Tra le giovani tenniste italiane, quella che ha fatto il più grande balzo in classifica in questo 2016 è stata Jessica Pieri. Numero 465 del ranking WTA alla fine dello scorso anno, ora nella classifica live è circa alla posizione numero 260, al best ranking. Jessica è anche diventata virtualmente (non appena le classifiche saranno aggiornate con i punti conquistati la scorsa settimana) la numero 6 delle italiane, sostanzialmente la prima delle nuove leve, dietro solo a Vinci, Errani, Giorgi, Schiavone e Knapp.
Il gran balzo in classifica è arrivato grazie alla splendida continuità di risultati che le ha permesso di vincere per la prima volta in carriera un torneo da 25000 dollari, a Mamaia in Romania, lo scorso 4 settembre, in una finale tutta italiana in cui ha battuto l’amica Jasmine Paolini. A giugno aveva vinto il 10000 dollari di Sassuolo e poi ha costruito la sua classifica con diversi turni passati in tornei ad alto prize money.
Le prospettive per Jessica Pieri sono ancora più rosee se consideriamo che nell’ultima parte dell’anno non deve difendere molti punti, quindi c’è la concreta possibilità di un ulteriore balzo in classifica verso le posizioni che permettono l’accesso ai tabelloni dei tornei WTA International, ma soprattutto alle qualificazioni delle prove del Grande Slam. Incontriamo Jessica per fare il punto della situazione e soprattutto per sentire da lei le prospettive per questa ultima parte di stagione e poi per il nuovo anno.
Jessica sei al best ranking, numero 6 d’Italia, te lo aspettavi?
“Ci speravo, ma non si può mai essere certi di quello che succederà nel tennis. Io avevo iniziato bene la stagione con i primi tornei, poi ho avuto un appannamento ed ora finalmente sto riuscendo a giocare come vorrei fare sempre. L’ultimo mese è andato veramente bene. Purtroppo a Bagnatica ho avuto un problema fisico che non mi ha permesso di esprimermi al meglio, ma per il resto sono molto soddisfatta. I risultati positivi sono la diretta conseguenza di riuscire a giocare come abbiamo tante volte pianificato in allenamento. Con le vittorie poi si entra in fiducia ed è ancora più facile provare anche a fare sempre meglio”.
Il momento più bello di questa stagione quale è stato?
“Ci sono stati diversi momenti importanti. Sicuramente la prima vittoria in un 25000 dollari è stata un momento che ricorderò sempre, ma la svolta credo sia stata a Beinasco a febbraio. Volevo capire se avevo il livello per confrontarmi con le più brave che giocano la categoria dei 25000 e in quel torneo ho avuto le risposte positive che cercavo. Sono arrivata in finale e me la sono giocata quasi alla pari con una tennista molto forte, la Shinikova, che infatti adesso e al numero 145 del ranking WTA. A Beinasco ho capito che potevo esserci anche io per il resto della stagione a confrontarmi con le altre a quei livelli.”
Hai qualche rimpianto per qualche torneo che avresti potuto disputare meglio?
“In una stagione ci sono sempre dei rimpianti. E’ quasi impensabile giocare sempre al massimo. Alti e bassi credo che vadano sempre messi in conto, l’importante è cercare di avere la continuità per il maggior numero di tornei possibile. Per la prima volta direi che quest’anno ho comunque avuto una buona continuità di rendimento”.
La tournée in Oriente della scorsa primavera non ti ha portato molti punti, ma immagino sia stata una bella esperienza di vita…
“Ho fatto quattro tornei in Giappone e Cina e ho raccolto pochi punti anche per colpa di una influenza che mi ha debilitato nei primi due tornei, però è stata un’esperienza di vita importantissima. L’organizzazione e il modo di vivere è completamente diverso dal nostro, abituarsi è stato davvero difficile, ma se dovessi tornare da quelle parti, ora sarei più preparata e saprei cosa mi aspetta. Non mi pento di esserci andata anche se ho fatto pochi punti e giocando in Europa magari ora sarei più avanti in classifica”.
Quest’anno hai anche sostenuto l’esame di maturità. Sei riuscita a conciliare tennis e studio?
“Sì, gli ultimi due anni di liceo li ho fatti in una scuola privata per potermi allenare e giocare con continuità, però mi piacerebbe poter continuare a studiare all’Università. Mi sono informata per iscrivermi a lingue, ma purtroppo serve la frequenza obbligatoria e quindi non è conciliabile con il tennis. Sto valutando se iscrivermi a scienze motorie, almeno vorrei poterci provare”.
In passato hai subito diversi gravi infortuni che ti hanno tenuta lontana dai campi per parecchio tempo, ora dal punto di vista fisico sei al top della condizione o devi ancora cercare di incrementare la massa muscolare?
“Ora mi sento molto bene fisicamente. Il lavoro lungo e faticoso dal punto di vista atletico che ho iniziato a fare due anni fa sta finalmente dando i suoi frutti. Vedendomi magari non si direbbe, perché la mia costituzione è questa, non potrò mai avere il fisico possente di tante altre mie colleghe, però ora riesco ad avere più forza nelle braccia e nelle gambe e questo mi aiuta molto quando gioco. Certo c’è ancora molto da lavorare anche dal punto di vista fisico ma direi che siamo sulla strada buona”.
