopo aver da mesi acquistato il biglietto, si aspettava partite di una certa caratura (d’altronde in questa manifestazione dovrebbero partecipare i migliori 8 al mondo). Novak Djokovic vince la sua terza partita di fila e lo fa, ancora una volta, senza incontrare la benché minima difficoltà. Inerme ed inerte Tomas Berdych che nulla ha potuto contro l’ira funesta del serbo. Davvero negativa l’esperienza del ceco che, escludendo la vittoria ai danni di un non pervenuto Marin Cilic, è riuscito a racimolare in queste ATP Finals solamente 6 games nell’arco di due incontri. Nole strappa dunque il biglietto per la semifinale che lo vedrà opposto a Kei Nishikori, un match in cui il serbo avrà l’opportunità di riscattarsi dopo la sconfitta rimediata qualche mese addietro agli Us Open.
Una partita mai messa in discussione, iniziata tanto per non distaccarsi troppo dal copione di questo Masters, con un break a zero di Nole. Il match scivola via veloce, Novak pare aver fretta di chiudere e Berdych non riesce ad opporsi in nessuna maniera. Siamo già 4-0 in appena 14 minuti di gioco. La sensazione è che il serbo possa fare quello che vuole e che il ceco non abbia la minima idea di cosa fare per metterlo in difficoltà. Nonostante l’incontro non sia uno di quelli che verrà ricordati nella storia, è quanto meno doveroso sottolineare la varietà del gioco espressa dal serbo. Una grande sensibilità, messa in mostra attraverso pregevoli demi-volèe e palle corte a fil di rete. Non contento Novak inizia anche a spazzolare le righe sia col dritto che col suo colpo migliore, il rovescio. Djokovic, forte del vantaggio ottenuto col doppio break, amministra la situazione e si porta senza mai rischiare alcunchè sul 5-2. Ad onor del vero ad impreziosire l’ottima prova del tennista di Belgrado ci pensa anche Berdych. Troppo falloso il ceco, soprattutto dalla parte del dritto con palla alta sopra le spalle. Djokovic serve per il set e apre prima con uno splendido rovescio lungo linea, poi con un perfetto dritto incrociato. Ci pensa poi Berdych a commettere due errori non forzati e a consegnare nelle mani del neo-papà il set. I numeri del primo set raccontano meglio di qualunque altra cosa il primo parziale: 6 soli punti persi al servizio per Nole e solamente il 36% di prime palle in campo per Tomas con una resa del 35% con la seconda.
Il secondo set è una mera riproposizione del primo in cui Novak fa la partita e il ceco non riesce a reagire. E’ incredibile la capacità con cui, in questa edizione del Masters londinese, sia Federer che Djokovic riescano a ridicolizzare i propri avversari, facendoli apparire agli occhi dei meno esperti come tennisti qualunque. Berdych ha l’occasione di partire per la prima volta davanti a Nole ma da 40-0 riesce nell’impresa di farsi brekkare. Molto bravo Djokovic a non concedere una minima chance al suo avversario, dando l’idea di voler provare qualche schema alternativo in vista del prossimo impegno. Non di rado infatti il serbo si è presentato a rete ed è curioso leggere come tra i due contendenti chi a fine match abbia corso di più sia stato proprio Berdych. Sul 2-0 il pubblico si riaccende, un passante di rovescio in cross di Nole sembra quasi valere il prezzo del biglietto. La partita prosegue sulla stessa lunghezza d’onda del primo set ed il ceco, ormai disarmato e rassegnato, va sotto 4-0. Troppi gli errori da parte sua e poca la grinta mostrata nel corso di tutto il match sino alla stretta di mano finale con sorriso annesso. L’impressione è che sia lui che altri partecipanti alle ATP Finals fossero scarichi sia fisicamente che mentalmente. L’incontro finisce 6-2 6-2 in un’ora e nove minuti a favore di Novak Djokovic. Il serbo, al contrario di quanto ci si potesse aspettare visto l’andamento della partita, esulta in maniera spropositata.
Nole chiude il girone A con 36 games vinti e 9 persi e si conferma numero al mondo comunque finisca il Masters per almeno altre dodici settimane. A proposito del girone, a Wawrinka ora mancano solo tre games per qualificarsi, un’impresa a dir poco proibitiva per Marin Cilic. Tre partite su tre vinte senza mai lasciare un set, Nole batte per la 17esima volta Berdych ed affronterà come detto Kei Nishikori, in un remake della semifinale di Flushing Meadows.
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