di Guido Pietrosanti
Dei tre tornei challenger disputati nella settimana appena conclusa, solamente uno si è giocato in Europa, a Sarajevo, in Bosnia, dove il vincitore è stato Amer Delic, bosniaco di nascita e di passaporto, ma cresciuto tennisticamente negli Stati Uniti, paese del quale ha difeso i colori fino a poco tempo fa. Delic, attualmente numero 444 del ranking, ma con un passato da top100 ha vinto per ritiro la finale contro lo slovacco Karol Beck, numero 133 del ranking atp. Ottima semifinale raggiunta dal giovane giocatore di casa Mirza Basic, classe 91 e numero 449 del ranking, già autore di buoni risultati a livello future quest’anno e anche dal francese Nicholas Mahut, 93 atp, autore di una buona stagione nei challenger indoor con la vittoria a Courmayeur e la finale a Cherbourg. Da segnalare la prematura eliminazione della testa di serie numero 1 Grigor Dimitrov al primo turno ad opera di Beck.
Se a Sarajevo non era presente nessun giocatore azzurro, fuori dall’Europa erano presenti diversi giocatori italiani. A Santiago, in Cile erano presenti in tabellone principale 3 azzurri e tutti e 3 hanno passato il primo turno. Per Matteo Trevisan si è trattato della prima vittoria dell’anno anche se poi si è fermato al secondo turno. Anche Stefano Travaglia si è fermato al secondo turno, ma ha di nuovo superato le qualificazioni e passato il primo turno come a Salinas la settimana scorsa, e il bilancio per lui è nettamente positivo. Riccardo Ghedin invece si è spinto fino in semifinale, battendo giocatori importanti quali il brasiliano Souza (124 atp) e il croato Skugor (164 atp) prima di arrendersi all’argentino Maximo Gonzalez, numero 122 del ranking e vincitore del torneo in finale sul fancese Eric Prodon (138 atp), sconfitto per 75 06 62. Prodon, 30 anni a giugno, già vincitore di un challenger a gennaio a Bucaramanga, in Colombia, sta avvicinando il suo best ranking intorno ai 30 anni, come è già successo ad altri giocatori francesi quali Bennetau e Llodra, a conferma del buon sistema francese, che produce campioni molto giovani, senza però bruciare troppo in fretta i tennisti più esperti.
Infine a Kyoto, dove nonostante la tragedia del terremoto e del conseguente tsunami si è riuscito a concludere il torneo, il belga Dominik Meffert (211 atp) ha sconfitto in finale il giovane tedesco Cedrik-Marcel Stebe (335 atp) per 46 64 62. Proprio Stebe, classe 90 e in buona crescita, ha fermato al secondo turno la corsa di Thomas Fabbiano, volato fino in Giappone alla ricerca di punti pesanti per migliorare la classifica. Purtroppo Thomas, che due anni fa avrebbe probabilmente vinto contro Stebe, non sembra riuscire ad alzare il suo livello di gioco. Soprattutto, non sembra essere ancora riuscito a capire che tipo di giocatore diventare: fino all’anno scorso sembrava preferire la terra rossa e ora invece si concentra sulle superfici rapide. Non è abbastanza regolare da essere definito un regolarista, ma non è nemmeno in grado di chiudere il punto da fondo. E non può tantomeno essere definito un attaccante.
Molte indicazioni interessanti sono arrivate queta settimana dal circuito future. Innanzitutto è importante segnalare la vittoria nel future di Trento, Italia F1 di Stefano Galvani, classe 77, che conferma di poter ancora giocare ad ottimi livelli, specie sulle superfici rapide. Sulla terra battuta, anche Simone Vagnozzi ha raggiunto una buona finale in Spagna F8 dove un ottimo Lorenzo Giustino si è spinto fino ai quarti. Ma per fortuna questa settimana anche i giovani Alessandro Giannessi e Federico Gaio si sono ben comportati nel primo torneo della stagione, raggiungendo rispettivamente la finale e la semifinale del future Turchia F8. Infine, vale la pena segnalare la finale raggiunta dal portoghese Elias nel future USA F7, sconfitto solo dall’ex top 100 Odesnik. Elias, classe 90, molto promettenta da Juniores, da qualche mese sembra aver cambiato decisamente marcia e sta ottenendo una serie di vittorie che lo hanno fatto passare dal numero 600 al numero 357 del ranking in poco più di due mesi.
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