Abbandonare il tennis per gli studi universitari? No, tutt’altro. La soluzione, nel caso di Matteo Fortini, è stata quella di allargare gli orizzonti, armarsi di coraggio per sconfiggere qualche perplessità e fare la valigia direzione Portland State University, nell’Oregon. È lì, a 9.000 chilometri e nove ore di fuso orario dalla sua Correggio, che il 22enne emiliano ha trovato la risposta ideale alle sue esigenze, entrando nel magico mondo dei College americani. Una realtà ‘al contrario’ rispetto a quella italiana, assaporata per qualche tempo all’Università di Modena e Reggio Emilia con i corsi di ingegneria gestionale. “Ho capito presto – spiega – che studiare e giocare diventava sempre più complicato. Pur di andare avanti mi sono trovato a fare male entrambe le cose, la mia vita stava diventando frustrante e l’unica soluzione sembrava quella di mollare il tennis”. Una scelta che ha sempre respinto, perché l’avrebbe obbligato a gettare al vento oltre quindici anni di impegno con la racchetta, da quando a soli 4 anni iniziò a giocare per imitare la sorella maggiore. Da allora è cresciuto fino a diventare un ottimo seconda categoria (2.5 in Italia) e a competere anche a livello Itf: troppo per sprecare tutto. Ergo, meglio cambiare le carte in tavola e usare proprio il tennis come biglietto da visita per il College. “Il fatto che in America si possano ottenere borse di studio per meriti sportivi – continua – fa capire quanto sia ampia la differenza col sistema italiano. Da noi non interessa a nessuno se sei uno sportivo: anzi, ricordo di aver avuto problemi con dei professori perché a causa degli impegni col tennis mi è capitato di dover saltare alcune lezioni. Qui invece essere uno sportivo è motivo d’orgoglio”.
E pensare che anni addietro, quando aveva sentito parlare per la prima volta del mondo college, non gli era parsa una strada adatta a lui. “Non mi sentivo la persona giusta. Sono sempre stato molto legato alla mia vita in Italia, e poi il mio inglese non era granché. Tutto questo mi spaventava”. Ma appena ha deciso di provarci, a Matteo si sono aperte di fronte varie strade, grazie all’aiuto di StAR – Student Athletes Recruitment, l’agenzia fondata da Corrado Degl’Incerti Tocci e specializzata nell’aiutare gli sportivi a sbarcare negli States. “Un aiuto fondamentale – dice ancora Matteo -, grazie a loro trovare un posto è stato facile”. Fortini ha scelto Portland, affascinato dalla possibilità di vivere in una grande città, oggi studia ‘business administration’ ed è uno dei pilastri dei “Vikings”, il suo team di tennis composto da dieci ragazzi provenienti da tre continenti. “La mia esperienza è iniziata alla grande: riesco a giocare ogni giorno, ottengo ottimi risultati e ho ritrovato le motivazioni che stavo perdendo”. Come il sogno di fare il tennista, cullato sin da bambino. “Non so cosa mi aspetta per il futuro e non ci penso. Sono qui da poco, e nei prossimi anni avrò modo di capirne di più”. Giusta filosofia: per ora l’importante è aver compiuto il grande passo. Che Matteo suggerisce a chiunque si trovi nella sua stessa situazione.
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