di Luca Brancher
La stagione 2008 è appena cominciata, poche settimane – seppur intense – sono state vissute dai tennisti impegnati sul globo terracqueo, ma già le prime sentenze sono state emesse e le prime sorprese, così come le prime delusioni, sono venute a galla. E noi, con questo pezzo che avrà come fine quello di mettere in luce i protagonisti – tenendo in considerazione i punti ottenuti nei sessantuno tornei ITF finora disputati – proveremo a far emergere ciò che più di rilevante c’è stato.
Iniziamo col fornire un dato: 2026, ovvero il numero dei giocatori che sono stati presenti almeno una volta nel tabellone principale oppure in uno di qualificazione dei futures di quest’annata. Il numero elevato di ammessi a certi tabelloni cadetti non deve far sbalordire, ma ci permette di capire quante siano le possibilità per un tennista di prendere parte a queste competizioni. Il difficile, però, è provare ad uscire da questo limbo fatto di lotte interminabili e di turni infiniti, con un numero di punti in palio, esiguo, che deve essere suddiviso tra i vari giocatori.
Per ora a primeggiare, per il numero di punti conquistati, c’è Jeroen Masson, il tennista belga, classe 1981, un passato a ridosso dei primi 200 giocatori al mondo ed una grande voglia di tornarci. Una volontà che lo spinge e che gli ha permesso di concludere bene il 2007, ma, soprattutto, di cominciare meglio questo 2008. Due futures vinti, uno in Germania (10.000$) ed uno in Marocco (15.000$), assieme ad altri piazzamenti, permettono al vallone di guidare la truppa con 43 punti conquistati (in cinque tornei). Una buona base di partenza, con un precedente alquanto benaugurante: lo scorso anno, di questi tempi, si distingueva nei tornei ITF un altro belga, di nome Steve Darcis. C’è bisogno di aggiungere altro?
A poca distanza da Masson, troviamo Alexander Satschko, tedesco, 28 anni da compiere, ed un prezioso filotto di dieci vittorie conquistate in Asia, col bis concesso in Thailandia del successo ottenuto sette giorni prima in India: due 15.000$, 36 punti che, aggiunti ai 5 guadagnati nelle precedenti settimane, lo fanno salire fino al secondo posto, a due soli punti di distanza dal momentaneo leader. Sorte analoga per il francese Jeremy Blandin, anch’egli vincitore nelle ultime settimane di due tornei che davano al vincitore 18 punti, ubicati però in Nigeria: come il teutonico, il ventiseienne francese ha disputato finora soltanto quattro tornei, ma per Blandin, prima della fortunata trasferta africana, il bottino era stato ancora più misero del collega: due i secondi turni conseguiti sul suolo natio.
Dopo due tennisti che, per guadagnare punti, sono stati costretti ad andare a giocare in luoghi non accessibili a tutti, con entry list conseguentemente meno competitive, introduciamo due giocatori che invece si sono calati a questo livello per trovare punti e morale per il prosieguo della stagione. Stiamo parlando di Jamie Baker e di Simon Greul, appaiati al quarto posto con 36 punti. I due atleti tosto citati vantano un cammino analogo, come i precedenti: entrambi hanno vinto due tornei in settimane contigue, entrambi non hanno preso parte ad altri tornei oltre a quelli in cui sono risultati vincitori. Ciò significa che Baker e Greul sono ancora imbattuti e possono così guardare con fiducia a quest’annata ancora giovane; per dovere di cronaca, va detto che Greul ha centrato i due titoli in patria, mentre il britannico ha conseguito i propri due successi negli Stati Uniti.
Sesto posto per uno degli stakanovisti ‐su questo concetto ci torneremo più avanti – di questa stagione, vale a dire Pablo Santos Gonzalez, al via di tutti i futures iberici giocati, ben otto. Fatiche che hanno pagato sia da un punto di vista di risultati, coi 35 punticini portati a casa, sia per quanto riguarda il logorio fisico, visto che Santos Gonzalez proprio nell’ultimo appuntamento ha dovuto abbandonare la contesa al secondo turno. Il tennista spagnolo, tuttavia, non è nuovo a questi exploit, che già si sono verificati in passato, ma proprio la fragilità fisica non gli ha mai permesso di dare continuità al suo tennis; vedremo se questa volta il finale sarà diverso. Differente dovrebbe essere, e già lo è, il destino di Adrian Mannarino, classe 1988, e di Peter Gojowczyk, classe 1989, che a lungo sono stati in testa a questa graduatoria.
Per Adrian Mannarino, l’aver perso la testa della classifica, non crediamo rappresenti un trauma. Il mancino di Soisy aveva cominciato a far parlare di sè già nella scorsa stagione, con un paio di vittorie indoor. La propria attitudine ai tornei coperti veniva ribadita a gennaio, dove con la seguente sequenza di risultati -semifinale-finale-vittoria-quarti – era salito in vetta al ranking, prima di dedicarsi a tornei di caratura superiore. Ed i risultati già non mancano: prima un quarto di finale a Besancon, dove è stato ad un passo, nei quarti di finale, dall’ottenere contro il connazionale Gicquel lo scalpo più importante della sua carriera, poi a Cherbourg nuovo miglior risultato, con la semifinale, dove a fermarlo ci ha pensato il futuro vincitore Thierry Ascione. Il transalpino pare essersi garantito un posto di prim’ordine tra i giovani da seguire con attenzione nei prossimi mesi.
