(Sessil Karantantcheva – Foto Nizegorodcew)
di Alessandro Nizegorodcew (articolo in partnership con Tennis.it)
Roma, 30 Aprile 2010 – Prima giornata di qualificazioni femminili al Foro Italico. Nove le tenniste azzurre in campo e una sola vittoria ottenuta, peraltro in un derby (Anna Floris ha infatti superato Nathalie Vierin 7-6 7-5). Negli altri 7 incontri le giovani italiane hanno tentato di accaparrarsi più giochi possibili, riuscendo in alcune occasioni a mettere insieme una figura più che dignitosa.
Digiu Sprint. Alle ore 10 Martina Di Giuseppe è partita alla grande nel primo incontro di quali della giornata. La tennista romana, classe 1991, nonostante un infortunio al ginocchio, ha massacrato la giapponese Morita (quadrumane) a suon di rovesci in back per almeno 20 minuti. Sul punteggio di 4-0 in suo favore, Martina ha ceduto un po’ di campo alla nipponica, numero 81 Wta, facendola rientrare in partita (e sprecando alcune occasioni per il 5-2). Perso il tie-break 7-2, Digiu è stato sommersa dalla Morita, brava a sfruttare la maggiore potenza e mobilità, chiudendo 7-6 6-1. Ottimo primo set, nel complesso, per Martina, che al termine dell’incontro ha dichiarato: “Sono partita benissimo, giocando tantissimi rovescio in back che hanno messo in seria difficoltà la mia avversaria. Nonostante fossi molto tesa, ho espresso un tennis di livello piuttosto alto e quindi sono piuttosto soddisfatta. E’ stata una grandissima emozione poter giocare al Foro Italico. Far parte di questo torneo da protagonista è un sogno. E pensare che qualche anno fa ero a bordo campo a chiedere gli autografi a Federer, mentre oggi pranzavo accanto a lui… I problemi al ginocchio purtroppo non mi danno pace, ma sono in via di miglioramento. Oggi in campo non ho sentito tanto dolore, ma solamente perché ero concentratissima sulla partita. Appena sono uscita dal campo ho invece fatto fatica anche a fare le scale.” Dopo questa breve intervista, Martina si è recata dal Prof. Parra per una terapia al ginocchio malandato (sinistro).
Floris unica gioia. L’unica vittoria azzurra, come detto, è arrivata da un derby. Su un campo 5 molto gremito si sono date battaglia la sarda Anna Floris e Nathalie Vierin, protagonista di un clamoroso terzo turno al Foro Italico qualche anno fa. Alla fine ad avere la meglio è stata la Floris, che nell’ultimo anno e mezzo sta raccogliendo una serie di risultati di ottimo livello. La sua classifica recita oggi un 150 Wta tondo tondo; l’obiettivo di entrare tra le top-100 non è affatto un miraggio. Per la cronaca, la sarda si è imposta 7-6 7-5, annullando alcuni delicatissimi set-points nel primo parziale e domani affronterà proprio la Morita.
Nasty Diesel. Buona la prestazione, nel secondo set, anche di Nastassja Burnett, sconfitta per 6-0 7-5 dalla sudafricana Chanelle Scheepers. Il primo set è stato, come si intuisce dal punteggio, a senso unico; Nasty ha messo a segno solamente 11 punti, commettendo un gran numero di errori gratuiti. Nel secondo parziale la musica è cambiata e la Burnett è stata più volte avanti di un break. Purtroppo non è riuscita a chiudere il set e la Scheepers ha sfruttato la maggiore esperienza per mettere ma parola fine al match. Una prova comunque piuttosto positiva per Nastassja, che dopo un infortunio abbastanza serio, è ai primi tornei dell’anno.
