Camilla Rosatello: “Punto alle ‘quali’ di Parigi. Garbin in Fed Cup? Scelta giusta”


La piccola cittadina bretone di Saint-Malo, conosciuta come la “città dei corsari”, ha ospitato dal 18 al 25 settembre l’importante torneo “Open Emeraude Solaire” dotato di un montepremi di 50000$+H. Come nell’antichità i corsari espugnavano le navi nemiche, la giovane piemontese Camilla Rosatello ha espugnato le qualificazioni e il tabellone principale, vincendo ben sette partite consecutive, raggiungendo così un’inattesa finale.
Abbiamo voluto conoscere passo a passo le emozioni che hanno accompagnato Camilla al termine degli incontri fino ad arrivare agli obiettivi per l’immediato futuro.
Camilla, hai compiuto una vera e propria impresa a Saint-Malo. Raccontaci le tue sensazioni ad inizio torneo e le tue emozioni mano a mano che avanzavi inesorabilmente nel main draw…
“Inutile dire che ho provato delle emozioni incredibili durante tutta la settimana, siccome non mi aspettavo di arrivare così in fondo. Durante le qualificazioni non ho giocato bene e non lasciavo andare il braccio, ma sono riuscita lo stesso a portare a casa le partite. Anche durante il primo turno di main draw ho giocato male: mi sono messa addosso tante pressioni dato che volevo assolutamente passare il turno, siccome mi ero resa conto di aver avuto un buon sorteggio (Camilla ha affrontato una wild card francese; ndr). Nel secondo turno invece contro la Georges che è 180 del mondo non avevo nulla da perdere. Sono entrata in campo e sono andata subito 5-0 sotto, ma in quel frangente ho reagito e mi sono finalmente sbloccata vincendo 76 al terzo. Nei quarti ho vinto un match piuttosto strano con la Paquet, che è una giocatrice che tira tutto e che fa durare poco gli scambi. In semifinale con la Ferro ho disputato la miglior partita della mia vita, mi entrava qualsiasi cosa! In finale contro l’esperta e fortissima Zanevska purtroppo non sono riuscita ad esprimere il mio tennis dato che ero molto tesa, ma sono uscita dal campo con il sorriso sulle labbra”.
Gli atti conclusivi del torneo sono stati ripresi dalle telecamere francesi, pensi che sia utile guardarti da fuori dal campo? Che sensazione hai avuto nel vedere la tua immagine per la prima volta nel grande schermo?
“Penso sia utilissimo, quando sei in campo non hai occasioni di vederti e di certe cose non ti accorgi, ad esempio di come gestisci le pause ed i cambi campo. Per quanto riguarda le sensazioni nel vedermi raffigurata in televisione, che dire è “fighissimo”, non capita di certo tutti i giorni!”.
Quest’anno i risultati migliori li hai ottenuti sempre passando dalle qualificazioni, ad esempio nei 25000$ a Caserta ed a Hechingen fino ad arrivare all’impresa in terra francese. Sei una giocatrice che ha bisogno di giocare alcuni match prima di esprimere il suo miglior tennis?
“Si assolutamente, ho bisogno di scaldarmi durante il torneo. Le qualificazioni mi danno la possibilità di giocare partite con avversarie più deboli e magari inesperte, che mi consentono di prendere piano piano fiducia nei miei colpi”.
Sempre quest’anno sei stata “vittima” di un infortunio che ti ha tenuto fuori dai campi per parecchi mesi dandoti anche modo di riflettere sulla tua vita. Cosa ti è mancato di più in quel periodo? È maturato qualcosa di particolare in te?
“Devo dire che sono stata abbastanza “fortunata”, siccome l’infortunio alla spalla mi impediva solo di servire, mi faceva un po’ male anche nei colpi da fondo campo, ma nonostante il dolore sono riuscita a giocare. La cosa che certamente mi è mancata di più è la competizione e tutte le conseguenze che essa porta con sé: le emozioni e l’adrenalina che provo in gara mi fanno sentire viva ed è stato bruttissimo non provarle per tutto quel tempo. Caserta è stato il mio primo torneo dopo l’infortunio, non avevo aspettative, ciò mi ha permesso di giocare a mente libera e godermi ogni singolo momento in campo. Infine, ho avuto tanto tempo per pensare alla mia vita, infatti proprio in quel periodo ho metabolizzato la scelta di cambiare allenatore (Camilla attualmente si allena con Duccio Castellano ed Enrico Gramaglia, per tanti anni è stata seguita da Denis Fino; ndr)
A proposito di scelte e di cambi, quanto pensi che incidano le questioni personali sulle prestazioni in campo?
“Guarda, con me sfondi una porta aperta! Per un periodo ho provato a pensare solo ed esclusivamente al tennis, ma alla fine invece che migliorare le mie prestazioni e la mia serenità, non ha fatto altro che peggiorarle. La serenità e la tranquillità fuori dal campo sono fondamentali per esprimere al meglio il proprio tennis. Almeno nel mio caso è assolutamente così. Ad esempio, da quando ho sistemato le questioni con il mio vecchio allenatore e ho iniziato a lavorare con Duccio ed Enrico mi sento molto più serena e riesco a giocare molto meglio”.
Non si può non trattare la vicenda che in questi giorni ha suscitato le attenzioni del popolo del tennis italiano, ovvero la scelta della Federazione di affidare la panchina di Fed Cup a Tathiana Garbin. Raccontaci le tue emozioni in seguito alla notizia.
“Quando ho sentito la notizia, ho provato un’immensa gioia, se lo merita davvero! È stata il mio capitano quando ero in nazionale under 16 e 18 e devo dire che la sua presenza ha fatto la differenza. Tati ha un carisma unico, riesce a gestire tutte le situazioni in campo e fuori, essendo una donna sa come prenderti. Inoltre, la carica che ti trasmette lei durante i cambi di campo non te la trasmette nessun altro. Penso che la Federazione non potesse fare una scelta migliore”.
Quali sono i tornei che disputerai e gli obiettivi per il futuro?
“Giocherò la prossima settimana il 25000$ a Santa Margherita di Pula, forse giocherò il 50000$ a Turs e sicuramente  alcune giornate in Serie A1 (per il circolo tennis La Stampa di Torino; ndr). Per quanto riguarda i miei obiettivi voglio tornare a giocare con la stessa mentalità di quando ero a Caserta e punto ad entrare nelle qualificazioni del Roland Garros”.
Auguriamo a Camilla un grande in bocca al lupo per il proseguimento di stagione, affinché possa regalarle ancora tante emozioni e soddisfazioni. Infine, la ringraziamo per la piacevole chiacchierata, dalla quale emerge un modo di essere semplice, spontaneo ed allegro, che coinvolge positivamente chiunque le stia attorno.

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