(Gianluca Naso – Foto Nizegorodcew)
di Alessandro Nizegorodcew (articolo in partnership con Tennis.it)
Giocare contro il tuo idolo, affrontare il tennista al quale ti sei ispirato per anni, vederlo lì di fronte a te in campo, non deve essere stato facilissimo. Chissà cosa avrà pensato Gianluca Naso, quando il sorteggio del challenger di Como gli ha riservato Thomas Muster al primo turno… Spazio Tennis ha raggiunto telefonicamente “Giallo”, per saperne di più sull’incontro con l’austriaco, senza tralasciare ovviamente la sua stagione, che da qualche settimana sembra aver preso la piega giusta.
Gianluca, iniziamo ovviamente dalla partita di primo turno con Muster. Raccontaci come è andata…
“Che emozione giocare con Muster! Al momento del sorteggio ero contento ma anche preoccupato. Certamente era il migliore dei 4 (per i qualificati come Naso; ndr) da pescare, ma la paura di perdere e fare una figuraccia era tanta. Sono entrato in campo un po’ contratto, ma alla fine sono riuscito ad impormi 6-3 6-4. La sua personalità in campo si sente tantissimo. Non tira fortissimo e negli spostamenti lunghi fa fatica; ma è furbo e nel breve si muove tantissimo. Riesce a variare molto bene il gioco ed essendo mancino riesce a metterti in difficoltà con traiettorie strette, in particolare col servizio. Dopo il primo set mi sono un po’ sciolto e ho giocato meglio, chiudendo in due set abbastanza tranquillamente.”
Hai parlato con lui dopo la partita? Com’è Muster fuori dal campo?
“Non ho parlato con lui, tranne un timido “buongiorno” che gli ho rivolto in players lounge. Leonardo Caperchi, mio allenatore per 4 anni, mi ha parlato ogni giorno di Muster; per me è praticamente un idolo irraggiungibile e la sua personalità, con quel suo vocione, mi ha fatto desistere dal provare a parlargli. Per quanto riguarda ciò che fa fuori dal campo… si allena come un matto. Quando sono arrivato a Como l’ho visto allenarsi tutti i giorni almeno 4 ore, tra corsa, palla medica e tennis.”
Quali credi possa essere il suo livello attuale?
“Da quello che ho intuito, leggendo anche una sua intervista, il suo livello è cresciuto molto da Kitzbuhel ad oggi. Io credo che a livello di qualificazioni challenger possa giocarsela con molti. A livello di main draw fa invece fatica. La questione è: quanto può ancora migliorare? Sta di fatto che per avere 42 anni è assolutamente un mostro, straordinario.”
Passiamo a te e alla tua stagione. Dopo una lunghissima sosta per infortunio durata più di 6 mesi per un brutto infortunio al polso, sei rientrato intorno al mese di marzo. E’ stata dura all’inizio?
“E’ stata durissima rientrare. All’inizio ho fatto una fatica incredibile, anche perché in ogni torno ho dovuto giocare le qualificazioni. Ho giocato male fino a Roma, quando nelle qualificazioni al Foro Italico ho perso giocando malissimo contro Dolgopolov. Lì per fortuna c’è stata la svolta. Ho avuto una discussione illuminante con il mio coach Fabio Rizzo e Max Giusti. L’argomento principale è stato il tennis ma non solo; ho capito tante cose sulla vita in generale e da quel momento in campo sono sceso in campo più tranquillo e grintoso. In poche parole sono riuscito a controllare le emozioni in campo, vivendo nel modo giusto sia la vittoria che la sconfitta. Sono arrivate tante vittorie al terzo set, che sono sempre state il mio problema.”
(Gianluca Naso – Foto Nizegorodcew)
Da metà giugno sono arrivate le vittorie, come quella su Volandri nel challenger di Milano. Da quel momento le cose sono andate sempre meglio e sono arrivati alcuni buoni risultati (quarti di finale a Orbetello e San Sebastian)..
“La vittoria con Filippo è stata molto importante. Mi ha reso consapevole delle mie potenzialità. Il mio livello è cresciuto, soprattutto a livello mentale e i risultati ne sono la conseguenza.”
A livello tecnico, l’impressione è che tu sia migliorato e il tuo gioco sia addirittura migliore dei tempi del tuo best ranking (numero 222 ad inizio 2009). E’ così?
“Sicuramente sono migliorato di rovescio, mentre è chiaro che la potenza, visto il mio infortunio, non è ancora quella di un anno e mezzo fa. Quando ero 220 Atp tiravo fortissimo con servizio e diritto. La potenza sta tornando pian piano, ma è normale, l’infortunio è stato molto serio. La differenza comunque, a questo livello, è tutta nella testa. E credo finalmente di essere cresciuto molto sotto questo aspetto.”
Non è comunque facile, proprio per il livello sempre più alto, giocare le qualificazioni ogni settimana…
“Nella discussione di cui ti parlavo, abbiamo deciso insieme di non chiedere più wc. In molte circostanze, per ricevere un invito, devi chiamare ogni giorno i direttori dei tornei, sperando di essere inseriti tra i 4 giocatori con wc. E le decisioni si sanno sempre all’ultimo minuto. In più, quando te ne assegnano una, hai più pressione quando entri in campo, perché sei costretto a fare bene. Quando ho avuto wc, le prestazioni sono state spesso pietose. Ho preferito quindi faticare di più sul campo e fuori dal campo. Ho guidato di notte in macchina per ore oppure passato ore ed ore in treno, arrivando poco prima di scendere in campo. Ma a livello mentale preferisco così. Se poi decidono di darmi una wc senza che io la chiedo, ovviamente la accetto. Ma non ne chiederò più.”
Se dovessi scegliere la migliore partita giocata in queste ultime settimane?
“Sicuramente quella contro Machado a Cordenons. Ho giocato ad un livello altissimo, ma soprattutto sono stato bravo sotto l’aspetto mentale. Giocare contro Machado è difficile, perché lui in campo è parecchio scorretto.”
Hai pochissimi punti da difendere sino a metà 2011. Oggi sei numero 418 ma rientrerai presto nei 400 Atp. L’obiettivo è rientrare nei 250 il prima possibile ed evitare le qualificazioni nei challenger?
“Certamente si. Non ho praticamente punti da difendere e posso giocare con tranquillità, sperando di risalire molto velocemente in classifica.”
Per concludere, in questi giorni a New York si stanno disputando gli Us Open. Tu sei a Como a giocare un challenger. Nel 2011 credo proprio che vorrai essere nella grande mela!
“Assolutamente si, anche perché gli Us Open sono il mio torneo preferito. L’anno scorso ero infortunato e quest’anno non avevo la classifica per entrare nelle qualificazioni. Spero proprio che il 2011 possa essere il mio anno, anche e New York!”
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