Gryma Bloccata. Anastasia Grymalska è stata sconfitta dalla mancina Lepchenko con il severo punteggio di 6-1 6-3, anche se il punteggio (soprattutto del secondo set) è un po’ bugiardo. Ana è sembrata completamente bloccata dalla tensione, muovendosi male e commettendo una serie di errori per lei, ottima regolarista, davvero inusuali. Nel secondo parziale, in particolare, ha avuto tante occasioni per rientrare in gara, ma al momento di tirare il vincente ha sempre bloccato il braccio. Peccato, perché questo era un match che si poteva anche portare a casa. Anche Paolo Galli, coach della Grymalska, ha commentato alcune azioni di gioco dalla tribuna: “Raramente ha giocato così male; la tensione le ha giocato un brutto; non era un match impossibile, ma non è mai riuscita a giocare profondo e ha commesso troppi errori gratuiti, che non le sono soliti.”
Ottima Giovine. Claudia Giovine, classe 1990, ha dimostrato nel pomeriggio odierno di aver raggiunto un ottimo livello di tennis. Di fronte aveva una delle 2-3 avversarie più forti del tabellone cadetto; quella Sessil Karatantcheva (nella foto) che qualche anno fa (prima della squalifica per doping) aveva raggiunto il numero 36 Wta. Claudia, dopo aver subito un 6-1 piuttosto bugiardo (tanti giochi ai vantaggi), è partita alla grande nel secondo set, portandosi addirittura 3-0. Sul 3-1 40-15 in suo favore ha commesso alcuni errori banali che le hanno compromesso il parziale e l’incontro. Sul 4-4, poi, sono arrivati altri due errori (uno schiaffo al volo e uno smash sbagliati) che hanno chiuso il match in favore della kazaka. La pugliese ha però dimostrato una crescita sensibile nel diritto, oltre al solito sublime rovescio bimane che deve ritrovarsi nei geni familiari (la Giovine è la cugina di Flavia Pennetta; ndr). Negli spostamenti può e deve migliorare parecchio, ma le potenzialità per una carriera di buon livello ci sono tutte.
(Claudia Giovine – Foto Nizegorodcew)
Fede fa quel che può. Federica Di Sarra (o Francesca, come è stata chiamata erroneamente dall’arbitro) ha tentato tutto il possibile e anche l’inimmaginabile per tenere testa a Karolina Sprem, croata classe 1984 che qualche anno fa batteva Venus a Wimbledon raggiungendo i quarti. La tennista slava ha dimostrato di possedere una potenza di livello superiore a tutte le giocatrici presenti oggi in qualificazione. Federica, dopo aver perso 2-6 (pessimo inizio, per la comprensibile tensione) il primo parziale, ha retto bene alle “catenate” della Sprem. Un solo break, sul 4-3 per la croata, ha fatto la differenza. E pensare che Federica ha da ormai parecchi mesi un problema ad un piede che non le permette di muoversi. Se guarisce, ci sarà da divertirsi; ma purtroppo non pare essere così scontato.
Giulia sbatte contro un armadio. Niente da fare anche per Giulia Gatto-Monticone, stoppata dalla mascolina (eufemismo!) Akgul Amanmuradova, tennista uzbeka alta un metro e novanta. La Gatto, tesa per l’esordio al Foro, ha racimolato solamente tre giochi contro un’avversaria che è stata anche numero 50 Wta. Tutta esperienza per la piemontese, che ha le carte per salire molto in classifica. Queste le parole di coach Dario Bellino al termine dell’incontro: “La Amanmuradova mi ha fatto davvero una grande impressione. Serve molto bene, ha un grande fisico e gioca anche un tennis piuttosto potente ed incisivo da fondo campo. Giulia era abbastanza tesa, ma la partita era davvero durissima. Ne deve giocare tante di partite come questa per poter salire di livello.”
Moroni non si ripete. Lo scorso anno era stata la rivelazione delle qualificazioni, ma questa volta non ha saputo ripetersi. Alice è stata fermata al primo turno dalla britannica Keothavong col netto punteggio di 6-3 6-1. La Moroni ha perso serenità rispetto al 2009 e deve darsi una mossa perché dopo questo torneo le scadranno tantissimi punti.
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