La sfida di secondo turno degli Australian Open tra Daniil Medvedev e Nick Kyrgios terminata con lo score di 7-6(1) 6-4 4-6 6-2 è stata una delle più spettacolari della prima settimana dello Slam che apre la stagione. La fantasia e la sregolatezza del padrone di casa, a dir poco scatenato tra tweener, servizi da sotto ed esultanze scenografiche, hanno messo in difficoltà il numero 2 del mondo, saggio e freddo per tutto il match al di là di un breve passaggio a vuoto che gli è costato il terzo set. Nel contesto di entertainment della Rod Laver Arena il bad boy aussie si è preso la scena, ma dal punto di vista prettamente tennistico Medvedev ha superato un test interessante. Alle sassate del suo avversario, infatti, il russo ha risposto con regolarità senza mai abbassare il ritmo e senza mai perdere campo. Straordinaria la sua capacità di colpire di dritto effettuando il finale “classico” del colpo, e non dietro la testa “alla Nadal” come si usa quando la palla che arriva è particolarmente pesante. Medvedev non è una saetta, ma è un campione per tante qualità tra le quali il modo in cui copre il campo e legge il gioco: per impattare la palla davanti restando in equilibrio senza andare fuori giri, devi trovarti al posto giusto nel momento giusto. Daniil lo fa sempre, indipendentemente da chi c’è dalla parte opposta della rete. Sono doti che non si allenano. L’esempio più plateale sul punteggio di 7-6(1) 3-2, quando Kyrgios ha servito da destra a uscire in vantaggio 30/0 e Medvedev ha risposto di dritto incrociato senza lasciargli scampo. Non il punto che resterà nella memoria di spettatori e appassionati, di sicuro uno di quelli che spiegano perché Daniil Medvedev sia Daniil Medvedev.
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