Andreas Seppi e la partita della vita…

Andreas Seppi
di Alessandro Nizegorodcew

Non mi ero messo la sveglia, lo confesso. Ma alle 7, senza un apparente motivo, mi alzo accendendo il livescore degli Australian Open dal mio cellulare. Gli occhi ancora mezzi chiusi, luminosità al minimo per non auto-accecarmi: leggo Seppi-Federer 6-4 7-6 4-6 e quarto set pronto a iniziare. Passano 2 interi minuti prima di realizzare che si tratta di qualcosa di reale.

Accendo immediatamente la televisione, il canale è già impostato. Non credo ancora ai miei occhi: Andreas sta giocando a un livello impressionante, palla sempre profondissima sia con il diritto che con il rovescio, colpi coraggiosi, accelerazioni, passanti.

Il set giunge sino al 6-5 per Seppi, servizio Federer, punteggio 15-30. Andreas ha un rovescio lungolinea da tirare, lascia andare il braccio ma il movimento arriva in leggero ritardo, palla fuori di poco e 30-30. La chance di andare 15-40 era ghiotta, l’occasione sembra irripetibile. Si va al tie-break e il resto è già storia, con due diritti vincenti, tanto diversi quanto meravigliosi, a sancire una delle imprese più incredibili della storia del tennis italiano.

Federer entra nel campo di Seppi per stringergli la mano, il suo sguardo sembra dire: “se tiri un passante così te la meriti, poco da dire”. Seppi è incredulo ma consapevole, riesce anche a scherzare con Jim Courier nell’intervista post match. Io ho i brividi, l’adrenalina è alle stelle, mi accorgo di essere seduto sul letto a pochi centimetri dalla televisione, come a volerci entrare dentro. Gli occhi di Max Sartori sono nascosti dagli occhiali scuri e posso immaginare le emozioni di un coach che, da sempre, accompagna la vita sportiva e non di Seppi. Esco dalla stanza, incrocio in corridoio mio cugino Nicola Corrente (mio coinquilino, non era lì per caso) che si è appena svegliato ed esultiamo come a un gol dell’Italia ai mondiali. E nel momento in cui ci diamo il “cinque” capisco che è tutto vero. Non era un sogno: Seppi ha battuto Federer.

 

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