Il bilancio dell’anno zero del Piatti Tennis Center parla da solo. Lo fa attraverso i numeri, i nomi dei big accorsi a Bordighera e la popolarità del brand, a dire che il progetto targato Riccardo Piatti e soci è partito fortissimo, anche se la parola accontentarsi non fa per loro. Anzi, il bello viene adesso, con la lista degli obiettivi che per il 2019 è stata aggiornata al rialzo, ora che dal punto di vista organizzativo il Centro funziona a meraviglia. “L’obiettivo che ci eravamo posti per la prima stagione – spiega Piatti – era proprio quello di assestarci a livello organizzativo, e trovare tutte le figure professionali di cui avevamo bisogno. Rispetto all’apertura abbiamo fatto enormi passi avanti, e direi che ora siamo molto competitivi: lavorano da noi dodici insegnanti, quattro preparatori atletici, un fisioterapista e un operatore della videoanalisi, coordinati dal direttore tecnico Luigi Bertino”. Lo staff giusto, insomma, per mandare avanti una struttura attiva come la desidera il suo ideatore, ovvero in grado di lavorare a pieno regime per sette giorni su sette, da mattina a sera. E soprattutto di rispondere alle esigenze di tutti, da una campionessa Slam come Garbine Muguruza che si presenta col coach per un check-up tecnico, a un ragazzino che ha voglia di imparare subito dai migliori. “Perché qui – dice Piatti – non si viene solo per diventare campioni, ma anche per imparare a giocare a tennis. Il nostro primo obiettivo è insegnare lo sport: se poi fra chi si presenta a Bordighera troviamo qualcuno con qualità importanti, siamo pronti ad aiutarlo”.
Un concetto, l’ultimo, che a giudicare dall’agenda pienissima è già stato assimilato a dovere. Ci sono tanti professionisti che transitano a ripetizione in Riviera, fra gli ultimi il pugliese Thomas Fabbiano (uno dei protagonisti italiani all’ultimo Australian Open), e almeno altrettanti giovani dai 10 ai 18 anni che si allenano accanto a loro, sognando di poterli emulare. Piatti ne snocciola i nomi uno per uno, come fossero dei figli provenienti da più parti d’Italia, ma anche da Germania, Serbia e altri Paesi d’Europa. “Sono contento – continua – del livello dei nostri giovani, e sono certo che col passare del tempo crescerà ancora. L’obiettivo è unico per tutti: se saremo bravi a migliorare la qualità del nostro lavoro, grazie a una preparazione sempre migliore, il livello dei ragazzi salirà di conseguenza”. Prima viene la qualità, perché quando si lavora nel modo ideale i numeri arrivano di conseguenza. E guai a pensare che quello del Piatti Tennis Center sia un mondo ideale, irraggiungibile. Tutt’altro, visto che oltre all’assistenza ai giocatori, fra le mission del coach comasco c’è da sempre la formazione dei tecnici. “Cerchiamo – chiude – anche dei maestri disposti a lavorare con noi, e intenzionati a diventare dei buoni professionisti. Siamo pronti a trasmettere conoscenze e competenze. Il confronto è fondamentale: aiuta tutti a migliorare”. Parole sante, e spesso trascurate.
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