“La riconoscenza non esiste in natura, è dunque inutile pretenderla dagli uomini.” (Cesare Lombroso)
(Andreas Seppi e Massimo Sartori – Foto Nizegorodcew)
di Alessandro Nizegorodcew
La riconoscenza è un sentimento degno di uomini di valore, ma nel tennis, come nella vita, ci sono momenti in cui si dovrebbe pensare al proprio rendiconto, soprattutto se riguarda il proprio lavoro o la propria passione. Non è ovviamente un incitamento a eludere il fattore umano, i rapporti interpersonali e affettivi, ma a volte cambiare può divenire l’unica strada percorribile. E’ il caso di Andreas Seppi e Massimo Sartori (nella foto in allenamento a Montecarlo), un connubio vincente per anni che in questi ultimi mesi sta vivendo una fase di involuzione totale. Un rapporto che non sembra più saldo come un tempo.
Un ottimo allenatore. Massimo Sartori è un allenatore di grandissimo livello. Un coach serio, un lavoratore instancabile, che con Andreas Seppi ha compiuto un vero e proprio capolavoro. Andy, infatti, non ha un talento tennistico straordinario, anche se il timing sulla palla è di livello assoluto. Ma la mano dell’altoatesino non è certamente da top-30, una classifica che invece Seppi ha raggiunto con merito. Sartori ha saputo costruire un giocatore adatto a tutte le superfici, che potesse fare punti ogni settimana, su terra, cemento, erba e superfici indoor. Insomma un giocatore moderno pronto a cercare l’exploit nelle grandi manifestazioni, purtroppo mai realizzato ad eccezione della semifinale di Amburgo (quando il torneo tedesco era un Master Series). Ma negli Slam le cose non sono mai andate benissimo.
Involuzione. Negli ultimi mesi Seppi, che è anche leggermente migliorato tecnicamente, ha cominciato a perdere troppi match, spesso e volentieri contro avversari inferiori a lui. Anche con i top-players la musica è cambiata: Andy prima giocava alla pari (seppur perdendo) con Federer, Nadal, Djokovic, Murray. Oggi invece le “stese” si sprecano e l’impressione è che Andreas mentalmente non creda più di poter raggiungere grandi obiettivi. E probabilmente il suo allenatore non ha più quell’influenza che poteva avere qualche tempo fa, non riuscendo ad entrare nella testa di Andy, di certo non un ragazzo semplicissimo da gestire a livello mentale. L’impressione è che l’involuzione sia iniziata da qualche mese e che sia difficile rimettere le cose a posto senza dare una scossa. Non è colpa di Andreas né di Max, due professionisti esemplari, ma è forse ora di cambiare.
Un Ranking Pericoloso. Attualmente Seppi è ancora tra i primi 70 giocatori della classifica Atp, ma nei prossimi mesi avrà tantissimi punti in scadenza e, giocando in questo modo, si ritroverà fuori dai 100 in poche settimane. C’è bisogno di una sterzata importante per rimettere in piedi la peggiore stagione della carriera di Seppi, che in tutto il 2010 non ha mai raggiunto un quarto di finale; un bottino davvero povero per un tennista abituato a vincere con continuità match abbordabili. E’ molto difficile cambiare coach per un giocatore che sin da bambino ha sempre lavorato con le stesse persone; cambiare staff, metodi di allenamento, preparazione, può essere un rischio. Vi sono casi in cui cambiare allenatore ha giovato, altri che invece si sono pentiti tornando dopo qualche mese sui propri passi. Ma il punto del ritorno, in questo caso, sta per essere superato…
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