Camozzi Wheelchair Doubles Masters


Dal 24 al 28 novembre si disputerà il Camozzi Wheelchair Doubles Masters, ancora una volta ospite dell’Accademia Tennis Vavassori a Palazzolo sull’Oglio, in provincia di Brescia.
La manifestazione, negli anni, ha raggiunto un altissimo livello di spettacolarità ed a disputarsi la vittoria sono gli atleti migliori del mondo.
Quello del tennis in carrozzina è un movimento che è andato crescendo in tutti i sensi negli ultimi tempi, c’è un valore assoluto da cogliere, e tantissimi altri legati alla grande attenzione che ormai suscitano questi straordinari interpreti.
Renato Vavassori, titolare della Accademia, è un grande promotore dello sport come modello di vita, come valore fondamentale per ogni tipo di crescita, ed è molto orgoglioso di essere il testimone e l’organizzatore di questa importante manifestazione.
E non è il solo.
“Il tennis è uno sport dinamico, stimolante ed emozionante, ma è accessibile in egual misura a giovani ed anziani. Il tennis, in qualsiasi sua forma di espressione, è un divertimento per tutti. Esprime innovazione, indipendenza, speranza, passione, collaborazione, determinazione, e raggiungimento di obbiettivi.”
Il Presidente NEC Corporation
Mr Kooru Yano
“L’attività sportiva richiede sacrificio, concentrazione, preparazione fisica e mentale, e il tennis su sedia a rotelle è tutto questo ed ancora di più: è coraggio e determinazione. Siamo quindi onorati di poter promuovere questa disciplina e di condividere con tutti voi le emozioni di questa speciale occasione.”
Il Presidente Camozzi Group
Attilio Camozzi
“Soltanto le otto migliori coppie classificate di doppio maschile, le prime quattro di doppio femminile e le coppie di quad hanno l’opportunità di gareggiare in questo che è uno degli eventi più prestigiosi del NEC Wheelchair Tour. Ci aspettiamo partite altamente competitive.”
Il Presidente ITF
Francesco Ricci Bitti
“Un importante evento nazionale che porta nel nostro paese le migliori coppie del mondo di tennis a rotelle. Agli organizzatori ed agli atleti partecipanti porgo dunque il mio personale ‘in bocca al lupo’.”
Il Presidente FIT
Angelo Binaghi
Lo scorso anno Maikel Scheffers, dopo la vittoria ai Singles Masters, ha conquistato con Ronald Wink più alto del podio nel doppio maschile, sconfiggendo Robin Ammerlaan e Stephane Haudet. Esther Vergeer e Korie Homan hanno ottenuto il loro primo titolo nel doppio femminile battendo Jiske Griffioen e Aniek van Koot, mentre la coppia formata da Nicholas Taylor e David Wagner ha avuto la meglio su Dorrie Timmermans-van Hall e Shraga Weinberg, assicurandosi il quarto titolo in 5 anni nella categoria quad.
Vedremo chi sarà a fare la storia quest’anno.
Intanto chi vi scrive, che di storie è appassionato, ha colto l’occasione per fare due chiacchiere con Nicholas Taylor, nr 1 al mondo quad, e con l’unico italiano in gara Antonio Raffaele, nr 11.
Che ringrazio per il regalo.
“Se fossi stato abile da ragazzino avrei giocato a calcio, ma non potendolo fare mi sono dedicato al basket ed all’atletica, che era possibile svolgere al liceo. Di certo volevo fare uno sport. Ho scoperto il tennis per uno stages che ci fu a scuola da me, era il 1995, e la cosa mi piacque molto, ma non avendo l’uso delle mani era una cosa abbastanza complicata. Ma non m’importava, ho iniziato a giocare ore intere contro la porta del garage, ore e giornate intere, finché non sanguinavo. Nessuno credeva che potessi farlo, tutti dicevano che ero matto, che stavo perdendo il mio tempo. Soltanto nel ’99, quando entrai nei Top Ten, mio padre iniziò a sostenermi. Ero contento di questo, ma quello che mi ha fatto crescere ed arrivare dove sono non è stato il suo plauso, sono diventato forte grazie a tutti quelli che non ci credevano.”
Nicholas Taylor
“Giocavo a basket, mi piaceva, ma era anche lo sport più praticabile, per i costi che non dovevo sostenere, non sono un ricco petroliere. Poi un infortunio grave alla spalla mi ha costretto a smettere, ed ho incontrato il tennis, che è diventato subito una passione. Giocavo insieme ad altri amici, abbastanza assiduamente, ma non era un’attività professionistica, ci divertivamo. Intanto imparavo bene, finchè l’occasione per farlo a livello professionistico arrivò con l’ammissione alla categoria quad. I 6 o 7 anni in cui avevo imparato da solo mi hanno faticare molto a correggere i difetti che avevo acquisito, ma la scuola che feci poi, mi ha permesso di migliorare molto. E’ una vita fantastica quella che faccio, quella che si fa per questo sport, peccato che sia sempre difficile avere le risorse, è uno sport costoso. Mi piacerebbe convincere tanti a praticarlo, mia moglie dice che sono insistente, ma è la passione a farmi parlare. Troppi soldi ci vogliono e pochi sono gli aiuti per la diffusione di questo sport, ed è un gran peccato, tanti miei amici che sarebbero fortissimi non possono permettersi di farlo. Viaggiare, vedere il mondo, scambiare chiacchiere con tutti i popoli, è un grandissimo privilegio.
Provaci è bellissimo, è il mio slogan.”

Antonio Raffaele
Grande evento, non c’è dubbio, vale la pena di partecipare.

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