(Jelena Dokic)
di Sergio Pastena
L’ultima vittoria era arrivava sull’erba di Birmingham, nel lontano 2002: quasi nove anni, per il tennis un’era geologica. Jelena Dokic, all’epoca, bazzicava già le Top Ten e aveva 19 anni appena compiuti: con la vittoria nel torneo di Birmingham, seguita ai quarti di finale al Roland Garros, ad agosto toccò il suo best ranking al numero 4. L’erba, d’altro canto, era casa sua: pur giocando all’epoca ancora per la Serbia era tennisticamente cresciuta in Australia e nel 2000 aveva stupito tutti raggiungendo le semifinali a Wimbledon. Tutti le pronosticavano una carriera folgorante invece la vita, che già le aveva riservato un’infanzia difficile in un paese dilaniato dalla guerra, continuò a voltarle le spalle. Rapida discesa nel ranking, la stella che si eclissa fino alla scioccante rottura col padre, dovuta ad un passato di abusi. Ci ha messo tempo a tornare, Jelena, ma già nel 2009 aveva ridato segni di vita, raggiungendo i quarti di finale a Melbourne nella sua Australia, che nel frattempo era tornata a rappresentare. Questa settimana ha completato l’opera, mettendo in fila a Kuala Lumpur prima la nostra Francesca Schiavone, testa di serie numero uno, al termine di tre set tiratissimi, quindi Nara, Jovanovski, Krajicek (altro “ritorno”) e, infine, la Safarova. Sperando che la vita abbia finito di metterle i bastoni tra le ruote, ora la Dokic può godersi i meritati applausi.
In Malesia, per il resto, sono da registrare i segnali di vita dati da Dinara Safina: in singolare ha passato un turno ed ha impegnato severamente la Safarova, poi finalista, mentre in doppio ha portato a casa il trofeo in coppia con la Voskoboeva. Per la russa il sodalizio con Sanguinetti parte abbastanza bene. Delude la Bartoli, stesa nettamente dalla Safarova dopo aver eliminato la nostra Camerin e la Ivanova. La terza italiana in tabellone era Alberta Brianti, superata al primo turno dalla thailandese Lertcheewakarn, giovane talento locale.
E veniamo a Monterrey, dove un’altra Jelena, l’ex numero uno del mondo Jankovic, ha sfiorato il ritorno alla vittoria. Per lei l’astinenza non dura da otto anni e rotti, ma da quasi un anno: non poco per una che, pur non avendo in cascina neanche uno Slam, è comunque abituata a vincere. La serba, che da qualche settimana manda chiari segnali di risveglio, è arrivata alla finale senza perdere un set. Contro Anastasia Pavlyuchenkova, tuttavia, si è arresa al terzo set dopo aver avuto l’opportunità di andare avanti di un break sul 3-3 del parziale decisivo. Bilancio comunque positivo in vista di Indian Wells, dove la Jankovic avrà da difendere la vittoria dell’anno scorso e dovrà far bene per evitare un tracollo in classifica.
Conferma il buono stato di forma Gisela Dulko, che si è spinta fino alle semifinali prima di cedere alla vincitrice del torneo. Male le italiane: si ferma subito la Oprandi, battuta in tre set dalla Zahlavova Strycova, mentre Sara Errani arriva al secondo turno ma finisce col cedere a Greta Arn pur lottando per tre set. Settimana avara di soddisfazioni per i nostri colori, insomma: speriamo che negli Usa vada meglio.
Leggi anche:
- None Found