Un’eccellenza del nostro sport troppo spesso sottovalutata. Vicino al nome di Pablo Andujar, da ormai diverso tempo, leggiamo la sigla PR per indicare lo status di “Protected Ranking”. Uno strumento di cui si avvalgono i tennisti, fermi ai box per un periodo pari o superiore ai sei mesi, attraverso cui possono iscriversi ai tornei beneficiando del ranking medio che ricoprivano nei tre mesi prima dello stop.
Oltre 300 presenze nel circuito maggiore, quattro titoli ATP, 6 vittorie contro top 10 e alcune partite memorabili di livello assoluto (la sfida con Rafa Nadal a Rio de Janeiro nel 2014 su tutte). La professionalità e la dedizione del tennista di Cuenca è riconosciuta a livello mondiale: non esiste un solo collega al mondo che abbia mai avuto da ridire su di lui.
Quest’oggi ha superato un cliente ostico come Alex Molcan regalandosi un terzo turno non impossibile, ma neanche così scontato alla vigilia del torneo. Malgrado i crampi accusati nel terzo set, l’iberico è sopravanzato silenziosamente per la quinta volta (soltanto) in carriera in un terzo turno Slam. Una soddisfazione non da poco per lui e per chi è ancora legato ai sani valori di questa disciplina sportiva.
Andujar e PR, un binomio che potremmo rileggere anche in una chiave differente senza quel velo di malinconia che ci ricorda quanto abbia troppo spesso avuto a che fare con infortuni e bruschi stop. La sfera di competenza del PR, come noto, è quella di promuovere l’immagine di un’azienda per farla conoscere al grande pubblico. Allo stesso modo, Andujar promuove l’immagine del tennis con l’educazione, il rispetto e la professionalità dei grandi “Signori del Tennis”. Grazie Pablo per l’ennesima lezione di vita e di sport.
Leggi anche:
- None Found