Ti stai allenando in parte con tuo papà Ivano a Lucca e in parte con la Federazione a Tirrenia. Come ti trovi in questa situazione di essere seguita da più persone?
“Durante l’anno, in linea di massima, tra un torneo e l’altro torno a casa e mi alleno al mio circolo a Lucca con mio padre e mia sorella se è a casa anche lei. Durante la preparazione invernale, lo scorso anno andavo due volte la settimana a Tirrenia e mi allenavo con Tathiana Garbin e il suo team che segue le over 18 per conto della federazione. Non so ancora come ci organizzeremo quest’anno, ma io mi sono sempre trovata molto bene con tutti coloro che vogliono aiutarmi a crescere tennisticamente, prima di tutto con mio padre e poi anche con Tathiana e tutte gli altri coach federali”.
Quest’anno è stato importante anche perché hai iniziato a viaggiare da sola, senza papà Ivano o qualche suo collaboratore, raccontaci come è andata
“E’ vero, ho iniziato a girare da sola da marzo, prima nei tornei italiani e poi anche in tutti quelli europei. All’inizio chiaramente c’è stata qualche ansia e insicurezza, perché dovevo occuparmi di tutto, dalla logistica, all’amministrazione, agli spostamenti, dovevo organizzarmi da sola per i campi di allenamento, insomma è tutto più complesso. Poi, però, col tempo, ha iniziato a piacermi molto questa vita, ho imparato a gestire meglio i miei tempi e i miei spazi e adesso devo dire sinceramente che sto proprio bene a girare da sola. Poi ci sono momenti in cui diventa importante avere qualcuno con sé, soprattutto all’estero. Proprio la settimana scorsa ho subito il furto dei documenti in Bulgaria, sono dovuta andare in ambasciata a fare il documento provvisorio e serviva un testimone che mi conoscesse. Per fortuna che c’era Camilla Rosatello che è venuta con me in ambasciata e mi ha aiutato con le pratiche burocratiche”.
Da qua a fine anno quanti tornei conti fare e quanti punti speri ancora di recuperare in classifica?
“La prossima settimana giocherò in Montenegro un 25000 dollari, poi a inizio ottobre ci sono due 25000 consecutivi a Santa Margherita di Pula e poi c’è un 50000 in Francia e altri 25000 in Europa, dovremo decidere se e quali fare. In linea di massima credo di giocare fino alla fine di novembre per poi fermarmi e iniziare la preparazione invernale. Non ho molti punti da difendere, ma è sempre difficile confermare la classifica, perché anche le altre fanno punti, quindi non so proprio se e quanto riuscirò a scalare ancora nel ranking da qua a fine anno”.
Le qualificazioni agli Australian Open sono molto difficili, ma tu speri vero?
“Tutte le tenniste sognano di giocare le prove del Grande Slam, è giusto che sia così. Dal sogno alla realtà poi è tutto un altro discorso. Io ce la metterò tutta per giocare sempre al mio meglio e se i risultati continueranno a venire come sta succedendo nell’ultimo mese, potrebbe anche capitare il “miracolo”, però è difficile, perché non sono tante le posizioni in classifica che mi separano dal taglio per entrare, ma sono ancora molti i punti da fare per recuperare quella cinquantina di posizioni che mi servono. Poi bisognerà vedere il campo dei partecipanti, se ci saranno assenze o meno. Se chiudono le entry list come agli ultimi Us Open certo non sono lontanissima, se chiudono come lo scorso anno in Australia serve davvero ancora molto. Comunque se non ce la farò per gli Australian Open sicuramente ci proverò per il Roland Garros e per Wimbledon”.
Sei la numero 6 d’Italia, Vinci e Schiavone potrebbero smettere o comunque limitare l’attività, Giorgi è in rotta di collisione con la Federazione, un pensierino alla Fed Cup credo che sia giusto farlo…
“E’ il mio sogno rappresentare l’Italia nella Fed Cup. Intanto vorrebbe dire essere arrivate nelle prime quattro della propria nazione e poi comunque l’idea di giocare per tutti i miei connazionali mi riempirebbe d’orgoglio. Ho già giocato nelle competizioni a squadre giovanili rappresentando l’Italia, ma arrivare in Fed Cup sarebbe davvero il coronamento di tanto lavoro che sto facendo da anni”.
Lo scorso anno mi avevi detto che vorresti essere nelle 300 del mondo a fine 2016 e ci sei riuscita, a fine 2017 invece dove vorresti arrivare?
“Domanda troppo difficile. Io vorrei intanto star bene fisicamente, potermi allenare e giocare con continuità, migliorare il mio gioco e poi i risultati e i successi verranno di conseguenza. Se proprio ti devo dire un numero, spero di essere tra le prime 200 alla fine dell’anno prossimo”.
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