(Alisa Kleybanova)
di Sergio Pastena
Cinque russe, una rumena, un’ungherese e una ceca nelle semifinali: questa settimana è spirato forte il vento dell’est nei tornei del circuito Wta. La cosa per certi versi era prevedibile, visto che i tabelloni dell’Hansol Korea Open di Seoul e del Tashkent Open in Uzbekistan erano infarciti di giocatrici di quelle zone, eppure considerando l’andamento della stagione, che non ha visto certo le russe brillare fin qui, il fatto che a vincere i tornei siano state due di loro e neanche di prima fascia assume un suo significato.
In Corea del Sud, ad esempio, Alisa Kleybanova non era certo in cima ai favori del pronostico. Sicuramente è stata agevolata dal tabellone (era testa di serie numero cinque e non ha dovuto incontrare nessuna delle prima quattro) ma la sua marcia è stata inarrestabile: ha lasciato per strada un solo set (il primo contro Ksenia Pervak, soffertissimo, chiuso al tie-break 15-13) e per il resto non ha mai ceduto più di tre games in un parziale, neanche in finale contro la sorprendente Zakopalova, spazzata via per 6-1 6-3. La favorita della vigilia, Nadia Petrova, si è fermata in semifinale contro la ceca ritirandosi sul finire del primo set, mentre non hanno brillato neanche le “nobili decadute” che provano ad approfittare di questi tornei meno prestigiosi per ritrovarsi: fuori subito Ana Ivanovic, superata in due set dalla Dushevina, mentre Dinara Safina è stata battuta al secondo turno da Maria Kirilenko. Bene la Szavay, arrivata fino in semifinale, e come al solito sorprendente Kimiko Date-Krumm, intramontabile, capace di arrivare ai quarti sconfiggendo la numero 2 del seeding Pavlyuchenkova.
In Uzbekistan, invece, ti aspetti la Dulgheru oppure la beniamina di casa Amanmuradova e invece in finale trovi Alla Kudryavtseva ed Elena Vesnina, rispettivamente settima e quarta testa di serie. Ha vinto la prima col punteggio di 6-4 6-4, ma il suo torneo è stato più difficile rispetto a quello della connazionale che ha trionfato a Seoul. Ha lasciato anche lei per strada un solo set, ma ha dovuto sudare parecchio sia contro la Amanmuradova nei quarti che contro la Rodina in semifinale. Maria Elena Camerin, ottava del seeding, dopo aver superato la Bovina si è fermata di fronte alla Voegele. In semifinale è arrivata anche Monica Niculescu, che si candida al premio di punteggio più schizofrenico della settimana per il suo match di secondo turno contro la Ivanova: 1-6 6-0 6-1 il risultato finale.
Questa settimana si gioca il prestigioso torneo di Tokyo, il Pan Pacific Open, e tornano in campo le big, eccezion fatta ovviamente per le sorelle Williams. Ci sono anche parecchie nostre rappresentanti: Francesca Schiavone è la quinta testa di serie, mentre Flavia Pennetta paga la discesa in classifica che l’ha portata al numero 22 del ranking e non rientra tra le prime 16 del tabellone per due posti. Il sorteggio, comunque, non è stato malvagio per lei: è capitata in una parte del draw sguarnita di teste di serie per il ritiro della Na Li, al primo turno ha già affrontato e battuto la McHale e al secondo le toccherà Maria Kirilenko. Con Sara Errani la sorte è stata meno clemente: primo turno contro la Zahlavova Strykova ed eventualmente, al secondo, Vera Zvonareva. Al tabellone principale è stata ammessa dopo le qualificazioni anche Roberta Vinci, che sfiderà subito Nadia Petrova. Niente da fare, invece, per Tax Garbin, che è stata eliminata da Coco Vandeweghe e non è riuscita ad accedere al tabellone principale.
Italiane a parte, ci sono quasi tutte: Wozniacki, Zvonareva, Jankovic, Stosur, Radwanska, Dementieva, Azarenka. La detentrice del trofeo, Maria Sharapova, è testa di serie numero 12 mentre l’altra finalista dell’anno scorso, Jelena Jankovic, da un po’ non è in grandi condizioni di forma, quindi potrebbe esserci un certo rimescolamento in classifica. Quello che è sicuro è che le nostre rappresentanti possono affrontare quest’impegno in assoluta tranquillità, visto che sia la Schiavone che la Pennetta nel 2009 uscirono al primo turno e non hanno punti da difendere.
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