Il 2019 passerà sicuramente agli annali come la stagione d’oro del tennis italiano. La vittoria di Fognini a Montecarlo e il ritorno di un azzurro nella top ten mondiale e la recente semifinale di Berrettini agli US Open, però, non sono le uniche buone notizie. C’è un ragazzo che sta scalando la classifica Atp a suon di risultati e grandissime prestazioni: Jannik Sinner, 18enne di San Candido dal futuro assicurato.
Allenato da Riccardo Piatti e Andrea Volpini, che l’ha visto crescere nell’accademia di Bordighera, Sinner rappresenta la speranza più luminosa del tennis italiano per i prossimi anni. Una speranza che è già quasi certezza, se pensiamo che a febbraio, mese della prima vittoria Challenger in carriera, non aveva classifica e ora è molto vicino alla top 100.
Appena sei mesi dopo, agli US Open poi vinti da Nadal dopo una bellissima battaglia con il russo Medvedev, Jannik ha fatto la sua prima apparizione negli Slam, secondo più giovane debuttante azzurro nell’era Open. E che debutto. Finito in tabellone contro l’ex Campione del torneo Stan Wawrinka, ha messo in campo un tennis di primissimo livello. Lo stesso svizzero ha speso parole importanti dopo aver faticato molto per batterlo con il punteggio di 6-3 7-6 4-6 6-3: “Ha una palla davvero pesante, soprattutto per un ragazzo della sua età – ha commentato il campione svizzero – È la cosa che mi ha sorpreso di più quando ero in campo. Mi ha messo pressione continuamente e non ha avuto cali fino alla fine”.
Conquistato per la prima volta il Main Draw degli US Open, Sinner, nonostante le buone previsioni di cui godeva, è appena uscito al primo turno di San Pietroburgo ben figurando con la testa di serie Kukushkin e si appresta a scalare ulteriori posizioni in una classifica che al momento lo vede al numero 127. I prossimi impegni dell’azzurro prevedono la prima trasferta per la tournée asiatica, che culminerà con il Masters 1000 di Shanghai, e la partecipazione alle Next Gen Atp Finals di Milano, torneo riservato agli otto migliori giocatori del ranking mondiale nati, quest’anno, a partire dal 1998, e che si svolgerà dal 5 al 9 novembre nel nuovo Palalido Allianz Cloud.
Niente male per un ragazzo che appena a febbraio dello scorso anno si affacciava per la prima volta nella classifica Atp. In appena 18 mesi è cambiato tutto per Sinner. Ad agosto 2018 è arrivata la prima finale in un torneo Futures. Qualche tempo dopo l’esordio nel circuito Challenger. Chiuse le prime positive esperienze, sono arrivate anche le vittorie: la prima a febbraio 2019 nel Challenger di Bergamo. La seconda ad agosto a Lexington che ne ha fatto l’undicesimo giocatore della storia del tennis a conquistare due successi in così giovane età.
Nel frattempo sono arrivate anche le prime apparizioni nel circuito più importante. La prima nell’Atp 250 di Budapest, dove, dopo essere entrato nel main draw da lucky loser, ha perso al secondo turno. La seconda è stata quella del Masters 1000 di Roma, in cui ha ottenuto una wild card grazie alle prequalificazioni e ha battuto Steve Johnson al primo turno, prima di essere eliminato dal top ten Stefanos Tsitsipas. Nei mesi successivi sono arrivate anche le qualificazioni per Lione, ‘s-Hertogenbosch e Umago e la decisione, a sorpresa, di prendere parte ai Challenger americani per aumentare la confidenza con la superficie su cui si sarebbero giocati i successivi Us Open.
Dotato di fondamentali fuori dal comune, in cui spiccano il fluidissimo rovescio a due mani e un servizio potente ed estremamente vario, Sinner è stato accostato alla leggenda Bjorn Borg per il modo in cui colpisce la palla e per il modo di approcciarsi alle partite, sempre estremamente controllato e razionale. Un paragone sicuramente pesante ma che trova buoni riscontri in campo, dove il ragazzo dell’Alta Val Pusterlia ha dimostrato di sapere gestire bene le proprie emozioni anche quando i colpi non entrano o le cose non vanno nella direzione sperata. Una solidità fondamentale per raggiungere l’obiettivo finale di questo 2019: l’ingresso nella top 100 mondiale.