di Sergio Pastena
Chiusura di stagione degna del loro nome per i primi due tennisti al mondo. Innanzi tutto per Roger Federer, che è andato ad aggiudicarsi il Master di fine anno mostrando una brillantezza che mancava dall’inizio della stagione, ovvero da quando lo svizzero ha conquistato gli Australian Open: negli altri major era stato decisamente altalenante, pur portando a casa due quarti di finale e una semifinale. Risultati tutt’altro che disprezzabili, ma per lui poca roba. A Londra invece Re Roger ha mostrato un livello di gioco altissimo, facendo fuori uno dietro l’altro tutti gli avversari che gli si sono parati davanti ed arrivando in finale senza perdere un set: l’ultimo ad ottenere uno score simile fu tale Andrè Agassi. Il percorso dell’ex numero uno del mondo sarebbe stato totalmente immacolato se solo in finale non avesse trovato il solito, irriducibile, Rafael Nadal.
Le sfide tra i due col tempo sono andate diminuendo per colpa del calo di rendimento di Federer e di qualche pausa di troppo del maiorchino nei Masters 1000, quindi era logico che ci fosse grande attesa. In realtà, però, la finale non è stata spettacolare, non al livello di certi incontri passati. Da un lato lo svizzero ha confermato il livello di gioco che si era visto fin lì, spingendo su ogni palla e attaccando con decisione, mentre dall’altro lo spagnolo, con la sua solita caparbietà, ha sfruttato un passaggio a vuoto dell’avversario per prendersi il secondo parziale e rientrare in gioco, ma nulla ha potuto quando Federer ha ingranato la quinta portando a casa il set decisivo con il punteggio di 6-1.
Anche Nadal, comunque, ha concluso la stagione più che bene e non era facile dopo i risultati mostruosi di questo 2010 che gli ha portato il primo titolo a Flushing Meadows, il career Grand Slam e la prima posizione in classifica. Fin da subito Rafa ha sofferto per portare a casa il match d’esordio contro Roddick, ma ha tenuto duro ed in semifinale ha fatto fuori Andy Murray nonostante un match estremamente equilibrato: due tie-break, nel primo e nel terzo set, la solita predisposizione a giocare meglio dell’avversario i punti decisivi e altro fieno in cascina in vista di un 2011 che difficilmente sarà migliore dell’anno precedente. Mai dire mai, però, visto che si parla del mancino di Manacor.
E gli altri? Murray ha fatto il suo, passando il girone eliminatorio a scapito di Soderling e impegnando a fondo in semifinale il numero uno del mondo. Ha avuto le sue occasioni, lo scozzese, ma non è riuscito a sfruttarle ed è forse eccessivo fargliene una colpa. In quando a Djokovic, siamo alle solite: ad un metro dal traguardo cade, gli manca ancora quel qualcosa in più per arrivare al livello dei primi due. E’ difficile che il serbo venga eliminato prima delle semifinali di un torneo, è ancora più difficile che lo vinca: ad ogni modo ha mostrato una certa costanza riuscendo a raggiungere persino la seconda posizione al mondo, persa poco dopo.
Poco da dire per ciò che riguarda gli eliminati al primo turno: Soderling poco convincente, Berdych in riserva anche se capace di vincere un match, Ferrer era già contento di esserci anche se ha lottato come da tradizione mentre Roddick ha perso un’occasione per fare punti importanti in vista di un 2011 nel quale si troverà da subito a difendere cambiali pesanti. Per lo statunitense era una buona occasione, ora il rischio di uscire nuovamente dalla Top Ten è decisamente elevato.
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