(Jarmila Groth)
di Sergio Pastena
Che non sarebbe stata una settimana dalle emozioni forti, lo si era capito guardando i seeding dei tornei di Guangzhou e Quebec City. Tuttavia, se possibile, il ritorno alla normalità dopo la sbornia degli Us Open è stato ancora più noioso del previsto per il circuito Wta. Non ci si attendeva chissà che, ma si è visto ben poco.
In particolare, in Cina si è vista solo Jarmila Groth. La numero 55 del mondo, prima testa di serie del torneo, ha giocato cinque match lasciando per strada solo quindici giochi (nove prima della finale). In pratica tutte le avversarie messe assieme le hanno strappato l’equivalente di due set e mezzo, una miseria. La furia dell’australiana ha travolto anche la nostra Maria Elena Camerin, arrivata ai quarti di finale dopo aver battuto la Brianti nel derby, che contro di lei ha racimolato solo due games. L’altra finalista, Alla Kudryavtseva, ha fatto di meglio perdendo “solo” 6-1 6-4, come la Tanasugarn al secondo turno. Peccato per Alberta Brianti, che a Guangzhou difendeva punti importanti, visto che l’anno scorso era arrivata in finale: la sua classifica è purtroppo precipitata dal numero 84 al 113 e per risalire occorrerà rimboccarsi le maniche.
In Canada, invece, è stato il torneo delle sorprese. Alla fine ha vinto Tamira Paszek, una qualificata, che l’ha spuntata sulla Mattek-Sands al termine di una finale combattutissima. Sicuramente c’è stato più pathos rispetto al torneo cinese e anche più sorprese, se consideriamo che soltanto tre teste di serie sono arrivate ai quarti di finale e di queste solo una in semifinale. La Paszek, comunque, non è una novità in assoluto: sta uscendo da un periodo difficile ed in passato è stata numero 35 al mondo. Conferma i suoi progressi l’atleta di casa Rebecca Marino, che dopo aver costretto Venus Williams a giocare un tie-break agli Us Open riesce ad arrivare ai quarti eliminando addirittura la prima testa di serie Marion Bartoli per poi cedere alla Mattek-Sands. Prematura anche l’uscita di Aravane Rezai, seconda favorita del torneo, che ha perso subito contro Jill Craybas.
Questa settimana sono previsti due tornei sulla falsariga di quelli di questa settimana, ma se non altro si alzerà il tasso tecnico. In campo ci saranno sei giocatrici tra le prime 30 del mondo (questa settimana l’unica era la Bartoli) e a Seoul si vedranno nomi interessanti: Petrova, Ivanovic, Pavlyuchenkova, Shvedova, Date Krumm. Ci sarà anche la nostra Brianti, ultima direct acceptance del torneo. Una delle partite più interessanti sarà proprio al primo turno: la Petrova certo non è stata fortunata a beccare proprio Jarmila Groth, in forma smagliante e molto carica. Presente anche Dinara Safina, che ha beneficiato di una wild card e al primo turno troverà una qualificata per poi eventualmente sfidare la vincente tra Maria Kirilenko e Urszula Radwanska, altro confronto di un certo spessore.
Si gioca anche in Uzbekistan, a Tashkent: la nostra Camerin è testa di serie e affronta nel primo turno Elena Bovina, ex numero 14 del mondo per poi trovare presumibilmente la svizzera Voegele. Una buona occasione per tornare tra le top 100 per la nostra giocatrice, attualmente al numero 102 delle classifiche. I favori del pronostico per il torneo se li dividono Dulgheru, Chakvetadze e la beniamina di casa Akgul Ananmuradova, finora nota più per la sua possenza fisica che per i risultati ottenuti.
Il comprensibile momento di stanca, comunque, finirà presto: già la prossima settimana si andrà a Tokyo per un torneo da 2 milioni di dollari di montepremi e tutte le migliori dovrebbero tornare in pista.
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