Il tennis in Italia sta vivendo un periodo florido di soddisfazioni. Dalle giovani leve passando a giocatori che hanno finalmente trovato la propria dimensione, la nostra nazione si sta affermando sempre di più nel panorama mondiale come una realtà in grande ascesa: sono addirittura 7 gli azzurri presenti nei primi 100 della Race Atp, la speciale classifica che tiene conto dei punti messi a segno da inizio anno.
A guidare la classifica, il numero 1 del nostro tennis Fabio Fognini, consacratosi finalmente nell’élite del tennis mondiale con l’ingresso nella top ten e con la vittoria di un torneo prestigioso come il Masters 1000 di Montecarlo: il taggiasco occupa attualmente la posizione numero 9.
A seguire Matteo Berrettini, alla posizione numero 16 grazie ai prestigiosi risultati ottenuti in una stagione fin qui esaltante: con i successi a Budapest e Stoccarda, e il relativo ingresso in top 20, l’allievo di Vincenzo Santopadre si sta pian piano imponendo ad alti livelli. Da colleghi e addetti ai lavori il tennista romano è considerato come il prototipo del “giocatore moderno”, scomodo da incontrare su qualsiasi superficie: servizio devastante, fondamentali pesanti e buona agilità se considerata la stazza (196 cm) fanno di Berrettini uno dei maggiori prospetti per l’immediato futuro del tennis nostrano e non solo.
Una stagione fin qui da incorniciare anche per Lorenzo Sonego, al numero 48 della Race: il classe 95, dopo una doverosa gavetta a livello Challenger, ha ottenuto importanti traguardi come il primo quarto di finale in un Masters 1000 (in quel di Montecarlo) e l’ingresso nei primi 50 giocatori del mondo. Ciliegina sulla torta il primo sigillo a livello Atp ottenuto sull’erba del 250 di Antalya: con questo risultato Lorenzo è diventato il 25esimo tennista italiano a conquistare un titolo nell’era Open e il terzo a compiere l’impresa su una superficie storicamente poco congeniale al nostro tennis.
Tutt’altro discorso per Marco Cecchinato, scivolato al 65esimo gradino del ranking Atp e attualmente al numero 66 della Race. Il terzo titolo in carriera conquistato a Buenos Aires, dove il palermitano dominò in finale l’idolo di casa Diego Schwartzman, lasciava presagire tutt’altra stagione: nonostante il best ranking al numero 16 ottenuto a febbraio, il tennista siciliano non è fin qui riuscito a confermarsi ad alti livelli, scivolando di circa 50 posizioni nel ranking Atp dopo le sanguinose eliminazioni nel primo turno del Roland Garros e nei successivi otto tornei disputati.
Al numero 75 troviamo forse la prima grande sorpresa di quest’anno per quanto concerne il tennis azzurro: Stefano Travaglia, tra lunghi stop e dolorose convalescenze, ha coronato il sogno dell’ingresso nei primi 100 giocatori del mondo. Il tutto è stato possibile, con l’ausilio di coach Simone Vagnozzi separatosi da Cecchinato qualche mese fa, grazie a prestigiosi risultati come i primi quarti Atp ottenuti a Umag e i due Challenger vinti in quel di Francavilla e Sopot, rispettivamente terzo e quarto sigillo in carriera nel circuito cadetto. Nota di merito anche per l’ngresso nei main draw degli Australian Open e del Roland Garros.
Andreas Seppi (80) e Thomas Fabbiano (98), ormai da anni ad alti livelli, sono gli ultimi azzurri presenti nei primi 100 della Race. Ottimi risultati in particolare per il giocatore di Grottaglie, autore di una stagione su erba sublime condita dalle semifinali ad Estbourne e dal terzo turno raggiunto a Wimbledon. Stagione tra alti e bassi per l’altoatesino, che a 35 anni continua a macinare buoni risultati uniti a qualche calo fisiologico.
Numero 101 per un altro siciliano che sta ottenendo risultati strabilianti: con la semifinale ad Umag e il terzo turno al Roland Garros, oltre alla qualificazione al main draw di Wimbledon, il mondo del tennis ha conosciuto la straordinaria dedizione di Salvatore Caruso, un ragazzo che con tanti sacrifici è ad un passo dall’entrare nei primi 100 giocartori del mondo.
Jannik Sinner, forse la più luminosa promessa del tennis italiano, si attesta al numero 108, un risultato incredibile se si pensa alla precocità del giovane altoatesino. A 18 anni appena compiuti, il nativo di San Candido ha già esordito nel circuito maggiore, ottenendo tra gli altri risultati anche due timbri a livello Itf e Challenger; nel torneo di Bergamo l’allievo di Andrea Volpini e Riccardo Piatti è diventato il più giovane italiano ad alzare un trofeo Challenger ad appena 17 anni: alla stessa età solo 10 giocatori nell’era Open potevano vantare due sigilli nel circuito cadetto.