L’edizione numero 40 del Master della Brianza non s’ha da fare. Almeno non secondo gli organi preposti a concedere l’autorizzazione al via. Come già nel 2020, quando il circuito più longevo d’Italia si era fermato per la prima volta dalla stagione inaugurale datata 1981. Il motivo è sempre lo stesso, l’emergenza sanitaria: lo scorso anno aveva bloccato per mesi ogni genere di competizione sportiva, mentre stavolta gli organizzatori sono stati costretti a rinunciare all’evento a causa delle restrizioni ancora in atto per i tornei Fit, dato che al momento vengono approvate dal CONI solamente alcune manifestazioni Open dotate di almeno 500 euro di montepremi. Non è il caso del Master della Brianza, che avrebbe messo in palio 350 euro per ciascuna tappa e da anni lavora invece per la promozione del tennis di base con tornei di terza e quarta categoria, e aveva già pronto un calendario super per celebrare a dovere il suo quarantesimo compleanno. “Dopo la cancellazione dello scorso anno – spiega un amareggiato Marco Gerosa, ideatore e anima del Master della Brianza – saremmo ripartiti con ancora più entusiasmo, con un totale di 24 tornei (8 di terza categoria maschile, 8 di quarta categoria maschile e 8 femminili limitati alla classifica di 3.4, ndr) e i relativi tre Master finali di settembre, che avrebbero portato in campo tantissimi giocatori da tutta la Lombardia. La nostra manifestazione sarebbe scattata nella seconda metà di aprile e ci auguravamo che potesse ricevere l’approvazione, invece non abbiamo nemmeno ricevuto risposta da parte degli organi competenti. Il che ci ha rammaricato molto e ci ha suggerito di non attendere oltre”.
L’unica alternativa era quella di aspettare ancora qualche settimana e sperare di riuscire a mettere in piedi un circuito solamente di tornei di terza categoria, confidando – secondo le indiscrezioni – che questi avrebbero potuto ricevere il via libera da parte del Coni. “Ma anche se così fosse – continua Gerosa – questo avrebbe snaturato l’essenza del nostro circuito, che da sempre vuole essere aperto a chiunque. E in più avremmo dovuto stravolgere il calendario e ripensare l’intera competizione. Pertanto, abbiamo deciso di fermarci. È una scelta molto sofferta, dolorosa, anche perché con i numeri che il Master della Brianza è in grado di garantire (nel 2019 gli iscritti complessivi sono stati 1.315, ndr), l’organizzazione di tornei molto frequentati avrebbe dato una bella mano anche ai club, che da oltre un anno faticano a lavorare a pieno regime”. Invece per tornare alla normalità ci sarà da attendere ancora, costretti a digerire anche qualche decisione difficile da comprendere. “Ciò che non mi spiego – dice ancora Gerosa – è che differenza ci possa essere, dal punto di vista sanitario, fra una partita di un torneo Open, consentita, e una di un evento di quarta categoria, non consentita. È una decisione che trovo sbagliata, e mi lascia parecchio amaro in bocca. Tuttavia, non possiamo fare altro che adeguarci e augurarci di superare presto questa pandemia, così da tornare alla normalità che tutti attendiamo”. E che nel 2022 permetterà di riproporre un Master della Brianza ancora più grande.
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