(Michael Llodra – Foto Nizegorodcew)
Una Rubrica di Stefano Grazia
Belli & Dannati vs Brutti & Vincenti
“Franza Espagna pourque’ se magna”
(risposta del popolino italiota nel 1600 o giu’ di li’ di fronte al quesito
se fosse meglio sottostare alla dominazione spagnola o francese )
Tempo fa sul DSTV Sudafricano stavano facendo vedere in reply il match di Davis Cup vinto, questa volta, dai francesi capitanati da Guy Forget… A parte il risultato, mi era venuta da fare, con moglie e figlio, una considerazione fra le due scuole tennistiche…Una differenza quasi piu’ culturale, faceva notare mia moglie… Lasciamo perdere le mie preferenze o simpatie che da un lato, istintivamente vanno all’archetipo francese ma che col supporto del raziocinio si spostano invece sugli spagnoli: da un lato abbiamo un branco di snob fighetti casual eleganti o decisamente raffinati il cui scopo nella vita e nel tennis e’ il tocco, il colpire bene, l’eleganza del gesto, comunque piu’ che il vincere il saper giocare bene, insomma: le Brioches al posto del Pane e Salame…Gasquet, Tsonga, Llodra, Simon, perfino Monfils , lo stesso Santoro… E prima di lui Grosjean, Leconte, lo stesso Forget (Noah invece non e’ riconducibile a nessuna categoria)… Dall’altra abbiamo invece Nadal definito da qualche povero idiota addirittura l’antiTennis ma comunque un muscolare, poi Ferrer, Almagro, Montanes, in passato Alberto Costa e un innumerevole stuolo di terraioli …l’unica eccezione e’ Lopez che appunto in quanto eccezione e’ piu’ fighetto che non si puo’ mentre Verdasco sembra quasi piu’ un indio argentino che uno spagnolo. In effetti, adesso che ci penso, fra gli spagnoli i piu’ fighetti sono Ferrero e Lopez che in effetti potrebbero essere francesi mentre semmai Clement potrebbe essere scambiato per spagnolo.
(Alberto Montanes – Foto Nizegorodcew)
Certo, sui francesi puo’ anche aver ragione ogni tanto Maradona che parlando di Platini che lo aveva un po’ sfottuto come allenatore (Michel, cosa ne pensi di Diego come allenatore? Risposta: E’ stato un grande giocatore) aveva detto: E’ un francese, si credono superiori al resto del mondo, di aver sempre ragione … Pero’ io a Dieguito ho sempre preferito Michel che ovviamente gli e’ stato inferiore ma che sentivo comunque piu’ vicino in quanto ad affinita’ elettive… Allo stesso modo confesso che alla fin fine se li vado a contare uno per uno scopro che pur non dispiacendomi nessuno degli spagnoli, in un ipotetico match tiferei quasi sempre per il francese pur nelle varie combinazioni…Gasquet, Tsonga, Monfils … mi sono un tantinello tutti piu’ simpatici ma solo ed esclusivamente a livello epidermico. E in netto contrasto con quello che io, nonostante le apparenze, sono, faccio e penso. O chissa’, forse proprio per questo. Col raziocinio infatti e se lo dovessi spiegare a mio figlio mi troverei a dover andare contro il mio istinto o l’epidermide … Guardiamo infatti i risultati… Grande movimento, quello francese, ma anche loro, e nonostante il supporto di uno Slam, Zero Tituli… L’ultimo Slam, fra i maschi, risale all’83 con Noah ma anche se andiamo a guardare Masters e Tornei 500 e 250 e piazzamenti insomma, non c’e’ quasi storia… i Francesi possono certo infrangere i cuori ma i trofei (e i soldi) li portano a casa gli Spagnoli.
Che cosa ne deriva da tutto questo e perche‘ ne parlo in questa rubrica? Perche’ c’e’ una bella differenza fra giocare un bel tennis e vincere un match di tennis. Fra giocare bene e avere tutti i colpi e portare a casa la partita e un torneo. Fra Forma e Sostanza. Fra Bel Gioco e Cojones. Okay, d’accordo, non si puo’ generalizzare e sicuramente il mio e’ un discorso molto superficiale, pero’ e’ una considerazione che mi e’ parsa giusto da offrirvi. A volte si critica il tal Allenatore perche’ non ha insegnato tutti i colpi al suo allievo…E quello magari fra se e se pensa: ma a me che mi frega? Noi siamo qui per vincere un match di tennis, mica per partecipare ad una gara di tuffi o ginnastica artistica con i Giudici e le Palette …
Il Tennis Spiegato a mio Figlio, in questo caso consisteva nel fargli capire questa importante differenza fra Bello e Concreto. E che alla fine a voler essere troppo perfezionisti e a curare troppo il dettaglio si finisce per perdere di vista l’obiettivo finale che non e’ quello di essere perfetti ma, come ricordava Agassi nel suo bellissimo libro autobiografico, di essere solo ogni volta un pochino meglio del tuo avversario.
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