Roma Esalta Volandri

Filippo Volandri
(Filippo Volandri – Foto Nizegorodcew)
di Guido Pietrosanti
Sono stati ben cinque i tornei challenger durante la seconda settimana del Roland Garros, di cui 3 in Europa su terra battuta, uno negli Stati Uniti sul cemento e uno in Inghilterra su erba.
A Roma, al circolo Due Ponti, ha trionfato ancora una volta Filippo Volandri (118 atp) che replica cosi la vittoria del Roma Rai del mese di aprile. Con gli ottavi raggiunti al Foro Italico e le due vittorie challenger, Volandri ha conquistato nel 2010 più punti a Roma di quanti non ne avesse conquistati in tutto il 2009 e soprattutto si avvicina notevolmente ai primi 100 del ranking. È molto probabile che Filippo riuscirà ad entrare direttamente nel tabellone principale degli US Open a fine agosto, rientrando cosi a pieno titolo nel tennis di alto livello. In finale al Due Ponti, Volandri ha sconfitto il marocchino Reda El Amrani, classe 88 numero 210 del ranking, per 63 62. Degli altri 10 italiani presenti in tabellone, solamente Simone Bolelli è riuscito a raggiungere i quarti di finale, dove è stato sconfitto proprio dal vincitore del torneo per 61 76. Buon risultato anche per Daniele Giorgini che ha superato le qualificazioni e superato il primo turno prima di arrendersi al rumeno Crivoi (158 atp) per 64 al terzo. Con questo risultato Daniele migliora il suo best ranking, fermo dal lontano 2004.
A Prostejov, in Repubblica Ceca, nel più ricco challenger della settimana, dominio dei giocatori di casa che hanno portato 3 semifinalisti su 4 in semifinale. Il vincitore è stato Jan Hajek (75 atp) che ha sconfitto in finale l’ex top10 Radek Stepanek (20 atp) ritiratosi dopo aver perso il primo set per 60.
A Furth in Germania, vittoria dell’olandese Robin Haase, classe 87 e numero 205 del ranking atp, che sta velocemente recuperando posizioni in classifica dopo il brutto infortunio che l’ha tenuto lontano dai campi per oltre un anno. Haase, già vincitore a Caltanissetta nel mese di marzo, ha sconfitto in finale il giocatore di casa Tobias Kamke, numero 157 del ranking, per 64 62. Proprio Kamke aveva interrotto al secondo turno il cammino del nostro Matteo Viola (369 atp), molto bravo a qualificarsi e a sconfiggere poi al primo turno il giamaicano Dustin Brown numero 99 del mondo. Matteo sembra intenzionato a giocare ancora qualche torneo a livello future, ma le qualificazioni ad Alessandria e a Furth sembrano dimostrare che il ragazzo ha ormai ampiamente il livello per giocare a livello challenger.
A Nottingham si è svolto il primo torneo dell’anno su erba dove erano presenti diversi specialisti oltre a due dei giovani di maggiori speranze, soprattutto sulle superfici rapide, Bernard Tomic e Ryan Harrison. Il vincitore è stato invece un altro giovane, il lituano Rikardas Berankis classe 1990 e numero 188 del ranking atp, che ha incontrato e sconfitto Harrison nei quarti di finale per 62 62. Berankis, vincitore agli US Open Junior del 2007 dove aveva sconfitto tra gli altri Matteo Trevisan, ha vinto a Nottingham battendo in finale il giapponese Go Soeda, numero 137 atp, per 64 64.
Infine a Ojai in California, vittoria per l’americano ex top 100 Bobby Reynolds, scivolato fino al numero 375 del ranking ed entrato in tabellone grazie ad una wild card, che ha sconfitto in finale l’australiano Matosevic (269 atp) per 36 75 75 dopo aver sconfitto anche Donald Young in semifinale.
Questa settimana si è giocato anche a Bergamo il future Italy F11 dove solamente Ianni e Torresi sono riusciti a raggiungere i quarti di finale nonostante i 15 azzurri in tabellone.
Nonostante i risultati ottenuti nei challenger e nei tornei future, questa settimana resterà comunque negli annali del tennis italiano per la storica vittoria di Francesca Schiavone al Roland Garros. I meriti di Francesca, bravissima a cercare di migliorarsi sempre e ammirevole per l’impegno che ha sempre messo in ogni sua partita, non potrà comunque nascondere a lungo i limiti e le carenze di un movimento che stenta a produrre giocatori di livello internazionale. Francesca Schiavone, classe 1980 e Flavia Pennetta, 28 anni, sono, per ragioni anagrafiche, alla fine di un ciclo piuttosto che all’inizio. Inoltre le due ragazze, che questa settimana saranno tra le top 10, possono davvero definirsi prodotti del movimento tennistico italiano, cresciute in un sistema che agevola e favorisce le attitudini individuali o sono piuttosto il frutto della passione e della dedizione personale?

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