Non da disdegnare nemmeno le gesta di Peter Gojowczyk, 18enne tedesco, con un pedigree da parvenu assoluto, vista la scarsa partecipazione del giovane nato nella tristemente nota Dachau ai tornei junores. L’anno è pero cominciato col botto, due vittorie consecutive strappate nella vicina Austria dovrebbero essere sintomo che Peter quel qualcosa per emergere ce l’ha. Staremo a vedere.
Tra i due imbattuti, Baker e Greul, ed i giovani appena descritti, si piazza il brasiliano Ricardo Hocevar, che ha raccolto tutti i 32 punti per ora messi in saccoccia nel giro di tre settimane, dove ha centrato una serie di quattrordici vittorie consecutive. Indice, questo risultato, come quelli già elencati di Baker, Greul, Satschko, Blandin e Gojowczyk, di quanto siano fuorvianti certi luoghi comuni sul tennis, secondo i quali chi vince un torneo, la settimana dopo fisiologicamente sia portato a perdere al primo turno. Ma di questo argomento, con tanto di approfondimento numerico, se ne è già parlato in questo sito nel pezzo “Il luogo comune”, anche se certi concetti è bene ribadirli.
Completa la top ten, e siamo molto felici di nominare anche un nostro connazionale, Paolo Lorenzi, che appaia in realtà Gojowczyk al nono posto, con l’onorevole risultato di aver raccolto gli stessi punti (30), con la metà dei tornei (3 contro 6). Molto ha inciso, nell’economia del suo punteggio, la vittoria nel 15.000$ di Trento, cui si accompagnano le due semifinali raggiunte in Cina. Il 2007 di Lorenzi non era stato entusiasmante, il 2008, almeno stando alle premesse, potrebbe riservare ben altro. Restando in tema di tennisti italiani, buonissima la partenza di un altro giocatore che poco aveva raccolto nel 2007, vale a dire Leonardo Azzaro, reduce da una buona trasferta centramericana, dove ha incrementato il proprio palmares coi titoli ottenuti a El Salvador e Panama.
Seguono Andrea Stoppini, che ha vinto di recente un future in Svizzera, Massimo Dell’Acqua, che dopo una partenza davvero buona, giusta prosecuzione di una conclusione di stagione positiva, paga gli annosi problemi fisici e Alessandro Accardo, coraggioso ad andare fino a Nigeria e bravo a conquistare due semifinali. Raccolgono rispettivamente 11 e 10 punti Andrea Arnaboldi e Matteo Volante, sui cui punteggi influisce l’intensa attività e, nel caso del milanese, anche la consueta volontà di spostarsi in luoghi alquanto ameni. Citazione d’obbligo per Tomas Tenconi, che dopo vari, e purtroppo vani, tentativi, pare aver trovato la continuità necessaria per, quantomeno, provare, a ripetere le gesta di tre anni fa. La finale di Castelgandolfo, in tal senso, è un raggio di sole dopo tanta, troppa pioggia.
Per non lasciare nulla in sospeso, riprendo in mano la questione degli stakanovisti, ovvero quei giocatori che non hanno saltato una settimana di tornei tra Gennaio e Febbraio. Detto di Pablo Santos Gonzalez, è facile immaginare che vi siano altri tennisti spagnoli in questa ristretta cerchia, valutando che solo la Spagna ha organizzato futures in tutte le settimane prese in considerazione. Se l’assunto è corretto, sbagliata però è la forma, visto che, oltre al già citato Santos-Gonzalez, soltanto Guillermo Olaso ha preso parte a tutti i tornei in patria. Per gli iberici Pedro Clar, Ignacio Coll e Agustin Boje, anche loro sempre presenti, sono state utili alcune trasferte, così come per il britannico James Ward, l’unico non spagnolo presente nel gruppo.
L’ultima notazione statistica riguarda le età dei primi dieci della classifica sotto riportata, notiamo come primeggi la classe 1981, con ben quattro rappresentanti, mentre nessuno juniores è presente nella classifica: molto probabilmente ciò è dovuto al fatto che molti si dedicano ancora ai tornei di categoria, anche se qualcosa, coi vari Ignatik (34esimo) e Elias (71esimo), si sta muovendo: scommettiamo che con la prossima classifica parleremo anche di loro?
TOP TEN ITF AL 2 MARZO
Masson Jeroen 81 BEL 43 5
Satschko Alexander 80 GER 41 4
Blandin Jeremy 81 FRA 38 4
Baker Jamie 86 GBR 36 2
Greul Simon 81 GER 36 2
Santos-Gonzalez Pablo 84 ESP 35 8
Hocevar Ricardo 85 BRA 32 4
Mannarino Adrian 88 FRA 31 4
Lorenzi Paolo 81 ITA 30 3
Gojowczyk Peter 89 GER 30 6
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