Karin Knapp. Le Ragioni della Speranza

 

di Roberto Commentucci

Gli appassionati italiani di tennis femminile hanno vissuto una settimana importante. Non solo e non tanto per la presenza di due azzurre nell’atto conclusivo di due diversi tornei Wta, ma soprattutto per la presentazione al grande pubblico, grazie alla diretta tv su Eurosport, della giovane, semisconosciuta, tennista altoatesina Karin Knapp, che ad Anversa ha tenuto benissimo il campo contro la numero 1 del mondo Justine Henin.

Molti telespettatori sono rimasti sorpresi dalla personalità mostrata da Karin, e dalla qualità del suo tennis. Qualcuno ha lasciato viaggiare la fantasia, chiedendosi se finalmente non sia la volta buona, se finalmente abbiamo una potenziale top ten.

Ebbene, le ragioni per sperare sono moltissime. Eccole.

1 . La prima ragione è meramente statistica. Karin è arrivata al n. 36 del ranking a 20 anni e 7 mesi. Alla sua età, le altre azzurre di vertice erano molto più indietro. Francesca Schiavone era n. 80, Flavia Pennetta era n. 127, Silvia Farina era n. 163 (anche se era arrivata a 66 pochi mesi prima). Per arrivare a giocatrici precoci quanto Karin nello scalare la classifica, bisogna risalire a Raffaella Reggi e Sandra Cecchini, più di vent’anni fa. Tuttavia, va detto che all’epoca il tennis femminile era molto diverso. La differenza fra le top e le altre era molto più elevata, e le due emiliane, pur avendo guadagnato un buon ranking, non davano mai la sensazione di poter competere realmente ad armi pari con le top, come è già riuscito a Karin.

2. La seconda ragione è di carattere fisico. Dopo tante tenniste di taglia bonsai, strutturalmente inferiori sul piano della massa e della potenza alle più forti giocatrici straniere (anche Flavia e Francesca, pur meglio attrezzate rispetto alle tante Bonsignori, Piccolini, Pizzichini, etc. del passato non fanno eccezione), abbiamo finalmente una giocatrice che ha chili e centimetri in abbondanza, in grado di imporre ovunque la potenza dei propri colpi, e che può legittimamente fare parte della Big Babes Brigade del tennis femminile.

3.La terza ragione è di natura tecnica. Karin ha enormi margini di miglioramento, in tantissimi settori del gioco. Ha già una eccellente prima palla di servizio, ma può migliorare tantissimo sulla seconda. Con una statura di oltre 1,80, e con le spalle che si ritrova, se riuscirà a costruirsi un kick efficace potrà mandare le avversarie a rispondere in braccio ai giudici di linea, anziché farsi aggredire. Inoltre, può migliorare tantissimo nella corsa al rovescio, un colpo che funziona splendidamente da fermo, ma che va in difficoltà quando è eseguito in corsa. Deve ancora imparare a giocare nei pressi della rete, deve diventare più veloce nella corsa in avanti, e più rapida a capire quando è il momento di entrare in campo, deve acquisire una maggiore sensibilità di mano. Può migliorare nell’uso degli angoli, dei cambi di ritmo. Come vedete, sono tutte cose che si possono costruire con il tempo, e con il lavoro. Quel che più conta, è che la Knapp non ha nessuna debolezza “strutturale” in un colpo fondamentale, cui sarebbe molto più difficile porre rimedio.

4. La quarta ragione è legata alla sua storia personale. Tante delle lacune tecniche elencate sopra derivano dal fatto che la ragazzona di Luttago ha iniziato ad allenarsi in modo professionale solo a 14 anni suonati. In precedenza, pur avendo preso in mano la racchetta a 7 anni, da buona montanara giocava a tennis d’estate e praticava sci d’inverno. Ha quindi alle spalle solo 6 anni di lavoro tecnico “vero”, e può quindi progredire moltissimo.

5. La quinta ragione è di carattere ambientale. Karin è seguita da una struttura, quella di Caldaro, con Marco Boesso e i coniugi Sartori, che è all’avanguardia in Italia in fatto di know-how tennistico. La capacità di lavorare con professionalità sullo sviluppo tecnico dell’atleta, che questo team ha dimostrato di possedere con il percorso di Andreas Seppi, sono una vera e propria garanzia.

6. La sesta, e ultima ragione, è di natura caratteriale. I montanari sono caparbi. A volte sono timidi, ma caparbi. Karin non fa eccezione. A volte la sua timidezza le mette addosso la paura di centrare il risultato, si blocca quando deve chiudere. Ma la sua caparbietà le impedisce di arrendersi. Non si disunisce, anche quando è sotto, non molla mai ed è capace di notevoli rimonte.

Insomma: fisico, talento, voglia di migliorarsi, carattere. La ragazza ha stoffa.

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