Lorenzo Musetti è un fenomeno e molti se ne sono già dimenticati. Il quasi ventenne di Carrara (“L’Illusionista di Carrara” per citare una pesante penna del nuovo Spazio Tennis) è stato protagonista di una carriera giovanile disarmante durante la quale è arrivato numero 1 del mondo under 18 e ha vinto gli Australian Open Junior (al primo anno nella categoria). Da professionista, poi, ha ridicolizzato campioni come Wawrinka e Nishikori e vinto esaltanti battaglie contro Schwartzman, Dimitrov, Auger-Aliassime e Goffin, non proprio gli ultimi arrivati. Senza dimenticare (impossibile farlo) i due spettacolari set vinti contro Djokovic al Roland Garros. Muso è diventato 60 ATP esprimendo un tennis esteticamente meraviglioso e, cosa molto più difficile, maledettamente efficace, dimostrando una dose di personalità e di coraggio tutt’altro che comune nei giovani debuttanti del circuito. Perché è un predestinato, un ragazzo nato per giocare a tennis a tutte le latitudini del globo facendo innamorare le persone di questo sport, il suo sport. L’amore, quello puro e quindi un po’ ingenuo per il quale tutti siamo passati, ha rovinato metà della sua passata stagione, probabilmente la cosa più normale del mondo quando hai 19 anni. Anche se sei un fenomeno. Ciò mette in luce il principale aspetto sul quale dover lavorare, che è anche il più difficile da migliorare rapidamente: Musetti deve diventare un uomo. Un campione è anche colui che vive sì le emozioni, ma è in grado di isolare la propria professione per sfruttare il proprio talento al 100%, limitando quasi a zero i passaggi a vuoto. Il toscano adottato dalla Liguria ha il merito di essersi mostrato equilibrato più o meno sempre sino a metà 2021, nonostante un carattere molto più estroverso di quanto sembri “da fuori”. È il momento di imparare a gestire tensioni, paure, delusioni e aspettative per fare un ulteriore passo in avanti, quello che gli permetterà di accedere con determinazione e con la giusta spavalderia nel gotha del tennis mondiale.
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