di Andrea Villa
Lista di cose vissute insegnando in una Scuola Addestramento tennis dal 1997 ad oggi.
In questo lungo tempo è innegabile avere un bagaglio di esperienze importanti, partire dai numeri è il passo giusto da fare, per rendersi conto delle quantità di tutto.
Quattordici anni alla Sat non sono una sciocchezza, più precisamente sono poco più di 12000 ore di lezione.
È quasi impossibile fare un conto esatto degli allievi incontrati, circa 450 all’anno con un ricambio stagionale di 150 unità: chi vuole può divertirsi a fare un semplice calcolo.
Quindici sono i maestri con cui ho lavorato, con età compresa tra i 23 e i 73 anni, non classificati, terza categoria, seconda e quasi prima.
Nove i campi utilizzati, più quattro transenne, una palestra, due muri, un vialetto, una tribuna, un gazebo, e tanta fantasia.
Milioni le palline tirate, mancate, e raccolte; tante quelle perse o finite in piscina e nel vicino Parco Lambro: qualcuna scaraventata direttamente in strada!
Incalcolabili le spiegazioni fatte, gli appelli, le parole dette e ascoltate, gli errori e i complimenti, i genitori contenti e delusi, le belle e le brutte figure.
Diverso l’approccio di ogni maestro: da villaggio, da professionista, da santone, da menefreghista, da ambizioso, da giocatore, da comparsa, da maestro.
Molti i talenti cristallini visti, i possibili campioni, i geni persi lungo la strada; altrettanti i brocchi incrociati, i negati dalla volontà ferrea, gli appassionati senza speranza di migliorare, i figli di vip, ma anche qualche figlio di buona donna.
Terra rossa, mateco, erba sintetica, le uniche tre superficie, coperte e all’aperto, al caldo e al freddo, sotto un sole cocente e una pioggia battente, invasi dall’acqua, disegnati dalla neve; imprigionati nel pallone con la porta di sicurezza bloccata dall’esterno!
Senza programma tecnico alcuni anni, altri con fogli volanti spuntati chissà da dove, fino ad un personale modello, unica via per costruire in maniera chiara e con qualcosa in cui credere.
Da 50 minuti a 30 la diminuzione della cosiddetta preparazione atletica, nel tempo diventata un soffio, un sospiro, qualcosa di impercettibile, dal segno e dall’importanza troppo leggera.
Tecnico Nazionale, Maestro Nazionale, Istruttore di primo e secondo livello, Istruttore Uisp e Ptr, senza qualifica: una varietà da cui ho cercato sempre di trovare qualcosa da imparare.
Confronto, discussioni, litigate, sgarri, invidie: lavorare in gruppo è molto difficile; risate, successi, complicità, amicizie, aiuto reciproco: lavorare in gruppo è molto produttivo.
Dai 6 ai 18 anni, maschi e femmine, italiani e stranieri, ricchi e poveri, una, due o tre volte alla settimana; tutti i maestri dovrebbero farsi alcuni anni di gavetta alla Sat, imparerebbero molto!
Il 90% delle cose che si dicono riguardo la maggior parte delle Sat è vero, io ho sempre cercato di stare in quel 10% rimanente; non si devono formare giocatori veri nella Sat, ma si possono dare le basi su cui costruire il futuro, le fondamenta per un progresso continuo nel tempo, donando ai maestri dell’agonistica allievi senza lacune non colmabili.
Non dimentichiamo che le Sat raccolgono un numero enorme di piccoli tennisti, pescare in un mare grande è meglio che cercare in una pozza d’acqua: tutto sta nel non lasciarci sfuggire il meglio proprio quando lo stringiamo fra le mani.
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