Nel 2022 Matteo Berrettini sarà costretto a rivelare la sua identità. Top 10 di seconda fascia che deve costantemente prestare attenzione ai risultati dei giocatori alle sue spalle o stella del presente e del futuro in grado di competere settimana dopo settimana per raggiungere il vertice della classifica ATP? Da quando il romano classe ’96 è entrato nell’esclusivo club dei tennisti più forti del mondo, la risposta a questo interrogativo non l’abbiamo ricevuta principalmente per tre motivi. Innanzitutto per colpa della pandemia, che prima ha bloccato l’attività internazionale e poi ha più o meno “freezato” il ranking mondiale. Poi per gli infortuni, quelli che storicamente accompagnano “Berretto” sin dai primi anni della sua carriera giovanile e che ora, evidentemente affezionati al gigante capitolino, non lo lasciano in pace neanche arrivato lassù. Ultimo ma non ultimo, Novak Djokovic. Il numero 1 del mondo ha stoppato Matteo negli appuntamenti più prestigiosi del 2021, compresa la finale di Wimbledon che, parole sue ai nostri microfoni, non gli è ancora andata giù. La speranza, a questo punto, è una: che nella stagione appena partita Berrettini non si trovi più di fronte ostacoli di questo tipo oppure che, ancora meglio, dimostri al mondo di essere in grado di abbatterli per prendersi ciò che (forse) gli spetta.
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